Alcuni giorni… (brevi appunti dalla Sicilia)

“Camminando per le strade di Agrigento, meravigliosa, incrocio una signora anziana, che sale ansimante le scale di un vicolo.

La saluto con una battuta e ci inchiacchieriamo.

Mi racconta che vive con suo marito, in pensione, e con il figlio che era camionista, ma ora è disoccupato.

Sopravvivono -perché vivere è un’altra cosa- con 400 euro al mese.

“Tolte alcune spese fisse -mi dice- ci rimangono solo 10 euro al giorno, in tre.
Alcuni giorni dobbiamo saltare…”

Mi viene da piangere.

La saluto con infinito affetto, vorrei abbracciarla come fosse la mia nonna.

La valle dei templi si staglia imponente all’orizzonte -memoria di un’antica gloria- ma per le strade le insegne silenziose dei negozi falliti gridano tutta la disperazione di questa terra forte e intensa.”

(ma alla sera dello stesso giorno…)

“Ho appena terminato un appassionato incontro di formazione su intercultura e metodologie partecipative con oltre un centinaio di insegnanti delle scuole medie e superiori di Agrigento e dintorni.

Tanta energia, tanta voglia di cambiamento, un desiderio sincero di promuovere la partecipazione nei ragazzi…

Anche questo è la Sicilia!!!

Che terra incredibile, piena di emozioni e contraddizioni, sempre intensa e capace di sorprendere.”

Alla scoperta di significati… la differenza fra informazione e conoscenza!

Come osservavo sulla mia pagina facebook qualche settimana fa, ispirato da questa illuminante immagine sulla differenza fra informazione e conoscenza:

“Creare le connessioni è la vera sfida del nostro tempo,
il solo processo in grado di aiutarci a scoprire o costruire significati.”

informazione-conoscenza

fonte: www.gapingvoidart.com

 E dicendo questo non mi riferivo solo alle connessioni mentali -fondamentali e che cerco di promuovere continuamente nell’attività educativa e culturale- ma anche a tutte quelle reti di relazioni, necessariamente reali e non solo virtuali, fra le persone, le comunità, le realtà associative che permettono di arricchirsi reciprocamente attraverso un proficuo scambio di idee, esperienze, emozioni…

Se non scrivo da tempo in questo blog -e un po’ mi spiace- è proprio per questa intensa e meravigliosa attività culturale di costruzione di ponti, che mi rende difficile trovare il tempo per condividere il “viaggio” e le tante riflessioni che esso ogni giorno mi suggerisce.

Ci provo ora, in estrema sintesi, quasi a voler tracciare una mappa delle relazioni e delle attività che in questa rete di connessioni si intrecciano in questo periodo.

Quasi tutte le mattine, in questi mesi, sono nelle scuole per laboratori con i ragazzi.

cesena,energie per la città,energie rinnovabili,fotovoltaico,solare,risparmio energetico,efficienza,educazione ambientale,scuole,kaleidos,michele dotti,lia montaltiHo appena finito gli incontri a Cesena con le 12 classi delle scuole medie coinvolte nel Progetto “Con l’energia giusta possiamo essere tutti supereroi” e stiamo ora lavorando con questi ragazzi alla preparazione di elaborati (video, cartelloni, installazioni, musiche, testi…) da presentare negli eventi pubblici, in programma a breve.

Sul tema dell’intercultura, sempre con le scuole, sto seguendo il Progetto “Chi è straniero?” con la Casa delle Culture di Ravenna e il Progetto “Testimoni Privilegiati” con il Centro Risorse a Cervia, dove a breve dovrebbe partire anche un bel Progetto sull’Educazione alla Legalità, a cavallo fra educazione civica e ai valori, in collaborazione con la Polizia Municipale, il Comune e la Regione.

In parallelo a questo, continua, sempre più intensa, l’attività di formazione e divulgazione, attraverso incontri pubblici in giro per l’Italia.

Lunedì 10 marzo sarò a Cervia per una serata con i genitori all’interno del Percorso “E adesso che facciamo?” dal titolo “Ma ha iniziato lui!!! Giustizia, libertà… e altri valori”.

