L’invasione dei primitivi

Io non sono razzista, però… come rivelano le loro lingue, a questi popoli manca totalmente l’inclinazione al progresso e alla modernità! 

Calcio e televoto

Oggi voglio parlarvi di calcio e di televoto!!! (E un po’ anche di competenza…)
Direttamente dalla panchina di allenatore, lancerò una proposta per promuovere la democrazia diretta, a incominciare dallo sport nazionale.

Il referendum: si torna indietro di 30 anni? Magari…

Il referendum costituzionale sta dividendo gli italiani, non soltanto fra i sostenitori del Sì e quelli del No, ma soprattutto fra quelli che fingono di averne capito perfettamente ogni sfumatura e coloro che – più onestamente – ammettono di non capirci una mazza!

Già, perché non è poi tanto facile formarsi un’opinione su un tema e in una materia così complessi. Gli stessi costituzionalisti, anche i più esperti, faticano a riassumere le loro analisi, non volendo correre il rischio di banalizzarle. E in questo non aiutano certo i tempi strettissimi della tv che favoriscono indubbiamente gli slogan e i ritmi serrati alla Twitter rispetto alle analisi più approfondite, con tempi più ampi, in stile Treccani.

In tutto ciò molti italiani sono confusi e non solo non sanno cosa decidere, ma soprattutto come decidere! Se è difficile – infatti – entrare nel merito della riforma, molti verosimilmente finiranno per scegliere sulla base della simpatia, o meglio ancora dell’antipatia per uno o più degli esponenti di punta dei due schieramenti.

Non mi pare questo un criterio molto affidabile, specie quando si mette mano ad una materia così delicata come la nostra Costituzione. Per questo ho pensato di proporre ai miei lettori del Fatto Quotidiano un altro criterio di scelta, decisamente alternativo… forse non sarà esattamente scientifico, ma siamo proprio sicuri che le nostre scelte più importanti, nella vita, lo siano state?

 

Giocare a calcio… senza pallone

Una bella mattina, ieri, con i ragazzi dell’Istituto “Oriani” di Faenza riuniti in Assemblea sul tema “Afriche, fra incubo terrorismo, sogni di pace e segni di speranza”.

Ho cercato di fare un quadro della situazione relativamente ai Paesi che meglio conosco, in particolare il Mali, partendo dalla testimonianza di due incontri fatti nell’estremo nord del Burkina, due anni fa – il primo in un campo profughi con i rifugiati maliani fuggiti dall’arrivo dei terroristi, il secondo con il leader dei touareg del nord del Mali – che mi avevano permesso di comprendere quel perverso cocktail di droga, armi pesanti, petrolio e folle ideologia che stanno dietro all’orrore che ha colpito tante popolazioni inermi.

Fra i vari video che ho mostrato -sempre cercando un equilibrio fra la parte di denuncia e quella di annuncio- anche questa meraviglia assoluta di Fatoumata Diawara, colonna sonora del film “Timbuktù“, di cui abbiamo anche visto alcuni brevi estratti.

Il più impressionante, sicuramente, è quello della partita di calcio senza pallone, perché i terroristi, in Mali, avevano vietato anche il gioco del calcio… oltre alla musica!

Nel videoclip se ne può vedere qualche immagine, di una straordinaria forza espressiva.

Infine, per essere sempre costruttivi e dare voce anche alla buone esperienze, ho mostrato il video del bellissimo progetto sul dialogo interculturale e inter-religioso “Dudal Jam – A scuola di pace“:

 

Se tu credi di poter fare la differenza, noi diciamo che tu puoi!

Dare spazio alla storia di una squadretta di calcio in giorni difficili come questi, fra conflitti, disastri nucleari e la disperazione dei profughi che hanno invaso Lampedusa, può apparire davvero fuori luogo, quasi un gesto di poca attenzione e sensibilità.

Io credo invece che questa straordinaria storia vera che ci arriva dalla Thailandia abbia molto da insegnarci, anche rispetto alle grandi questioni cui ho accennato sopra e rispetto alle quali ci interroghiamo tutti in queste ore.

Siamo a Koh Panyee, un villaggio sulle palafitte nella provincia di Phang Nga, in Thailandia. Qui, un gruppo di bambini legati dalla passione per il calcio decide di fondare una squadra e vincere il Campionato del mondo!

Costruiscono così un campetto su una piattaforma galleggiante. All’inizio la palla cade spesso in acqua e il fondo di legno diventa subito scivoloso, ma con il tempo i ragazzini imparano a controllare la palla, a fare passaggi e tiri molto precisi, a dribblarsi in pochissimo spazio, finché arrivano alla loro prima partita ufficiale. Ad oggi il Panyee FC ha vinto per 7 volte il campionato giovanile thailandese di calcio.

“Non importa quali siano le sfide che devi affrontare nella tua vita.
Se tu credi di poter fare la differenza, noi diciamo che tu puoi!”