La ricetta dell’infelicità

Oggi vesto i panni dello Chef per presentarvi una ricetta molto particolare, una ricetta che non troverete mai in nessun programma di cucina in tv: la ricetta dell’infelicità!

Mio fratello Osama

Devo sentirmi molto strano se proprio non riesco a festeggiare per la morte di Osama bin Laden? Gioire per un omicidio non mi pare molto lontano da quei video in cui lui si compiaceva per le vittime degli attentati.

Mi pare che si confonda la “vendetta” con la “giustizia” e in questo si finisce quasi per condividere la sua stessa morale, che ci ha abbruttiti un po’ tutti in questi dieci anni.

america-in-festa.jpgNo, io proprio non festeggio e anzi mi dispiace di vedere che alla fine – in un certo senso – lui ha vinto, perché è riuscito ad imporre la sua visione delirante a milioni di persone nel mondo.

Mi direte che se io avessi perso un familiare in un attentato la penserei diversamente… è probabile.

Ma con lo stesso principio dovremmo allora essere favorevoli alla pena di morte per ogni omicida, mentre io lo reputo un abbassarsi al suo stesso livello, un condividere nei fatti ciò che a parole si condanna.

Nel film Rapa Nui c’è una scena che mi ha colpito molto in cui dicono al protagonista: “Sei diventato quello che volevi combattere”.
Se davvero siamo diversi da come lui ci immaginava, dimostriamolo con i fatti!

So di dire una cosa molto impopolare, ma io oggi sono in lutto, è morto un mio fratello, per quanto peccatore fosse…

 

» Cosa è importante?»» Fraternità umana universale

 

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