Mercoledì 12 sarò a Bastia (Padova) per un incontro pubblico promosso dalla Diocesi sul tema “Presente e Futuro: possibilità di lavoro e globalizzazione”.

Giovedì 13 nel pomeriggio terrò una formazione per gli insegnanti presso l’auditorium della scuola Don Milani a Faenza, all’interno del bel Progetto “Formarsi Partecipando”. Si tratta di un percorso promosso da Confcooperative, che punta a promuovere metodologie e processi partecipativi e che ci vede attivi, con la nostra Cooperativa Kaleidos, anche a Ravenna, Forlì, Cesena e San Marino.

incontro-energia-san-carloVenerdì 14 dalle 20,30 sarò a San Carlo per la prima di dodici serate pubbliche all’interno del Progetto Energia a Cesena. Sarà l’occasione per promuovere una maggiore consapevolezza sul tema del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili, non solo da un punto di vista ambientale, ma anche sociale, occupazionale e in rapporto ai temi della pace, dei diritti e della qualità di vita, per tutti!

Lunedì 17 tornerò a Cervia per un’altra serata di formazione con i genitori, che prende il titolo dal mio nuovo libro “Sbagliando non s’impara”.

Sabato 22 a Cesena dalle 17 alle 19 per il primo evento pubblico del Progetto Energia, che coinvolgerà anche le scuole, sotto il loggiato del Municipio.

Lunedì 24 a Gorizia con l’amico Marco Boschini per incontri sull’energia con le scuole e con gli amministratori pubblici.

Martedì 25 a Martorano di Cesena, presso il Circolo ENDAS – La palazeta, per un’altra serata del Progetto Energia.

Venerdì 28 ancora per la formazione genitori a Cervia, sul tema “Ognuno è perfetto. Alla ricerca dei propri talenti.”

scheda-tecnica.jpgDal 31 marzo al 6 aprile sarò in Sicilia, fra Caltanissetta, Agrigento e Messina per una fitta serie di incontri pubblici e di formazione con insegnanti, oltre ad incontri nei teatri con i ragazzi delle scuole superiori con “Sogno e son desto!”.

L’8 aprile ancora a Cesena, presso il quartiere Cervese Nord, sempre per il Progetto Energia.

Il 9 al Teatro San Giuseppe di Faenza, insieme agli alunni dell’Istituto “Strocchi”, con “Sogno e son desto!”.

E infine, ultimo ma non certo per ordine di importanza, sto iniziando a collaborare con Jacopo Fo all’organizzazione del 1° Festival delle Ecotecnologie che si terrà ad dal 26 luglio al 2 agosto ad Alcatraz.

Sarà un grande evento, in cui cercheremo di far incontrare e mettere in connessione fra loro il mondo della ricerca, quello dell’impresa, l’associazionismo ambientale, i Comuni virtuosi, il mondo della cooperazione internazionale e chiunque altro abbia a cuore questo tema e ne comprenda il ruolo centrale in tutte le scelte per il prossimo futuro.
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Cosa si può fare con un bicchiere…

Una vera meraviglia!!! 600 ragazzi coordinati in maniera straordinaria, che trasmettono un’energia vitale trascinante.

Il brano “Amhrán na gCupán” (la canzone della coppa) è in gaelico, con un accompagnamento strumentale davvero particolare…

La voce solista è Laoise Nolan, irlandese di appena 16 anni, che ha di recente prodotto un album dal titolo “In The Pink” in aiuto del National Breast Cancer Research Institute. Sua madre è una sopravvissuta al cancro.

Il video mostra una classe durante un’immersione estiva nel linguaggio gaelico.

(L’idea è presa dallo splendido video Pitch Perfect’s “When I’m Gone” di Anna Kendrick)

Assolutamente da sperimentare coi ragazzi a scuola!

Finiamola con le favole ecologiste e pacifiste…

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Questo non è davvero il momento per parlare di ambientalismo o perderci in utopiche illusioni pacifiste.

Siamo nel pieno di una crisi economica – ed occupazionale – senza precedenti e di questo è necessario occuparsi, seriamente!

