Il tabacco che scopre le mine antiuomo

tabacco-mine.jpgLa notizia, che ho letto su Wired, non mi ha fatto cambiare prospettiva rispetto agli Organismi geneticamente modificati, che continuo a guardare con sospetto e prudenza per i rischi potenziali che comportano per la salute e per l’ambiente, ma in questo caso non ho potuto che gioire per le straordinarie prospettive che si aprono per milioni di persone in tanti paesi del mondo.

 

Un’azienda di biotecnologie danese, insieme all’ Istituto di biologia molecolare dell’Università di Copenhagen, sta perfezionando una pianta di tabacco modificata geneticamente in grado di scovare le pericolosissime mine antiuomo.

 

Aresa, questo il nome dell’azienda, ha sviluppato quello che si può chiamare a tutti gli effetti un biosensore in grado di rilevare la presenza di mine o altri ordigni inesplosi presenti in una determinata zona.

Il meccanismo si basa sul fatto che le mine, una volta interrate, col tempo rilasciano nel suolo il biossido d’azoto (NO2).

 

La pianta di tabacco che cresce vicina agli ordigni riesce ad assorbire il biossido d’azoto e a cambiare il colore delle sue foglie dal verde al rosso segnalando agli sminatori dove operare.

 

Questo permette di ridurre fino a 5 volte i tempi di sminamento impiegati normalmente.

 

Negli ultimi anni Aresa ha effettuato diversi test sia in Danimarca che in Africa utilizzando tre tipi differenti di mine, ottenendo ottimi risultati sull’efficacia della pianta; dal 2008 le prove si sono poi spostate in Serbia e in Croazia dove la guerra ha lasciato in eredità, oltre a morte e distruzione, un numero indefinito di mine antiuomo.

 

Una notizia di importanza straordinaria se si considera che, secondo l’ICBL (International Campaign to Ban Landmines), le mine causano ancora oggi qualcosa come 20.000 vittime ogni anno.