Quello che serve, la tua parte

dal blog di Ezio Orzes

 

Mio nonno era un contadino, parlava poco, e quando parlava, lasciava spesso i discorsi a metà, se ne usciva con poche parole, mai definitive, ti guardava sornione e ti lasciava lì a pensare.
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http://www.ezioorzes.it/wp-content/uploads/2011/05/Il-contadino-V.van-Gogh..jpgIn quello spazio sospeso tra domande e risposte stava la saggezza del suo semplice cuore e della terra che curava con dedizione.

Da piccolo trascorrevo parte dell’estate da lui anche se abitava poco distante da casa mia.  Lo seguivo in campagna e apprendevo dalla misura dei suoi gesti quanto dalla sconfinata vivacità dei suoi occhi.

Alla sera quando insieme si tornava verso casa, si passava davanti alla fontana e poi ci si sedeva assieme sul carro, sotto il portico. Da lì si vedevano la campagna, i campi, i prati, i filari d’uva.

Era bello guardarsi indietro, lasciare lo sguardo scivolare sui bordi del campo e più su ad incontrare le nuvole oltre il bosco.

“Vedi – mi diceva mentre arrotolava la prima e ultima sigaretta della giornata – qualsiasi cosa farai nella vita dovrai restare sempre  un po’  contadino, dovrai prenderti cura di un pezzo di terra, con curiosità e attenzione, dovrai fare semplicemente quello che serve, la tua parte.

Ad Attilio


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Con la semplice coscienza del fornaio…»» La poesia ci ricorda che siamo stati tutti bambini!»» Il tempo della storia

Acqua e nucleare: il Governo ora ha paura

Dopo il recente successo del referendum per l’acqua pubblica a Berlino, il nostro Governo inizia a temere la straordinaria mobilitazione che potrebbe realizzarsi anche nel nostro paese per i referendum su acqua e nucleare, e corre ai ripari… come può.

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“Il ministro Maroni ha dichiarato oggi che al prossimo consiglio dei ministri proporrà il 12 giugno come giorno per lo svolgimento dei referendum.

Come è noto, si tratta dell’ultima data consentita dalla legge (che prevede che i referendum si svolgano tra il 15 aprile e il 15 giugno), altrimenti avremmo potuto anche rischiare di dover andare a votare a ferragosto.

E’ chiaro infatti che la scelta non è casuale: il 12 giugno le scuole saranno già chiuse e l’inizio della stagione estiva rappresenterà per chi può permetterselo un incentivo ad andarsene fuori città.  Questo almeno nei desiderata del ministro e del governo di cui fa parte, che evidentemente teme che questa volta i referendum possano raggiungere il quorum  e i sì vincere.

I timori del governo sono fondati – anche se non giustificano la decisione presa –  come dimostra il 1.400.000 firme raccolte per i quesiti sulla ripubblicizzazione dell’acqua, un risultato mai ottenuto prima.

Per questo Maroni  ha scelto la strada del boicottaggio, consapevole che la normale dialettica politica fra sostenitori del sì e del no lo vedrebbe perdente.

Meglio allora usare altri mezzi, pur di rendere difficoltosa  la libera espressione della volontà dei cittadini.

Al ministro va inoltre ricordato che fu proprio su sua proposta che nel 2009 le elezioni amministrative furono accorpate alle europee. Allora era preoccupato che non si sperperassero inutilmente soldi pubblici (calcolò un risparmio di 400 milioni di euro) con più tornate elettorali.

Oggi, malgrado si sia nel pieno della crisi economica, quella preoccupazione non c’è più.”


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