Come ripartire

Copertina n.1:2022Il tema della ripartenza è all’ordine del giorno, ma la domanda che occorre porsi è una: come ripartire?
Perché sarebbe ridicolo pensare che tutto possa riprendere come prima, quasi che nulla fosse accaduto. Il Covid ha messo a nudo molte assurdità del nostro modello di sviluppo e ha portato tanti a riflettere.

I fondi del PNRR offrono un’opportunità probabilmente unica, ma occorre che siano indirizzati secondo una visione coerente di società sostenibile.
Una visione che sappia integrare innovazioni tecnologiche e sociali, rimettendo al centro la comunità e le relazioni al suo interno. Abbiamo voluto esplorare questa visione nel focus di questo numero della nostra rivista «L’Ecofuturo Magazine», offrendo spazio ad alcune esperienze innovative che stanno tracciando sentieri importanti, nella giusta direzione.

Da questo numero, inoltre, abbiamo introdotto la possibilità di ascoltare tutti gli articoli, per quanti avessero l’abitudine di fruire dei podcast; una sperimentazione con la quale vogliamo arrivare, dai prossimi numeri, a rendere fruibili i contenuti della nostra rivista anche agli ipovedenti e non vedenti.

A questo link trovate tutti i numeri usciti della Rivista.

Arriva EXCO, la prima Fiera VR su ecologia e innovazione tecnologica

EXCO-testata

Il 9 dicembre aprirà i battenti online “EXCO – ECOFUTURO VR“, la prima Fiera al mondo sulle ecoinnovazioni in realtà virtuale.

EXCO2Dopo la presentazione Istituzionale del 28 ottobre, con il Vicepresidente del Parlamento Europeo, Fabio Massimo Castaldo, in collegamento da Bruxelles.
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Dopo la tre giorni di lancio (16-18 novembre) dal Teatro Trastevere di Roma, che ha goduto dell’alto Patrocinio del Parlamento Europeo e del Ministero dell’Ambiente e che hanno seguito 350mila persone in diretta streaming.
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Dal 9 al 12 dicembre potremo tuffarci nel futuro con la prima Fiera in realtà virtuale sull’ecologia e l’innovazione tecnologica.
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Finalmente sarà possibile -in modo assolutamente gratuito- girare fra gli stand esattamente come in uno spazio fisico, ma senza spostare persone o cose, entrando in totale autonomia e prendendo contatto con le persone, conoscere i progetti, in uno scambio reale con i più virtuosi esempi di imprese ecosostenibili.
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Questo importante progetto a cui con Ecofuturo stiamo lavorando da mesi apre una pagina nuova per il nostro Paese e tiene sempre più legate alla sostenibilità ambientale anche etica e responsabilità sociale d’impresa.

L’ingresso alla Fiera è gratuito. Vi chiediamo solo di registrarvi lasciando la vostra mail, come all’ingresso di qualunque Fiera tradizionale.
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Un’ottima occasione anche per le Scuole (medie e superiori), con molteplici agganci pedagogici interdisciplinari e la possibilità di entrare in contatto con il mondo delle imprese ecosostenibili.
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Vi aspettiamo numerosi!
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Finalmente… “vada a bordo, cazzo!”

Come le corde di uno strumento musicale possono vibrare per “risonanza”, anche senza bisogno di essere toccate, così le corde del nostro cuore possono vibrare se nell’aria si muove qualcosa vicino al nostro sentire.

In questo senso è fondamentale saper cogliere quegli episodi che acquisiscono un valore simbolico, in grado di far risuonare il sentire collettivo, perché essi indicano in qualche modo i segni dei tempi.

Vada-a-bordo-frase-Costa-Concordia.jpgLa frase “vada a bordo, cazzo!” pronunciata dal capitano De Falco al comandante Schettino, in pochi giorni è divenuta un vero e proprio simbolo del nostro momento storico.

Sono nati spontaneamente gruppi con questo nome su Facebook e Twitter, la frase è rimbalzata immediatamente sui giornali, in tv, nei blog, nelle piazze…

Si sono stampate persino le magliette!!!

