Nucleare? Ecco come ti cucino l’opinione pubblica…

Il nostro amatissimo premier ha incontrato oggi “l’amico Putin” -come l’ha definito lui stesso- in un vertice bilaterale fra Italia e Russia.

 

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Berlusconi, temendo che qualcuno potesse dimenticarsene, ha voluto subito ricordare di essere legato al premier russo “da molti anni da stima, amicizia e affetto”.

 

Ognuno ha gli amici che merita, verrebbe da dire, ma non è questo il punto, ora.

 

“Abbiamo parlato molto del futuro dell’energia nel mondo -ha aggiunto Berlusconi- e siglato un accordo che può segnare una svolta per il nucleare.”

 

Proprio oggi, giorno in cui ricorre il 24° anniversario del disastro di Chernobyl, il premier riconferma ancora una volta in suo grandissimo “sense of humour” e trova simpatico promuovere il nucleare, annunciando che il ministro Scajola “è intenzionato a far partire i lavori entro questa legislatura”.

 

Prima di individuare un luogo in cui realizzare la prima centrale nucleare però -ha concluso Berlusconi- “bisogna che cambi l’opinione pubblica italiana; dobbiamo fare una vasta opera di convincimento, guardando alla situazione francese”.

 

Non importa che tutti i sondaggi mostrino un’opinione pubblica assolutamente contraria al nucleare, senza considerare poi il fatto che gli italiani si erano già espressi democraticamente con un referendum su questo tema, rifiutandolo con fermezza.

 

nucleare_pulito.jpgL’opinione pubblica, infatti, non si ascolta, si crea!!!

 

Io non mi stupisco affatto, è da diversi anni ormai che attraverso le tv viene formata l’opinione pubblica degli italiani, in modo da legittimare preventivamente le scelte che si stanno per compiere.

 

Prepariamoci dunque nei prossimi mesi a questa “vasta opera di convincimento”, espressione perfetta di pluralismo, democrazia e libertà.

 

Proprio come le intende “l’amico Putin”.

Il 75% degli italiani è contro il nucleare!

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Tre italiani su quattro non vogliono nemmeno prendere in considerazione l’idea di una centrale nucleare nella propria provincia. E il 72 per cento non crede che le attuali tecnologie nucleari garantiscano elevati standard di sicurezza.

 

E’ il verdetto che esce dall’indagine sulla democrazia energetica condotta dall’Istituto Format per conto di Somedia su un campione statisticamente rappresentativo della popolazione italiana di età superiore ai 18 anni (sono state effettuate 1.000 interviste con il sistema Cati dal 14 al 17 settembre 2009).

 

L’atomo esce bocciato in modo netto, nonostante il lungo pressing del governo che ha aperto all’industria francese del settore, in forte difficoltà di bilancio e alle prese con l’aspro contenzioso giudiziario per l’impianto di nuova generazione che sta subendo un rinvio dopo l’altro in Finlandia.

 

Che il nucleare non piaccia agli italiani del resto sembra essere una conclusione alla quale è arrivato anche Palazzo Chigi: il governo ha deciso di rinviare la definizione dei siti per le quattro centrali che intende costruire a un periodo successivo alle elezioni regionali di primavera.

 

Ricordate quando -oltre un anno fa- io mettevo in discussione un sondaggio di SWG per Confesercenti che pareva dimostrare il contrario, sostenendo che il loro modo di porre le domande avesse orientato le risposte?

 

Ha proprio ragione Francesco De Gregori quando canta:

“La storia da torto o da ragione.”

 

“Se potessi avere… tre centrali al mese”

Rifkin.jpg“Scommetto che in Italia non ci sarà nessuna centrale nucleare”.

Lo ha dichiarato l’economista Jeremy Rifkin durante un incontro con gli studenti dell’università La Sapienza di Roma, in occasione dei dieci anni compiuti da Banca Etica.

 

Secondo Rifkin infatti la quantità di energia che le centrali nucleari riescono a produrre è un’inezia: “Oggi in tutto il mondo sono presenti 439 centrali che realizzano solo il 5% dell’energia. Nei prossimi 20 anni molte di queste centrali andranno rimpiazzate. E nessuno dei top manager del settore energetico crede che lo saranno in una misura maggiore della metà. Ma anche se lo fossero tutte si tratterebbe sempre di un risparmio del 5%. Ora, per avere un qualche impatto sull’ambiente, si dovrebbero ridurre del 20% le emissioni di Co2. Bisognerebbe dunque costruire almeno 3 centrali ogni 30 giorni per i prossimi 60 anni. Così si fornirebbe il 20% di energia totale, la soglia critica che comincia a fare una differenza. Ma, è evidente che questo non è possibile”.

 

“Inoltre -ha ricordato Rifkin- “nel 2025 le scorte di uranio si esauriranno” e “già non c’è abbastanza acqua per raffreddare i reattori, basti pensare che solo la Francia utilizza il 40% delle risorse idriche a questo scopo”.