Non intendo ripetere qui le analisi già sentite mille volte in questi mesi sulla necessità di risanare il nostro debito e riequilibrare lo spread fra i nostri BTP e gli equivalenti bund tedeschi. Vorrei provare a dare invece un contributo di riflessione su come cercare di mantenere per quanto possibile il denaro, e di conseguenza anche l’occupazione, in Italia.

Per fare questo credo sia utile riflettere un attimo sul saldo della bilancia commerciale italiana, sul rapporto cioè fra le nostre esportazioni e le importazioni dall’estero.

Questo aspetto assume un ruolo davvero decisivo in un mercato globale che si muove sempre più su una dimensione internazionale.

In teoria infatti, come amano ricordarci spesso, noi dovremmo trarre benefici dallo scambio con l’estero perché l’esportazione porta ricchezza nel nostro paese e se pensiamo che essa è cresciuta nel 2010 del 15,7%, nonostante la crisi, sembrerebbe esserci di che ben sperare.

Purtroppo però, nel bilancio complessivo, l’import supera di gran lunga l’export e soprattutto cresce a un ritmo quasi doppio (+22,6%) rispetto alle esportazioni, per cui ci siamo ritrovati nel 2010 di fronte a una perdita netta per le nostre tasche di 27,3 miliardi (pari a una intera manovra finanziaria!) e ad un trasferimento continuo di ricchezza all’estero.

Nel 2011, secondo le proiezioni Istat sui dati di novembre, dovrebbe essere andata un po’ meglio (si fa per dire) con una perdita netta di “soli” 25,8 miliardi di euro a causa di “un aumento congiunturale” delle esportazioni del 2,3% per il mese di novembre.

Un dato incoraggiante, ma che non sposta di una virgola la riflessione: se non riusciamo a riequilibrare questo rapporto non potrà esserci alcuna sostenibilità economica strutturale e nessuna manovra sarà sufficiente per uscire definitivamente dalla crisi!

(A chi ci ricorda, di continuo, che la Cina potrebbe essere per noi un mercato potenziale enorme voglio semplicemente far notare come essa rappresenti appena il 2,3% delle nostre esportazioni, in lievissima crescita, mentre costituisce già ora il 7% delle importazioni e in forte aumento!)

Se poi guardiamo nel dettaglio ci accorgiamo che un quarto delle importazioni è rappresentato da prodotti finiti o semilavorati e da materie prime, ma in realtà è l’energia a rappresentare la principale fonte di questo squilibrio per il nostro paese, costituendo il 75% della perdita nel 2010. Senza le importazioni di energia saremmo addirittura in attivo. E il dato delle importazioni dei prodotti energetici è cresciuto ulteriormente nel 2011 (+17,2%) aggravando ancora il nostro saldo energetico.

Quindi occorre una riflessione seria sulla nostra autonomia energetica, come condizione per poter avere anche una autonomia politico-economica!

 

Continua a leggere nel mio blog sul Fatto Quotidiano…

Nucleare: porci domande o porci comodi?

Di una cosa sono certo: è sempre un bene continuare a porci domande, a prescindere dal fatto di poter trovare subito le risposte o meno.

Anzi, forse è meglio non trovarle affatto!!! Il dubbio infatti alimenta la curiosità e fa progredire la conoscenza, mentre le certezze la paralizzano.

Chiediamoci allora seriamente:

– come produrre occupazione stabile?

– come salvaguardare l’ambiente, anche per le future generazioni?

– come evitare disastri, prevenendoli prima di arrivare alle emergenze?

Qualche giorno fa, in un mio articolo ho provato a rispondere a queste domande, senza alcuna pretesa di esaustività ma semplicemente per cercare di offrire un piccolo contributo costruttivo e andare oltre le sterili polemiche a cui spesso assistiamo su questi temi.

Le domande rimangono comunque aperte e le risposte vanno cercate tutti

insieme. Tuttavia, mentre noi ci poniamo queste domande e riflettiamo con pazienza sulle possibili risposte, c’è chi  si muove con molta più disinvoltura.

Grazie al Decreto Romani che taglia gli incentivi per il fotovoltaico 120.000 occupati rischiano di rimanere a casa; si tratta di oltre 1.000 imprese a rischio chiusura, per un ammontare di 13 miliardi di investimenti già effettuati che potrebbero andare in fumo.