A me pare che essa segni metaforicamente un importate spartiacque, il punto di un risveglio etico collettivo, uno scatto di orgoglio e dignità, atteso da tempo, che non ha nulla a che vedere con l’eroismo -evocato a mio avviso impropriamente- ma semplicemente con una sacrosanta voglia di normalità! Una normalità che per troppi anni ha abbandonato il nostro paese e di cui ora si sente ovunque una profonda sete. Nulla a che fare con l’aspetto economico della crisi. Si tratta piuttosto di un moto d’animo, di una indignazione, di un richiamo alla responsabilità e al dovere morale, che finalmente hanno vinto l’inerzia prodotta da quel senso di rassegnazione ed impotenza su cui erano proliferati i tanti “Schettini” del nostro paese.

Ho la sensazione che si sia raggiunto, collettivamente, quel famoso “fondo” che da tempo aspettavamo di toccare per poter finalmente incominciare a risalire!!! E’ come se un intero paese si fosse risvegliato dal torpore e ora si stesse guardando allo specchio, un po’ spaventato di sé certamente, ma sicuramente con il desiderio di sciacquarsi la faccia per incominciare una nuova giornata.

“Vada a bordo, cazzo!” è la frase che da oggi ognuno di noi può gridare in faccia a chiunque non compia responsabilmente il proprio dovere, ovunque, in qualunque momento, come un monito che ora ha acquisito la forza di un richiamo non solo individuale ma collettivo!

Ma attenzione, perché dentro ciascuno di noi c’è un po’ di Schettino e un po’ di De Falco. Impariamo dunque a riconoscerli e a non rimanere neutrali di fronte ad essi. E soprattutto non torniamo ad adagiarci in quella rassegnata autocommiserazione che per anni ha massacrato il nostro paese.

Se dovesse rendersi necessario, troviamo il coraggio di guardarci negli occhi, davanti allo specchio, e gridarlo anche a noi stessi: “Vada a bordo, cazzo!”

I diritti umani sono universali?

Esattamente 63 anni fa, il 10 dicembre 1948, veniva firmata a Parigi la Dichiarazione universale dei Diritti umani, un documento la cui redazione fu promossa dalle Nazioni Unite, appena nate, perché avesse applicazione in tutti gli stati membri.

Da allora molti passi avanti sono stati fatti, ma il cammino per la piena realizzazione di questa Dichiarazione, come sappiamo, è ancora lungo e richiede un impegno da parte di ciascuno di noi.

Per ricordare questo storico evento, vorrei oggi condividere una breve riflessione tratta dal mio libro “Non è vero che tutto va peggio“, scritto insieme a Jacopo Fo:

“Si è molto discusso in questi anni sull’universalità dei diritti umani, sostenendo che essa sarebbe solo presunta poiché essi sarebbero viziati alla nascita e non esprimerebbero che la visione di una sola cultura, quella “occidentale”.

Eleanor_Roosevelt_and_Human_Rights_Declaration.jpgIo non condivido questo dubbio perché ritengo che i diritti umani vengano ancora prima del livello culturale; essi rappresentano molto semplicemente i più elementari “bisogni” dell’uomo, e sono dunque validi a qualunque latitudine egli si trovi e in qualunque epoca egli viva.

Credo che questa riflessione di Umberto Eco possa risultare illuminante al riguardo:

“Siamo animali a postura eretta, per cui è faticoso rimanere a lungo a testa in giù, e pertanto abbiamo una nozione comune dell’alto e del basso, tenendo a privilegiare il primo sul secondo. Parimenti abbiamo nozioni di destra e di sinistra, dello star fermi o del camminare, dello star ritti o sdraiati, dello strisciare o del saltare, della veglia e del sonno. Siccome abbiamo degli arti, sappiamo tutti cosa significhi battere una materia resistente, penetrare una sostanza molle o liquida, spappolare, tamburellare, pestare, prendere a calci, forse anche danzare.
La lista potrebbe durare a lungo, e comprende il vedere, l’udire, mangiare o bere, ingurgitare o espellere. E certamente ogni uomo ha nozioni su cosa significhi percepire, ricordare, avvertire desiderio, paura, tristezza o sollievo, piacere o dolore, ed emettere suoni che esprimano questi sentimenti.
Pertanto (e già si entra nella sfera del diritto) si hanno concezioni universali circa la costrizione: non si desidera che qualcuno ci impedisca di parlare, vedere, ascoltare, dormire, ingurgitare o espellere, andare dove vogliamo; soffriamo che qualcuno ci leghi o ci costringa in segregazione, ci percuota, ferisca o uccida, ci assoggetti a torture fisiche o psichiche che diminuiscano o annullino la nostra capacità di pensare.
Dobbiamo anzitutto rispettare i diritti della corporalità altrui, tra i quali anche il diritto di parlare e pensare. Se i nostri simili avessero rispettato questi ‘diritti del corpo’ non avremmo avuto la Strage degli Innocenti, i cristiani nel circo, la notte di San Bartolomeo, il rogo per gli eretici, i campi di sterminio, la censura, i bambini in miniera, gli stupri della Bosnia”.


