Come ripartire

Copertina n.1:2022Il tema della ripartenza è all’ordine del giorno, ma la domanda che occorre porsi è una: come ripartire?
Perché sarebbe ridicolo pensare che tutto possa riprendere come prima, quasi che nulla fosse accaduto. Il Covid ha messo a nudo molte assurdità del nostro modello di sviluppo e ha portato tanti a riflettere.

I fondi del PNRR offrono un’opportunità probabilmente unica, ma occorre che siano indirizzati secondo una visione coerente di società sostenibile.
Una visione che sappia integrare innovazioni tecnologiche e sociali, rimettendo al centro la comunità e le relazioni al suo interno. Abbiamo voluto esplorare questa visione nel focus di questo numero della nostra rivista «L’Ecofuturo Magazine», offrendo spazio ad alcune esperienze innovative che stanno tracciando sentieri importanti, nella giusta direzione.

Da questo numero, inoltre, abbiamo introdotto la possibilità di ascoltare tutti gli articoli, per quanti avessero l’abitudine di fruire dei podcast; una sperimentazione con la quale vogliamo arrivare, dai prossimi numeri, a rendere fruibili i contenuti della nostra rivista anche agli ipovedenti e non vedenti.

A questo link trovate tutti i numeri usciti della Rivista.

ABITARE SOSTENIBILE: oltre la tana

copertina EFM n.6:2021Fin dall’antichità il primo scopo dell’abitazione è stato quello di offrire un riparo sicuro.
Col tempo però, si è iniziato a considerare l’abitare in un’accezione più ampia, sistemica, che include anche la qualità di vita, le interconnessioni con i servizi della comunità e molti altri aspetti, rispetto ai quali l’ecologia è in grado di offrirci soluzioni tecnologiche efficaci. Spesso questo avviene attraverso processi “biomimetici”, che imitano cioè fenomeni naturali.

Ma senza bisogno di arrivare a progetti avveniristici, la tecnologia oggi ci mette a disposizione una serie di opportunità – nella prospettiva dell’economia circolare – preziose sia in termini di risparmio economico, sia di salute e di benefici ambientali.

Abbiamo voluto esplorarle nel focus di questo numero della nostra rivista «L’Ecofuturo Magazine», nel quale trovate anche un’intervista esclusiva a Marco Mari, Presidente del Green Building Council Italia.

A questo link trovate tutti i numeri usciti della Rivista.

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Verso una “Comunità Educante”

Abbiamo presentato questa mattina in una Conferenza Stampa presso la Residenza Municipale di Faenza, il progetto del Festival “COMUNITA’ EDUCANTE” a cura della nostra Cooperativa Kaleidos.

“Per educare un fanciullo serve un intero villaggio.”

E’ partendo da questo antico proverbio africano che la Cooperativa Kaleidos ha iniziato a ragionare, alcuni anni or sono, sull’idea di promuovere un Festival che portasse l’intera comunità faentina a riflettere e mettersi in gioco sul tema dell’educazione, con l’obiettivo di arricchire le competenze di tutti i soggetti coinvolti, mettere in rete le realtà esistenti e cercare nuove sinergie possibili.

Ora i tempi paiono essere maturi e la Cooperativa ha presentato alla Stampa questo  Festival che sarà rivolto ad insegnanti ed educatori (di cooperative, associazioni, società sportive, scout, parrocchie…) ma anche alle famiglie e ai giovani; in una parola alla cittadinanza tutta!

“Desideriamo condividere con la nostra città -spiega Fabio Taroni– le migliori esperienze con le quali siamo entrati in contatto in questi anni a livello nazionale e anche internazionale.

educare-comunitàSappiamo di poter contare su una comunità che ha una grande ricchezza della società civile, una buona creatività sociale e una storica cultura della solidarietà.

Ma spesso abbiamo assistito ad una eccessiva delega agli enti educativi, ad una frammentazione dell’offerta formativa e al diffondersi di una cultura assitenzialistica che noi non condividiamo.

Da anni infatti, come Cooperativa, siamo impegnati a promuovere una educazione attiva, che coinvolge l’intera persona, nelle dimensioni cognitiva, affettiva,   corporea e  spirituale. Un’educazione maieutica (che sa farsi “specchio” per aiutare a scoprire i propri limiti e talenti), non giudicante, e che vuole essere “bussola”, per aiutare a orientarsi, a cercare e creare significati.”

”Vogliamo promuovere il Festival -chiarisce Emanuela Amodio, presidente della Kaleidos- attraverso molteplici linguaggi espressivi: proporremo workshop e laboratori per le scuole, momenti di formazione per insegnanti, educatori, famiglie…

Ma ci saranno anche spettacoli di musica, teatro, cinema, ceramica, pittura, ed eventi ludici di piazza! Immaginiamo persino installazioni creative nell’arredo urbano, attraverso la cosiddetta “fun theory”, che possano stimolare riflessioni fra i cittadini.

Sognamo una settimana che lasci davvero un segno positivo sul territorio, a livello educativo e culturale.”