Un po’ come chiudere la FIAT con un decreto. Senza contare poi il danno ambientale…

E tutto questo per che cosa???

193236364-6268dc57-cac9-42d6-8386-f2d21b05a6c3.jpgMi pare legittimo il sospetto che sia semplicemente per l’interesse di pochi, che vogliono continuare a proporre sfrontatamente il nucleare, nonostante tutto e tutti.

Non è forse sufficiente quello che sta succedendo in Giappone?

Cosa deve succedere ancora perché si possa dire che il nucleare è una pura follia, da tutti i punti di vista?

Il nostro governo sostiene che occorre con urgenza rendersi indipendenti dai combustibili fossili e ridurre il costo dell’energia.

Peccato però che i nuovi impianti che si vorrebbero costruire sarebbero forse produttivi soltanto tra 15 anni; e per la “modica cifra” di trenta miliardi di euro, coprirebbero solo il 4% del nostro fabbisogno energetico.
Senza neppure ridurre i costi, oltretutto.

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E’ davvero questa la strada da intraprendere per il nostro futuro? Non sarebbe già sufficiente un serio piano di risparmio energetico per andare oltre questa percentuale?

Continuiamo a porci domande, dunque, come sano antidoto per contrastare quanti continuano ostinatamente e sfacciatamente a farsi i propri porci comodi.

 

Per approfondire questo tema vi consiglio di continuare a leggere qui di seguito queste interessanti analisi di Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento.

Quattro idee sul nucleare

.di Mao Valpiana

.1.. Le centrali nucleari forniscono energia elettrica. In Italia non ne abbiamo bisogno: negli ultimi anni la potenza installata è aumentata, mentre la domanda è diminuita: la domanda è

di circa 60 GW (gigawatt). La potenza elettrica installata in Italia all’inizio 2010 è pari a 94 GW. Quindi non c’è nessun bisogno reale di nuova energia elettrica (per trasporti e riscaldamento usiamo petrolio o gas).

2.. Si dice che le centrali nucleari ci garantiranno l’indipendenza energetica. Falso. Le centrali utilizzano come combustibile l’uranio. Le principali miniere di uranio sono in Australia e in Africa, oggi sotto controllo cinese, o in Ucraina, Uzbekistan, Kazakistan, oggi sotto controllo russo. Quindi il nucleare è una fonte che crea dipendenza da Cina o da Russia.

3.. Ma quanto costa l’energia prodotta dalle centrali? Troppo. Il costo Kwh (kilowatt/ora) del nucleare è maggiore di  quello di ogni altra fonte (i costi ufficiali in centesimi di dollaro sono: nucleare: 10,2 – eolico: 9,9 – carbone: 9,8 – gas: 8,2 ), questo perchè oltre agli investimenti per la costruzione di una centrale, bisogna calcolare anche il costo di smantellamento, che può persino raddoppiare.

4.. Il governo italiano ha previsto 4 nuove centrali nucleari, con un costo di 30 miliardi di lire. Queste 4 centrali, se tutto va bene, entrerebbero in funzione fra 15/20 anni, e produrrebbero il 5% dell’energia nazionale. E’ del tutto evidente la sproporzione tra investimento e risultato. Il 5% è quanto si può ottenere da subito con una seria politica di risparmio e di efficienza degli impianti già esistenti.

Bastano queste 4 cifre per dimostrare che il nucleare in Italia non ha senso e serve solo ad assicurare affari ad un ristretta lobby. A questo aggiungiamo che il governo propone il nucleare senza aver presentato al paese un serio piano energetico (fabbisogno, previsioni, consumi, costi, ecc.) e che il problema delle scorie radioattive non è ancora stato risolto.

La conclusione è semplice, ed è la stessa di tanti anni fa: Energia nucleare? No, grazie.

