Dedicato ai “padroni delle nuvole”…

 

 

Dopo appena 9 giorni di raccolta firme, iniziata il 24 aprile scorso, il Comitato Promotore per i 3 Referendum per l’acqua pubblica comunica di aver superato le 250mila firme raccolte per ciascuno dei tre quesiti proposti.

 

Siamo già a metà delle firme necessarie, a un terzo dell’obbiettivo che il Comitato si era dato per la fine della raccolta.

 

La velocità di raccolta firme è straordinaria e da tutti i territori, anche dai più periferici, arrivano dati eccezionali. Tra le regioni in largo anticipo sulla tabella di marcia ci sono il Lazio (32mila firme), la Puglia (oltre 30mila firme), la Calabria (10mila). In Abruzzo sono state raccolte più di settemila firme, quattromila solo negli ultimi due giorni.

 

Il fine settimana del primo maggio ha replicato il successo del precedente.

File nei banchetti in tutta Italia, alle celebrazioni della Festa dei Lavoratori, nelle piazze e per la strade.

 

La raccolta prosegue fino alla prima settimana di luglio, la mappa dei banchetti di raccolta firme è su www.acquabenecomune.org

Si scrive acqua, ma si legge democrazia!

“Dalla Patagonia ci uniamo in solidarietá e fratellanza alla lotta per l’acqua, pubblica e diritto umano, non privatizzabile, né commercializzabile,

né in Italia né in altre parti.


Forza e coraggio, se i politici tradiscono il loro popolo, lo stesso popolo deciderà la sua storia.

 

Fraternamente”

+ Luis Infanti De la Mora

(Vescovo Vicario Apostólico di Aysén, Cile)

 

 

Per proporre un’iniziativa di legge di iniziativa popolare bastano 50.000 firme.


Il Forum italiano dei movimenti per l’acqua in soli 6 mesi ne ha raccolte ben otto volte tanto (400.000) a sostegno di una proposta di legge per la tutela, il governo e la gestione pubblica dell’acqua.

 

Un dimostrazione chiara di quella che è la volontà popolare su questo tema!

 

acqua-pubblica.jpgCiò nonostante, dal luglio del 2007 queste firme giacciono nei cassetti delle commissioni parlamentari.

 

In aprile 2009 il Forum italiano dei movimenti per l’acqua viene ricevuto per un’audizione presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, presentando questa relazione a sostegno dell’acqua pubblica.

 

Dimostrando grandissima capacità di ascolto, solo pochi mesi dopo (novembre 2009) il nostro simpatico governo approva l’articolo 15 del decreto Ronchi, che imprime un’ulteriore pesante accelerazione ai processi di privatizzazione in corso.

 

La reazione dal basso, per fortuna, non si è fatta attendere!

 

Date un’occhiata a questa mappa che mostra i Comuni che già hanno fatto delibere, odg, e modifiche al proprio statuto a favore dell’acqua pubblica.

 


Visualizza Acqua. L’appropriazione sociale in una mappa di dimensioni maggiori

LEGENDA:
- le gocce semplici rappresentano gli Enti Locali che hanno realizzato atti formali a favore dell’acqua pubblica (es. delibere, odg ecc.);
- le gocce cerchiate d’azzurro quelli che hanno realizzato, sempre in tal senso, modifiche al proprio statuto (ove possibile è riportato un link all’articolo dello statuto)


Ecco perché il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua insieme a numerose realtà sociali e culturali ha deciso di promuovere tre referendum abrogativi delle norme che hanno privatizzato l’acqua per rendere possibile qui ed ora la gestione pubblica di questo bene comune.

 

ACQUA-SCELTO-50X70-SPEDIRE.jpgSullo stop alle politiche di privatizzazione e sulla necessità di una forte, radicata e diffusa campagna nazionale, un vastissimo fronte in queste settimane si è aggregato al Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua: dalle associazioni dei consumatori alle associazioni ambientaliste, dal mondo cattolico e religioso al popolo viola, dai movimenti sociali al mondo sindacale, alle forze politiche.

 

Tutte e tutti insieme hanno deciso di lanciare a partire dal prossimo mese di aprile, una grande campagna di raccolta firme per la promozione dei tre quesiti referendari.


La Campagna verrà lanciata questo sabato a Roma con una grande manifestazione nazionale per l’acqua pubblica, alla quale siamo tutti invitati a partecipare…

 

Si scrive acqua, ma si legge democrazia!

Anche l’Abruzzo dichiara l’acqua “bene pubblico”

di Laura Pavesi, da Buone Notizie.it


Dopo il Comune di Venezia, anche la Regione Abruzzo riconosce l’acqua come “diritto umano” e il servizio idrico integrato come “privo di rilevanza economica”.

save-water-save-life.jpg

 

Il 2009 si chiude con un’ottima notizia: il Consiglio Regionale abruzzese ha approvato all’unanimità un emendamento che impegna la regione a preservare il carattere pubblico dell’acqua e che sancisce che il servizio idrico è da ritenersi privo di rilevanza economica.