Il Festival “COMUNITA’ EDUCANTE” si terrà nel marzo 2016.
Perché allora lanciarlo fin da ora, con quasi un anno di anticipo?

“Intendiamo avviare un processo partecipativo -ho siegato ai presenti- che coinvolga attivamente tutti i soggetti educativi presenti sul territorio nell’elaborazione e organizzazione del Festival. Sarà un processo aperto e plurale, che considera le differenze come un valore imprescindibile.

Come Kaleidos dovremo inoltre contattare e coinvolgere una rete di esperti da tutta Italia e anche dall’estero, così come alcuni importanti Enti educativi nazionali con i quali collaboraiamo, curare la comunicazione del Progetto e coordinare tutte le iniziative (programmazione e svolgimento). Quindi è meglio mettersi al lavoro per tempo!”

Decidendo di sostenere questo Festival educativo, e il processo che condurrà ad esso, l’Amministrazione Comunale dimostra di saper non solo “amministrare” ma anche dare un orientamento alla comunità, facilitando, sostenendo e mettendo in rete i processi virtuosi presenti nel territorio e puntando ad allargare gli orizzonti della comunità.

Info:  info@kaleidoscoop.it

E’ proprio un gran bel film!

di Marco Boschini

 

Dal 2004 giro per l’Italia e come una specie di investigatore privato raccolgo informazioni, dettagli, indizi di esperienze virtuose, buone prassi, idee concrete.

 

In tutto questo girovagare mi sono imbattuto in migliaia di persone perbene, gente comune, militanti, esponenti politici locali, cittadini. Ognuno di loro porta avanti nel proprio territorio pratiche alternative e proposte di rinnovamento: della politica, della società, del fare comunità…

 

Comitati, associazioni, gruppi di acquisto, banche del tempo, amministratori: sono questi i protagonisti che hanno animato, viaggio dopo viaggio, incontro dopo incontro, il film più bello di sempre, che ciascuno per il proprio pezzetto stiamo immaginando ormai da tempo.

 

E’ un film che parla di bellezza, e di onestà. E’ la storia di una comunità di cittadini che si riappropria del proprio diritto-dovere di essere animali politici, di un gruppo di persone che a un bel momento decide che è arrivato il tempo di non perder più tempo dietro alle promesse vane del potente di turno.

 

E con un colpo di reni, e di umiltà, unisce le varie anime che ognuna per il proprio ambito, e per il proprio tema caro, ha costruito giorno per giorno un immaginario altro di società. Il momento realmente complesso e incasinato, quello con più azione e le scene più pericolose del film, è quando i vari gruppi di cittadinanza attiva decidono di mettersi in ascolto, intorno a un tavolo, volendo rinunciare tutti al proprio bollino e alla bella e luccicante bandierina.

Il momento del passaggio, delicato e complicatissimo, dalle parole ai fatti, dalle dichiarazioni alle azioni conseguenti…

 

Non oso svelarvi la fine di quel film, anche perché deve ancora essere girato. Mi piace però gustarne i pezzi che raccontano delle tante cose già fatte, delle migliaia di progetti e pratiche quotidiane che incantano il pubblico in sala, e che dimostrano che il mondo si può cambiare proprio perché lo stiamo già facendo!

 

La bellezza del film, il suo fascino maggiore, è la mancanza di un regista, di uno sceneggiatore, delle comparse. Il senso stesso del film, e delle esperienze narrate, è proprio quello di dimostrare che ognuno dei partecipanti è, al tempo stesso, regista e sceneggiatore, protagonista e comparsa.

 

Credo sia arrivato il momento di vedere come va a finire la storia, credo che ciascuno di noi debba sentirsi parte di un cambiamento che dal basso abbiamo in parte realizzato e che chiede il nostro protagonismo collettivo per travolgere le istituzioni nazionali.

 

Michele Dotti prima e Domenico Finiguerra poi hanno espresso magistralmente la forza di un sogno, che è il sogno di unirsi!

 

Continuiamo a parlarci, confrontarci, condividere e contaminarci. La sala si sta riempiendo, ed è proprio un gran bel film!

 

Con la semplice coscienza del fornaio, per essere tutti parte di un colossale artigianato…

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“Ho detto più di una volta che il miglior poetahttp://t2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcS9go5sip-Jx3AcPBFOeWTzhhoECbcBXK0LbCTXKV1D53WcOgXQ&t=1
 è l’uomo che ci dà il pane quotidiano,
il fornaio più vicino che non si sente dio.

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Lui compie il suo maestoso e umile lavoro
di impastare, mettere al forno, dorare
e consegnare il pane quotidiano
con un obbligo comunitario.

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E se il poeta arriva a raggiungere
questa semplice coscienza,
la semplice coscienza potrà anche trasformarsi
in una parte di un colossale artigianato,

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di una costruzione semplice o complicata,
che è la costruzione della società,
la trasformazione delle condizioni che
circondano l’uomo, la consegna della merce:
pane, verità, vino e sogni.”

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Pablo Neruda