 

 

» Consumi energetici, con l’efficienza potremmo ridurli di tre quarti .» 120 Km contro il nucleare! .» Autarchia energetica .» Il 75% degli italiani è contro il nucleare! .» “AAA – Lavoro verde cercasi…”

 

Consumi energetici, con l’efficienza potremmo ridurli di tre quarti

 


tratto dal sito “il Cambiamento”

Preferire politiche di efficienza energetica ci farebbe risparmiare il 73 per cento di energia. Basterebbe apportare piccole modifiche a edifici, veicoli e strutture industriali per risparmiare circa i tre quarti del consumo complessivo. A confermarlo è uno studio condotto da un’equipe di ricercatori della Cambridge University pubblicata sull’Environmental Science and Technology e comparsa online sul New Scientist qualche giorno fa.

Se davvero si vuole risolvere il problema del fabbisogno energetico e del riscaldamento globale, allora sarà necessario considerare la questione non solo dal lato dell’offerta del servizio, ha spiegato Julian Allwood, che ha condotto la ricerca, ma anche da quello della domanda. Ridurre la domanda è il primo passo, dunque, ma per farlo non è detto che bisogna radicalmente cambiare il proprio stile di vita. Questa, in parole semplici, è la tesi dei ricercatori di Cambridge che hanno al centro una serie di ‘buone pratiche’ per rendere efficienti edifici, strutture e veicoli.

Per esempio: isolare edifici e abitazioni con pareti più spesse e tripli vetri, usare i coperchi sulle pentole per la cottura degli alimenti, eliminare i serbatoi di acqua calda, ridurre la temperatura impostata di lavatrici e lavastoviglie, limitare il peso delle autovetture a 300 kg (tuttavia, Allwood riconosce che quest’ultima modifica comporterebbe problemi di sicurezza per come i veicoli sono progettati attualmente).

Certo, c’è da dire che a questo andrà aggiunta la volontà da parte di ognuno di porre comunque un po’ d’attenzione in più nei confronti del consumo d’energia. Anche perché, come ha sottolineato anche Nick Eyre, del gruppo Lower Carbon Futures alla Oxford University, non basta un edificio efficiente se poi chi lo abita apre continuamente le finestre mentre fuori fa freddo.

Tuttavia, lo stesso Eyre ha riconosciuto che le conclusioni raggiunte dai colleghi di Cambridge sono ‘potenti‘ dal punto di vista politico. Questo perché spostare l’attenzione dall’approvigionamento di energia all’efficienza delle infrastrutture può avere un impatto importante per le decisioni che vengono prese.

“L’enfasi sull’importanza di ‘sistemi passivi’ suggerisce con forza che la visione convenzionale sul sistema energetico e sulla politica energetica dev’essere ampliata per includere l’energia come viene utilizzata, non solo il modo in cui è fornita e convertita”, ha infatti concluso Eyre.

» 120 Km contro il nucleare! .» Autarchia energetica .» Il 75% degli italiani è contro il nucleare! .» “AAA – Lavoro verde cercasi…”

Il 75% degli italiani è contro il nucleare!

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Tre italiani su quattro non vogliono nemmeno prendere in considerazione l’idea di una centrale nucleare nella propria provincia. E il 72 per cento non crede che le attuali tecnologie nucleari garantiscano elevati standard di sicurezza.

 

E’ il verdetto che esce dall’indagine sulla democrazia energetica condotta dall’Istituto Format per conto di Somedia su un campione statisticamente rappresentativo della popolazione italiana di età superiore ai 18 anni (sono state effettuate 1.000 interviste con il sistema Cati dal 14 al 17 settembre 2009).

 

L’atomo esce bocciato in modo netto, nonostante il lungo pressing del governo che ha aperto all’industria francese del settore, in forte difficoltà di bilancio e alle prese con l’aspro contenzioso giudiziario per l’impianto di nuova generazione che sta subendo un rinvio dopo l’altro in Finlandia.

 

Che il nucleare non piaccia agli italiani del resto sembra essere una conclusione alla quale è arrivato anche Palazzo Chigi: il governo ha deciso di rinviare la definizione dei siti per le quattro centrali che intende costruire a un periodo successivo alle elezioni regionali di primavera.

 

Ricordate quando -oltre un anno fa- io mettevo in discussione un sondaggio di SWG per Confesercenti che pareva dimostrare il contrario, sostenendo che il loro modo di porre le domande avesse orientato le risposte?

 

Ha proprio ragione Francesco De Gregori quando canta:

“La storia da torto o da ragione.”