 

La notizia arriva a un mese di distanza da un altro importante riconoscimento:  quello del Consiglio Comunale di Venezia dell’acqua come “diritto umano, universale, indivisibile e inalienabile” e del servizio idrico integrato come “privo di rilevanza economica”.

 

Nonostante la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, lo scorso 25 settembre 2009, del Decreto-legge 135/2009 (e in particolare dell’Art. 15), singoli comuni, province e regioni si stanno muovendo in controtendenza rispetto alla normativa nazionale in materia di gestione dei servizi idrici.

Ricordiamo, a questo proposito, che l’Art. 15 del Decreto-legge 135/2009 ha modificato l’Art. 23-bis della Legge 133/200. L’Art. 23-bis prevedeva, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a imprenditori o società mediante il ricorso a gara.

 

L’Art. 15 del D.L.135/2009, invece, sancisce l’affidamento della gestione dei servizi pubblici a rilevanza economica in favore di imprenditori o di società, in qualunque forma costituite o, in alternativa, a società a partecipazione mista pubblica e privata, con capitale privato non inferiore al 40%, e decreta la cessazione degli affidamenti “in house” a società totalmente pubbliche, controllate dai comuni, alla data del 31 dicembre 2011 (limitatamente a quelli in essere alla data del 22 agosto 2008). Dal 1° gennaio 2012, cioè, la gestione delle acque potabili italiane dovrebbe passare interamente in mani private.

 

Dal momento che la normativa nazionale rischia di vanificare qualsiasi sforzo in difesa della gestione pubblica dell’acqua a livello locale, cosa possono fare comuni, province e regioni? A loro, almeno per il momento, non resta che riportare nei propri Statuti il riconoscimento dell’acqua “come un diritto umano e bene comune pubblico“ e il conseguente riconoscimento dei servizi idrici quali “servizi pubblici locali privi di rilevanza economica”.

 

Questo è ciò che stanno chiedendo molti privati cittadini, associazioni e movimenti italiani che difendono la gestione pubblica dell’acqua, ed è proprio ciò che intendono fare, in tempi brevi, sia il Comune di Venezia che la Regione Abruzzo.

 

Per approfondire: D.L. 135/2009

 

>> Ecco come riappropriarsi dell’acqua pubblica

>> Sei la massima ricchezza che esista al mondo…

>> Difendiamo l’acqua pubblica

Ecco come riappropriarsi dell’acqua pubblica!

Ho da poco scritto un altro post sull’assurdità della privatizzazione dell’acqua che il Governo sta realizzando e su come sia possibile per i Comuni riappropriarsi del servizio idrico attraverso una semplicissima modifica del proprio statuto che oggi rendo disponibile, da scaricare.

acqua_pubblica.jpg

 

Che l’acqua pubblica sia possibile per legge lo dimostra un’analisi puntuale della normativa condotta dall’avvocato Maurizio Montalto, vice-coordinatore della Commissione ambiente all’interno del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli.

L’articolo 23 bis, infatti, che sostituisce l’articolo 113 del Testo unico degli enti locali, disciplina l’affidamento dei servizio solo nell’ipotesi che ci sia “scopo di lucro”. Quando questo accada o meno, tuttavia, non può disciplinarlo il governo centrale. Le norme, in questo caso, le decidono gli enti locali.

 

La conferma alle sue parole arriva dalla Corte dei Conti della Lombardia, che nel rispondere a una richiesta di parere del Comune di Malnate (Va) in merito all’articolo 23 bis scrive:


“L’art. 23bis opera una scelta di fondo a favore del ricorso al mercato nell’esternalizzazione dei servizi pubblici a rilevanza economica.

Tuttavia, non è possibile individuare a priori, in maniera definita e statica, una categoria di servizi pubblici a rilevanza economica, che va, invece, effettuata di volta in volta, con riferimento al singolo servizio da espletare, da parte dell’ente stesso”.

 

Mi unisco pertanto all’Associazione dei Comuni Virtuosi nel rivolgere un caloroso invito a tutti i Comuni affinché apportino una modifica al proprio Statuto comunale che sancisca in modo inequivocabile che l’acqua è un bene comune e non una merce.

Chiedo a tutti i lettori di spronare il proprio sindaco, i propri assessori e consiglieri comunali a mettere all’ordine del giorno del consiglio comunale questa decisione di buon senso!

 

Diffondiamo il virus, dal basso. Ci sono più di 8.000 Statuti comunali che attendono solo di essere modificati…

graffetta2.jpg

 

Proposta modifica articolo Statuto comunale