Testa, cuore e pancia

Il cervello riesce a controllare le nostre paure? O forse è meglio coinvolgere anche il cuore?

Una riflessione su come avvengono le nostre scelte e su come possiamo cercare di valorizzare gli elementi razionali evitando di sprecarli.

Il buonsenso non basta, rivendico la centralità delle relazioni e degli affetti!

Atrio di una scuola media, ore 11,10. Sto aspettando che la dirigente mi riceva per presentarle i laboratori didattici che propongo all’Istituto.

Suona il campanello ed entra una ragazzina.

Si presenta: “Sono una ex-studentessa, l’anno scorso frequentavo la 1°D, poi mi sono dovuta trasferire in Puglia con la mia famiglia. Vorrei fare un saluto ai miei vecchi compagni di classe.

La bidella in portineria alza appena lo sguardo dai moduli che la stanno occupando e risponde: “Non è permesso. Devi aspettare l’uscita da scuola.”

Una insegnante, presente per caso alla scena, prova a mediare: “Ora non puoi entrare in aula, c’è lezione. Magari al cambio dell’ora, fra 10 minuti…”

La ragazza risponde cortese: “Va bene, aspetto.”

LePetitPrince_AntoineDeSaintExupery.jpgLa bidella ribatte decisa: No, non puoi entrare in aula.

L’insegnante riprende ancora la parola, rivolgendosi alla ragazza: “Non potresti aspettare l’uscita, alle 13?”

La ragazza risponde a voce bassa:
“No, stiamo per ripartire.”

Io e l’insegnante guardiamo la bidella, lei non muove di una virgola: “Non si può.”

Ma viene dalla Puglia -insisto io- e sta per ripartire… solo un saluto ai compagni.”

“Noi dobbiamo eseguire le disposizioni della dirigente”, ribatte perentoria la bidella.

La ragazza, sconsolata, gira i tacchi ed esce dalla scuola a testa bassa.

Rimango profondamente scosso da questa scena. Sono senza parole e arrabbiatissimo per come è stata cinicamente mortificata la ragazza.
(La bidella deve ringraziare il cielo che io abbia alle mie spalle una così profonda formazione nonviolenta…)

“Bastava un po’ di buonsenso…” penserete voi. Invece io dico di no!!!

Questa volta non mi basta. Non può essere solo una questione di buonsenso, di smussare gli angoli, di chiudere un occhio e aggirare la regola, nel classico stile “all’italiana”.

Le relazioni umane non possono essere messe così platealmente in secondo piano. Soprattutto non in una scuola!!!

Né si può dare semplicemente la colpa alla bidella -per quanto odiosa mi appaia la sua rigidità- perché lei è l’ultima ruota del carro, semplice esecutrice -facilmente ricattabile- di ordini altrui

Il problema è più profondo e diffuso, a livello culturale. Questa scena, a mio avviso, è emblematica di un vero e proprio conflitto fra la ragione e il cuore, che rivela l’importanza enorme che viene attribuita nella nostra società alla dimensione cognitiva rispetto e quella affettiva e relazionale.

E se la poniamo in questi termini ve lo dico chiaro e tondo, io non ho dubbi sulla parte dalla quale schierarmi! Ce l’ha indicata nitidamente Susanna Tamaro.

Però la soluzione non può essere questa. Non voglio entrare nella logica del conflitto.

Non dobbiamo diventare ultras da stadio e tifare per l’una o per l’altra parte, perché in educazione sappiamo perfettamente che l’equilibrio e la serenità di una persona dipendono proprio dall’equilibrio fra le sue varie dimensioni: cognitiva, corporea, affettiva, relazionale e spirituale.

Io capisco che nel momento in cui si stabilisce un regolamento sia giusto usare la testa, essere razionali e non emotivi. Ma anche su un piano puramente razionale sarebbe giusto ricordarci che siamo esseri umani, fatti non solo di cervelli da coltivare nella didattica, ma anche -e soprattutto- di affettività e relazioni, da curare nella consapevolezza del ruolo che queste rivestono nelle nostre vite e della fragilità che esse portano inevitabilmente con sé.

actu2009_ggally.jpgMa provate a pensare come si sarà mai sentita questa ragazzina alla quale è stato impedito di rivedere anche solo per un minuto i suoi compagni, di salutarli, di riabbracciarli… neanche nel regime carcerario più duro si impedisce ai delinquenti la visita dei familiari per alcuni minuti una volta al mese!

Per cui nei prossimi giorni io andrò dalla dirigente e le spiegherò l’accaduto per filo e per segno, cercando di essere costruttivo e non polemico, ma fermamente determinato ad ottenere che il regolamento, in qualche modo, riconosca la centralità delle relazioni e una violenza simile non abbia più ad accadere, in alcun modo.

Affinché altre ragazze, un domani, possano maturare e vivere i propri rapporti con gli altri con una sensibilità e una capacità di empatia ben più profonde di quelle che questa ragazzina ha dovuto subire in questa triste storia.

Testa, cuore e piedi

Ricevo e con immenso piacere pubblico oggi questa lettera del grande Francuccio Gesualdi, coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, il padre del movimento del consumo critico italiano, che “sogna” insieme a noi la nascita di un nuovo soggetto politico e in queste righe prova ad offrire spunti di riflessione per tracciarne la rotta.

 

 

Caro Michele,

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cop.aspx?s=B&f=200&x=0&e=9788835024583sostengo l’appello, dobbiamo ritrovare lo spirito di Lilliput che esalta la pluralità di azioni per l’unità di obiettivo. Dobbiamo abbandonare il senso di onnipotenza, che spesso ci fa sentire esclusivi, e capire che singolarmente siamo solo frammenti di un progetto più grande che dobbiamo costruire tutti insieme.
Un progetto che non sia solo di denuncia e di protesta, ma di proposta.

Un progetto che sappia dare risposte ai problemi sentiti dalla gente, tenendo conto che il contesto è cambiato, che non ci sono più spazi per il mito della crescita.
Un progetto che si basi sul senso di sazietà, sapendo che il passaggio dall’economia dello spreco all’economia della sufficienza non è solo una questione di stili di vita, ma di diversa organizzazione economica e sociale.

Questo è il progetto che dobbiamo costruire: un altro modello di società che pur disponendo di meno e sapendo di dover produrre meno rifiuti, sappia garantire a tutti un lavoro, il soddisfacimento dei beni e servizi fondamentali, la qualità della vita.
Un progetto che richiede testa, cuore e piedi, da parte di tutti.

 

Con affetto

Francuccio Gesualdi