 

C’é poi il problema delle scorie. “Non sappiamo ancora come trasportarle e stoccarle. Gli Stati Uniti hanno investito 8 miliardi di dollari in 18 anni per stoccare i residui all’interno di montagne dove sarebbero dovuto restare al sicuro per quasi 10 mila anni. Invece, hanno già cominciato a contaminare l’area”.
Rifkin propone di “fare diventare le nostre case centrali energetiche”. “Dobbiamo trovare l’energia nel nostro giardino, prendendola dal terreno e dal sole”, solo così si possono risolvere i problemi legati alla scarsità delle risorse energetiche e alle emissioni inquinanti. Inoltre, per trovare un accordo sul tema, in vista del vertice di Copenaghen sul clima, ha invitato i governi a presentare dei programmi che non assomiglino a “punizioni ma a opportunità”. Per quanto riguarda i cittadini, Rifkin ha consigliato di iniziare a “ridurre il consumo di carne” e ad “adottare la dieta mediterranea”. Infatti, secondo l’economista “il 37% delle emissioni di metano e anche una parte di quelle di anidride carbonica” sono proprio dovute alla produzione di carne.

“L’inganno”: una splendida inchiesta sul nucleare!

logo_Report.jpg“Alla fine si tratta solo di riscaldare acqua per far girare delle turbine che devono produrre elettricità.
Ma non è che sia un po’ esagerato mettere in moto una reazione nucleare per fare l’acqua calda?
E’ pericoloso? Conviene realmente? Si può fare diversamente?”

A queste e ad altre domande risponde l’inchiesta di Report dal titolo esplicito “L’INGANNO”, di Michele Buono e Piero Riccardi, che è andata in onda  domenica 29 marzo su RAITRE.


Michele Buono
, che ho il piacere di conoscere personalmente, sarà anche fra i relatori al Seminario sulle Buone Notizie a Gubbio, il 18-19 aprile.

 

Se vi foste, per qualche ragione, persi questa splendida inchiesta potete vederla ora sul sito di Report a questa pagina.

“La Storia comincia nel 1953 e le intenzioni erano ottime: atomi per la pace – diceva Eisenhower – sottrarre l’atomo al controllo militare e usarlo per fare l’elettricità. Andò tutto bene per molti anni, poi successe quello che non doveva succedere: gli incidenti. Sellafield, Three Miles Islands, Chernobyl. E fu così che cominciò un lento declino del sistema. Nel 2002 l’ultima punta massima di produzione elettronucleare. Nel mondo i reattori sono 436: 8 in meno rispetto al 2002. Stanno invecchiando e nessuno si affretta a rimpiazzarli. Dal 1979 negli Usa non sono state più costruite centrali nucleari. Bush aveva promesso un rilancio dell’elettronucleare ma non se ne fece niente: l’investimento troppo rischioso per le banche e i soldi pubblici in giro ce ne sono pochi per via della crisi. Barak Obama taglia gli incentivi all’atomo e punta su rinnovabili e efficienza energetica. Stessa cosa fa la Germania dove una legge del 2002 stabilisce che non si costruiscono più centrali e i reattori esistenti man mano che giungono a fine vita si spengono. Intanto però si devono ancora fare i conti con le scorie. Di quanto costi poi il nucleare in termini di salute delle persone sembra meglio non parlarne. L’azione dell’Oms è blindata da un accordo del 1959 con L’AIEA (Organizzazione internazionale per l’energia atomica) che a sua volta dipende dal Consiglio di sicurezza dell’ Onu: in poche parole quello che sappiamo degli effetti del nucleare sulla nostra salute dipende dagli interessi dell’industria atomica. E la Francia con 58 reattori? Non è per niente indipendente per quanto riguarda l’energia e i problemi sul territorio sono tanti. Ma l’industria nucleare – francese, americana – è sempre in piedi e preme da tutte le parti per costruire. In Italia si sta parlando di rinascimento nucleare, ci siamo affidati ai francesi perche ci hanno detto che le loro centrali sono le più sicure, è vero? E poi quando saranno terminate la nostra bolletta elettrica sarà veramente più bassa?”

 

21 agosto: tutti al mare, esplode il fenomeno Bolt… “questo è il momento perfetto per un decreto!”

                              21 AGO

1773616065.3.jpg21 AGOSTO: metà degli italiani è in spiaggia, distesa a godersi il meritato riposo; le prime pagine dei giornali sono tutte concentrate sulle olimpiadi di Pechino, e in particolare sul fenomeno Bolt che ha ripetuto il miracolo anche sui 200 metri…

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Non potrebbe esserci un momento migliore per un bel “decreto balneare”, da far passare nell’assoluto silenzio stampa.

Ed è così che proprio in questo giorno, sullo sfondo del glorioso record del mondo di velocità, in un decreto fantasma del Governo riappare il nucleare…

Spulciando infatti tra i punti del Decreto Legge 133/08, troviamo 2 articoli che incentivano la costruzione, sul suolo italiano, di centrali nucleari di quarta generazione, e lo sviluppo di studi ed applicazioni scientifiche in merito.