(Umberto Eco, In Che cosa crede chi non crede?, Atlantide Editoriale, Roma 1996; ora in Cinque scritti morali, Bompiani, Milano 1997.)


Ma anche facendo un’analisi antropologico-culturale, che vada al di là dei più banali stereotipi sulle diverse culture, scopriamo che i loro valori di fondo sono sempre gli stessi.

Quella che segue è la conferma che l’etica laica di cui parla Umberto Eco, alla base dei diritti umani, è patrimonio comune di tutti i popoli!

regola d'oro,intercultura,religioni,diritti umani,fedi,etica universaleBuddhismo (Udanavarga 5, V,18)
Non offendete gli altri con quello che offende pure voi.

Cristianesimo (Matteo 7,12)
Tutto quello che volete che gli altri facciano a voi, fatelo voi a loro: questa è la Legge ed i Profeti.

Confucianesimo (Analecta XV,23)
Vi è qualche massima che si dovrebbe applicare per tutta la vita? Certamente, la massima della gentilezza amorevole che consiste di non fare agli altri quello che non si vorrebbe venisse fatto a voi

Ebraismo (Talmud)
Ciò che offende voi non fatelo al vostro prossimo. Questa regola riassume tutta la “Torah”.

Induismo (Mahabharata V,1517)
Quest’è il dovere: non fare agli altri quello che se fosse fatto a te, ti darebbe dispiacere.

Islamismo (Detti di Maometto)
Nessuno è un vero credente fino a quando non desidera per il suo prossimo quello che desidera per sé stesso.

Jainismo (Jogashastra II,20)
Nella felicità e nella sofferenza, nella gioia e nel dolore dobbiamo considerare tutte le creature come consideriamo noi stessi, dobbiamo perciò astenerci dall’infliggere agli altri qualsiasi offesa che sarebbe indesiderabile se fosse inflitta a noi stessi.

Sikhismo (Kabir)
Come consideri te stesso, così considera gli altri.

Taoismo (T’ai shan kan Ying p’ien)
Considera il guadagno del tuo prossimo come fosse il tuo guadagno e considera la perdita del tuo prossimo come fosse la tua perdita.

Zoroastrismo(Dadistan-i-dinik XCIV,5)
Solo quella natura è buona che non restituisce agli altri quello che non fa piacere a lei stessa.

Questo tuttavia non significa che dalle varie culture non possano venire contributi anche significativi, complementari alla Dichiarazione dei Diritti dell’Onu.

Un esempio molto interessante è rappresentato dalla Carta Africana dei Diritti dei Popoli, che porta l’attenzione anche sui diritti collettivi, oltre che su quelli dell’individuo e che può dare per questo un’importante contributo non solo a livello del continente ma dell’intero pianeta, dinanzi alle sfide globali che esso si trova ad affrontare, come – ad esempio –la questione dell’acqua come diritto.”


» La memoria, dipinta nella sabbia  » Giornata della memoria: ricordare non basta!
» “Joyeux Noel”: la fraternità umana, oltre le trincee…

Scegli il tuo simbolo!

Come forse saprete se avete seguito gli ultimi sviluppi del nostro percorso, fra poche settimane si terrà un passaggio decisivo per il nostro progetto di “Ecologisti e Civici”!

