Con questa pandemia le nostre relazioni stanno cambiando profondamente… ma non è detto che debba essere per forza in peggio. 😉
Un curioso esperimento ce lo dimostra.
Questo è il mio terzo intervento a TV2000 all’interno del programma Beati Voi – Laudato si’, condotto da Alessandro Sortino e ispirato all’Enciclica ecologista di papa Francesco.
Il tema della puntata era l’economia, che io ho cercato di sviluppare al plurale, perché in realtà mentre noi pensiamo sempre al sistema di mercato -cosiddetto capitalistico- come fosse l’unico, per fortuna esistono anche altri sistemi economici, fondati su basi diverse, che -spesso in silenzio- tengono in piedi il mondo!
Ho provato a spiegarli attraverso l’esempio di un utensile di uso comune: il trapano!
Beh, magari non proprio esattamente uguali… però qualcosa in comune effettivamente l’abbiamo.
Se non diamo peso al fatto che loro si incontrano a porte chiuse e operano in modo a dir poco opaco, mentre noi siamo aperti a tutti e ci muoviamo in modo trasparente.
Se non si considera che loro fanno tutto per i propri interessi privati, mentre noi ci impegniamo per il bene comune. Ignorando per un attimo il fatto che in nome di questi interessi sono disposti a sacrificare i diritti umani, la pace, l’ambiente e le culture, mentre noi siamo animati proprio dalla tutela e dalla promozione di questi ultimi.
Se vogliamo ignorare la differenza fra chi considera la diversità un problema, o addirittura una minaccia, e chi – come noi – la ritiene un valore imprescindibile. Mettendo per un istante fra parentesi il fatto che per loro le uniche categorie per comprendere la realtà sono quelle dell’individualismo, della competitività e dell’omologazione, mentre per noi sono fondamentali la socialità, la cooperazione e la creatività.
A parte il fatto che i contenuti delle loro discussioni non sono mai registrati o riportati all’esterno, mentre noi trasmettiamo tutto in diretta streaming e poi lo lasciamo disponibile online anche una volta finito l’evento…
Se ignoriamo tutto questo, beh, non è difficile scorgere le somiglianze fra il famigerato segretissimo Summit di questi gruppi di potere e il nostro Festival EcoFuturo.
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Qui da noi c’è il noto detto “l’unione fa la forza”, che sembrerebbe incoraggiare decisamente verso la cooperazione. Peccato soltanto che ci sia anche il suo esatto opposto “chi fa da sé fa per tre”, che di fatto lo neutralizza.
In Africa, invece, dove non esiste l’equivalente del nostro secondo detto, un proverbio recita in maniera molto esplicita: “Quando le formiche uniscono le loro bocche possono trasportare un elefante”.
A me questo proverbio piace da matti, perché rispetto al nostro “l’unione fa la forza”, ci dice anche quanto sia grande questa forza, cioè ci fa capire che insieme è possibile realizzare imprese che altrimenti apparirebbero impensabili ancor prima che impossibili.
Del resto, come diceva simpaticamente Albert Einstein: “Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare finché non arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa.”
Chi pensa di poter far da sé, molto spesso non ha fiducia negli altri e pensa solo a sé stesso. Anche se sostiene di fare molto per gli altri, probabilmente mente a se stesso.
Chi vuole davvero fare qualcosa per gli altri infatti, se è sincero, normalmente non impiega molto a capire che il modo migliore per farlo è anche con gli altri!
E’ dunque necessario mettersi in gioco, per quello che veramente siamo, in modo autentico e sincero.
(breve estratto dal mio nuovo libro “Sbagliando non si impara”)
Tutti parlano, anzi gridano, ognuno certo di aver trovato la verità. Mi guardo intorno e spesso non vedo dialoghi ma solo tanti monologhi.
Io credo invece che sarebbero opportuni un po’ di umiltà e di ascolto. Reciproco anzitutto, ma forse ancor più della natura, che cerca in ogni modo di comunicarci qualcosa.
Dopo aver cercato per secoli di trasformare la natura secondo le nostre ideologie, con evidenti catastrofici effetti, è giunto il momento di ribaltare completamente il nostro approccio ed iniziare ad improntare la costruzione delle nostre società sulla base di quello che io amo chiamare il “linguaggio della vita”, che la natura parla da sempre e che grazie all’ecologia noi iniziamo negli ultimi decenni a conoscere sempre meglio!
Come ci ha insegnato il grande Fritjof Capra, ci sono alcuni principi che sorreggono ogni sistema vivente, dai quali non si può in alcun modo prescindere. Andrebbero insegnati a scuola a partire dalle scuole elementari!!!
I principali sono questi:
1) diversità: è una vera costante in natura, essenziale in qualunque organismo vivente, dal più minuscolo dei batteri fino al più grande degli ecosistemi. E’ un valore imprescindibile, invece spesso ci viene presentato come un problema.
2) interdipendenza: siamo tutti collegati fra noi e con tutti gli altri organismi viventi del pianeta. Chi parla di indipendenza non ha un’idea di cosa essa sia. Provate a immaginare a quali condizioni noi potremmo essere indipendenti da un punto di vista delle materie prime, tanto per intenderci. Non avremmo rame, ferro, alluminio, stagno…
3) cooperazione: pensate al nostro corpo; se i diversi organi seguissero la logica della competizione (su cui sembra fondarsi tutta la nostra società) moriremmo immediatamente! La vita è possibile perché c’è cooperazione fra i diversi organi, tutti collegati fra loro.
4) ciclicità: tutto in natura è ciclico, dall’acqua all’energia, dalle stagioni alla nostra respirazione… l’aver interrotto i cicli a favore di una visione lineare è una delle grandi fonti di catastrofi moderne!!! Dalla folle gestione dei rifiuti al dissesto idrogeologico, passando attraverso le fonti di energia non rinnovabile e l’idea delirante di una crescita illimitata in un mondo limitato.
Occorre prendere coscienza che il consumismo è una malattia! C’è una sola cosa che in natura si moltiplica all’infinito, senza limiti: è la cellula tumorale. E sappiamo bene, purtroppo, cosa questo comporti.
Einstein diceva che “l’uomo intelligente risolve i problemi, ma l’uomo saggio li previene”. Io credo proprio che avesse ragione e che oggi più che mai ci sia bisogno di cambiare prospettiva e rivedere completamente il nostro modo di organizzare le società, impostandole sulla base di questi elementari principi vitali.
Si tratta di una rivoluzione culturale più che tecnologica. Abbiamo già tutto quello che occorre per una conversione ecologica delle nostre società, mancano solo una corretta educazione e informazione che creino le condizioni per una matura volontà di cambiamento.
Non è facile, lo so perfettamente, ma se abbiamo chiara la direzione in cui camminare siamo già a metà del cammino.