 

Senza dare nell’occhio, quindi, sembra che il referendum che decise l’abbandono del nucleare, oltre 20 anni fa, sia stato scavalcato, in barba alle numerose polemiche e contestazioni che erano scoppiate nei mesi scorsi.

 

Certo, questo è solo un decreto legge, che stabilisce in modo generico i punti di partenza per il ritorno al nucleare, il quale dovrà sempre passare dal Parlamento per l’approvazione definitiva, ma calcolando l’ampia maggioranza di Governo sia alla Camera che al Senato, il rischio si fa molto concreto e diventa sempre più urgente parlarne, diffondere informazione e smascherare la propaganda!

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Per approfondire: Clicca qui

“venite bambini, per merenda la mamma vi ha preparato nucleare e nutella…”

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906964229.jpgQuesta è l’immagine del nucleare che stanno cercando di trasmetterci: sicuro, pulito, efficiente e soprattutto economico!!!

 

La propaganda è ormai quotidiana, con l’obiettivo evidente di creare il consenso e legittimare la decisione assurda di installare nuove centrali nucleari in Italia, facendosi beffa del referendum del 1987.

 

 

E uno degli strumenti più efficaci in questo senso è creare e diffondere la sensazione che ormai la maggioranza della popolazione sia già favorevole…

 

Anche il recente sondaggio realizzato da SWG per Confesercenti va in questa direzione, mostrando che il 54% degli Italiani sarebbe favorevole al nucleare.

 

Un risultato “leggermente differente” da quello ottenuto da un sondaggio analogo realizzato da IlSole24Ore, secondo il quale sarebbe invece favorevole al nucleare solo l’8% degli italiani, mentre il 57% risulterebbe favorevole alle fonti di energia rinnovabili!

Il risultato del sondaggio SWG è il frutto prevedibile della domanda, che è stata posta in modo tale da orientare già la risposta:

 

“Negli ultimi mesi si è riaperto il dibattito sulla realizzazione di centrali nucleari all’interno del territorio italiano, per permettere la produzione di energia a costi ridotti. Lei cosa ne pensa?”

La prospettiva dei “costi ridotti” è ovviamente allettante, e indirizza già la risposta; ma per chi si occupa di questioni energetiche è chiara ormai la consapevolezza che il nucleare non ridurrebbe affatto i costi dell’energia in Italia.

L’uranio 235 diventa sempre più raro e difficile da estrarre; il suo costo è cresciuto di 6 volte negli ultimi 5 anni (cioè il triplo di quanto è cresciuta la benzina!) e le prospettive per il futuro sono ancora peggiori; questo rende gli investimenti in questo settore poco allettanti per gli stessi investitori.

Secondo un recente studio Usa condiviso dall’industria atomica (il Nuclear Power Joint Fact-Finding) l’elettricità di una nuova centrale nucleare è destinata a costare il doppio (8-11 centesimi di dollaro per kWh) rispetto alla media.

68768770.jpg Non a caso la gara per la costruzione di nuove centrali indetta da Bush è andata deserta fino a quando l’amministrazione non ha introdotto un incentivo di 1,8 centesimi di dollaro al KWh, la stessa cifra prevista per l’eolico.
Sostenere che il ritorno al nucleare riduce la bolletta è falso, ormai questo lo ammettono anche i più seri sostenitori dell’atomo.

 Inoltre i recenti incidenti verificatisi nel giro di poche settimane, in Spagna nella centrale di Cofrentes, in Slovenia nella centrale di Krsko e ancor più in Francia a Tricastin, con fughe radioattive che hanno contaminato 97 operai e fuoriuscita di acque contenenti uranio riversatesi in due fiumi della zona, hanno riaperto il dibattito sulla sicurezza delle centrali, mentre resta sempre attuale il problema delle scorie radioattive, che impiegano milioni di anni per decadere.
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Inoltre, se ancora non bastasse, in termini di occupazione il nucleare crea 5 volte meno posti di lavoro rispetto all’eolico -tanto per fare un esempio fra le rinnovabili- a parità di energia prodotta, con 100 posti per GWh generato, contro i 542 dell’eolico.

 

 

 

 

 

Per concludere, sentite cosa ha detto al proposito del nucleare il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia:

  

Se avessimo posto la domanda con queste premesse forse avremmo ottenuto un risultato leggermente differente…

Ve la immaginate? Sarebbe stata più o meno così:

“Negli ultimi mesi si è riaperto il dibattito sulla realizzazione di centrali nucleari all’interno del territorio italiano, pur sapendo che queste non ridurrebbero affatto i costi dell’energia, ma aumenterebbero i rischi di incidenti, e che dopo pochi anni di attività sarebbero già da smantellare a spese dei contribuenti.”

Vogliamo provare a rifare il sondaggio con queste premesse?!?