Stiamo organizzando infatti per il 29 e 30 ottobre, in tutta Italia, una consultazione popolare, che abbiamo voluto chiamare SCEGLI IL TUO SIMBOLO, per decidere tutti insieme democraticamente il nome e il simbolo che ci rappresenterà negli anni futuri.

bambini pace

E’ la prima volta nella storia della nostra Repubblica che un movimento politico costituente sottopone a deliberazione collettiva anche la questione del nome e del simbolo, di solito posta nelle mani di pochi esperti di comunicazione e marketing politico.

Ciascuno dei quattro soggetti promotori del percorso di “Ecologisti e Civici” -cioè “Costituente Ecologista”, “Verdi”, “Sindaci della Buona Amministrazione” e “Abbiamo un sogno”- ha elaborato un proprio simbolo che verrà presentato alla consultazione popolare.

Nei prossimi giorni renderemo pubblici questi simboli, non appena saranno stati sottoposti alla necessaria tutela legale presso la Camera di Commercio e il Parlamento.

Questo passaggio ci è parso coerente con lo spirito inclusivo e partecipativo con cui stiamo portando avanti tutto il percorso di creazione del nostro nuovo soggetto politico ecologista e civico.

Dopo il Seminario tenutosi ai primi di settembre ad Alcatraz (Gubbio) su “Disarmo, diritti umani, immigrazione e cooperazione”, prosegue infatti il percorso di elaborazione partecipata dei contenuti programmatici.

Ad inizio novembre si terranno altri due Seminari tematici:
– il primo su “Etica e legalità” ad Ottaviano (un luogo simbolo per la lotta alla criminalità organizzata!);
– il secondo su “Biodiversità, parchi e agricoltura” a Torino.

Altri ancora seguiranno nei prossimi mesi.

Contemporaneamente stanno fiorendo i Circoli locali e le Agorà, elemento fondamentale per il radicamento del nostro progetto nei territori, fra la gente.

Affinché la consultazione SCEGLI IL TUO SIMBOLO possa raggiungere il maggior numero possibile di persone è necessario che ognuno di noi si attivi fin da subito per organizzare uno o più banchetti nella propria città!!!

Alla consultazione partecipata potranno prendere parte le donne e gli uomini, a partire dai 16 anni, cittadini italiani, o cittadini stranieri residenti in Italia, che abbiano sottoscritto i due appelli originari “Io cambio” e “Abbiamo un sogno” e/o la “Carta degli Intenti” di Ecologisti e Civici, anche contestualmente alla stessa consultazione, nelle seguenti modalità:

a.       Presso seggi ai “gazebo” attivati in tutta Italia, con la donazione di almeno 1 € a titolo di rimborso delle spese organizzative (i minori di anni 20 potranno prescindere dal versamento del contributo); i seggi potranno essere attivati e gestiti da almeno tre sottoscrittori della Carta degli Intenti, d’intesa con il Coordinamento, anche se non ancora appartenenti ad un circolo locale (“Agorà”) del percorso costituente;

b.      Tramite PEC (Posta Elettronica Certificata) ad un indirizzo mail che verrà appositamente attivato, unendo una scansione del proprio documento di identità;

c.       Tramite fax, unendo una copia del proprio documento di identità, al numero che verrà comunicato con l’indizione della consultazione.

Contiamo sulla disponibilità e sull’impegno di tutti per riuscire a organizzare il maggior numero possibile di banchetti e nel modo più capillare possibile.

fermare_il_ventoA tale scopo può essere molto utile anche lo strumento del Mappamondo Ecologista e Civico che permette di scoprire con molta facilità gli altri attivisti presenti nella propria zona.

In un momento così difficile per la storia del nostro paese, avvertiamo ancora più forte la responsabilità di concretizzare il nostro “sogno” di un nuovo soggetto politico ecologista e civico, coerente e credibile, che sappia raccogliere tutte le energie positive e ridare voce alla società civile, per rispondere concretamente alle sfide di oggi, con una visione chiara della società che vorremmo domani.

Abbiamo le idee, le proposte e le persone per poterlo fare.

E’ ora di unirsi, come ama dire l’amico Domenico Finiguerra!