Educare, amare e… saltare nelle pozzanghere

Sta uscendo con “Produzioni dal basso” il mio nuovo libro intitolato un po’ ironicamente “Educare, amare e saltare nelle pozzanghere”.

Si tratta di un manuale per una formazione attiva e ludica nel quale, sotto forma di schede, sono raccolti tanti strumenti che in questi anni, insieme ad alcuni colleghi di Kaleidos, abbiamo affinato nella formazione con gli adulti, specialmente con animatori, educatori, insegnanti e genitori.

libro,educare,amare,pozzanghere,kaleidos,cooperativa,formazione,educazione,manuale,insegnanti,genitori,educatori,strumenti,produzioni dal basso,michele dotti,fabio taroni,gilberto borghiI temi trattati sono la creatività, la comunicazione, la diversità e le  relazioni.

L’ho scritto insieme agli amici Fabio Taroni e Gilberto Borghi.

Abbiamo scelto di pubblicarlo con “Produzioni dal basso“, perché ci ha colpito il sistema di co-produzione che utilizza.

Sostenere il progetto è semplice: basta registrarsi sul sito, quindi andare sul nostro progetto e  cliccare “sostieni”, indicando il numero di copie desiderate e i propri dati.

Non ci sono vincoli e non occorre pagare nulla on-line (è un sito anche eticamente molto serio); per ora è semplicemente un sostegno al nostro libro/progetto.

Una volta raggiunte le 300 copie/quote il progetto si compierà e verrà stampato il libro. Abbiamo 57 giorni di tempo per arrivare a 300 copie e solo allora chi ha effettuato una prenotazione riceverà le proprie copie e potrà pagarle (in vari modi).

Il libro costa 9 euro e i diritti d’autore saranno devoluti in beneficienza.
Nel volume saranno ringraziati tutti i nostri amici sostenitori!

Avevate mai pensato di poter diventare dei produttori editoriali?

L’unica, originale, piadina romagnola!!! O per caso era un kebab?!?

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La piadina per noi romagnoli è quasi un simbolo. Oltre che una sana abitudine.

 

piadina.jpgDel resto, penso che nessuno in Italia avrebbe dubbi nell’identificare proprio in Romagna la zona d’origine della piadina, che i più pignoli indicano nell’Appennino tra Forlì, Cesena e Rimini, pur essendo molto diffusa anche nel ravennate e nel resto della Romagna, fino a sconfinare nel Montefeltro, nella provincia di Pesaro e Urbino e nella Repubblica di San Marino.

 

Eppure lo studio dell’etimologia del termine può riservarci simpatiche sorprese:

i più riconducono il termine piada (in dialetto piê, pièda, pìda) al greco πλακούς, focaccia. Originariamente, in effetti, è una schiacciata lievitata e ben condita cotta nel forno: come tale è citata nel 1371 nella Descriptio Romandiole.

In seguito (dal Cinquecento all’Ottocento), mentre assume la forma attuale, altro non è che un surrogato del pane confezionato con ingredienti per lo più vili e impanificabili (spelta, fava, ghianda, crusca, sarmenti, mais, ecc.).

La piadina di farina di grano è relativamente recente, così come le sue varianti ricche: la piadina unta, quella sfogliata e quella fritta.

 

Kebab.jpgAltri tuttavia hanno messo in evidenza la somiglianza con i termini utilizzati in altre lingue per indicare piatti simili, nell’ambito di tutti i paesi che ruotavano nell’orbita dell’Impero Romano d’Oriente (tra i quali anche la Romagna, ovviamente).

È facile pensare, nel caso della piadina, al pane in uso presso l’esercito bizantino, di stanza per secoli in Romagna, nel nord delle Marche e nella valle umbra attraversata dalla via Flaminia.

 

Basti pensare all’ebraico פת (pat), che significa “pagnotta” o “pezzetto”, o ancor più al termine “pita” (come פיתא), che esiste ancora nell’aramaico del Talmud babilonese ed indica il pane in generale.

 

E guarda caso è proprio il termine usato ancora oggi in diversi paesi per indicare il pane del kebab!

 

Se vuoi continuare questo viaggio dentro al cibo e approfondire il tema dell’incontro con altre culture attraverso di esso, puoi leggere questo post che scrissi qualche tempo fa.

Il valore della diversità

Continua il Progetto “Diversamente”, nato dalla splendida collaborazione con la  Casa delle culture di Ravenna, con l’intento di elaborare un’azione coerente fra i vari soggetti educativi, sul tema della diversità come valore imprescindibile.

 

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Questo sabato è partita l’attività con le insegnanti, attraverso un “work-shop” sul tema della diverstità culturale e dei diritti umani, al quale seguirà una rielaborazione interdisciplinare, insieme agli alunni, degli stimoli ricevuti, sulla base di materiale didattico appositamente predisposto.

Il passo successivo è quello di una coinvolgimento delle famiglie, italiane e straniere, attraverso un Concorso i cui elaborati dovranno essere prodotti dagli alunni insieme ai propri genitori.

In parallelo si sviluppa un ciclo di incontri con i rappresentanti della Consulta degli immigrati di Ravenna, immaginati come momento di “formazione partecipativa”, con lo scopo di promuovere attraverso di loro, sul territorio, momenti di incontro legati al concorso con i figli, che coinvolgano attivamente le famiglie straniere ma anche quelle italiane.

Ho pensato che il materiale didattico che ho presentato questo sabato alle insegnanti presenti al work-shop potesse essere utile anche per altri insegnanti interessati a sviluppare il tema della diversità in prospettiva interdisciplinare, per cui inizio oggi a caricarlo sul sito, nella sezione “strumenti per la didattica”.

 

Incomincio dalla STORIA DEL QUADRATO NEL PAESE DEI ROTONDI, ottima per approcciare il tema della diversità, dell’accoglienza o dell’esclusione con i bambini, specie alle elementari.

Continuo quindi con LA STORIA DI ABIGAIL, ideale per una riflessione sui valori, che ci faccia comprendere come essi siano relativi e diversi non solo fra persone di culture diverse ma anche fra persona e persona all’interno di una stessa cultura.

 

Questa riflessione ci apre alla consapevolezza di quanto sia facile incorrere in incomprensioni, poiché le parole che usiamo possono essere interpretate in modo anche molto differente da chi ci ascolta; per trattare questo concetto sono ottimi il GIOCO DELLE ASSOCIAZIONI e il GIOCO DEL PLAGIO e le successive riflessioni che ne possono seguire.

 

Un esercizio simpatico e divertente che coinvolga, oltre alla coscienza cognitiva, anche la dimensione della consapevolezza corporea è il GIOCO DELLA SENSITIVA BOLIVIANA.

Un altro gioco di movimento, che richiede una grande cooperazione fra i partecipanti è quello delle 7 PERSONE CON 4 PIEDI.

 

Per chi volesse approfondire questo tema, carico anche una BIBLIOGRAFIA sul tema della diversità, intesa come Biodiversità, Intercultura e Diversità di genere.

 

E auguro a tutti un buon divertimento con diversa-mente!