I Maya avevano ragione!

Mi ha molto colpito, nelle ultime settimane, incontrare durante i miei Laboratori didattici -specialmente con i ragazzi delle superiori- tanti alunni preoccupati per la fine del mondo.

Non credevo che tante persone potessero davvero credere ad una simile sciocchezza, priva di qualunque fondamento, di ogni minimo elemento concreto, semplicemente alimentata dai mass media per puro business.

maya,fine del mondo,paura,emozioni,2012,tempo ciclico,sentimenti,alunni,giovani,adultiMolti erano davvero spaventati e stupiti che si continuasse a vivere la quotidianità come se nulla stesse per accadere.

Così ne abbiamo discusso insieme, in classe. Volevo capire il loro punto di vista.

Fondamentalmente non hanno saputo presentare nessuna argomentazione seria, se non esplicitare le proprie emozioni di fronte ad alcuni servizi tv confezionati ad arte per terrorizzare.

In sostanza potremmo dire che per i nostri ragazzi, quello che li emoziona è vero, perché le loro emozioni sono vere.

Questo passaggio mi pare degno di interesse, perché ci svela uno dei processi psicologici basilari sui quali si fonda tanta parte della comunicazione e della pubblicità. E ci spiega anche tanti problemi sociali che ci sembra incredibile non si riesca a risolvere.

Io credo che sia fondamentale allora educare i nostri ragazzi a riconoscere le proprie emozioni, che sono sempre vere e autentiche, ma al contempo a distinguerle da ciò che le ha prodotte, che invece potrebbe anche essere falso.

Dedicare un po’ di  tempo a riflettere su questa distinzione, specialmente oggi che il mondo non è finito, col senno di poi, può essere a mio avviso una cosa estremamente utile!

Potremmo dire allora che sì -è vero- i Maya avevano ragione, perché finito il loro lunghissimo calendario la ruota ha continuato a girare, dimostrando ancora una volta -se mai ce ne fosse bisogno- che il tempo è ciclico, come loro credevano e come ritengono la stragrande maggioranza dei popoli e delle culture del pianeta.

Pensare che la fine di un ciclo potesse rappresentare la fine della storia -a prescindere dalla data- è un’interpretazione assurda, di chi ha una visione del tempo (prevalentemente) lineare come noi.

E anche se il mondo non è finito, le paure che i nostri ragazzi provavano, e che mi hanno esplicitato molto francamente, restano ugualmente vere e autentiche.

Imparare dunque a riconoscere queste paure, così come tutte le altre emozioni, controllarle verbalizzandole e razionalizzarle è allora un compito educativo fondamentale, che tutti dovremmo porci esplicitamente.

E non solo rispetto ai più giovani.

2012: è la fine del mondo… o della malaria?

medical_malaria.jpgMentre continuano inarrestabili le voci sulla presunta fine del mondo, indicata per l’anno 2012 da tutti i più antichi calendari -da quello Maya fino al più affidabile Pirelli- pochi giorni fa è arrivato l’annuncio che per quella data potrebbe iniziare invece… la fine della malaria.

 

Fra 3 anni infatti dovrebbe essere pronto un vaccino che evita l’infezione nel 64% dei casi; il merito della scoperta va a Joe Cohen, 65 anni, ex ricercatore della New York University, ora a capo di un gruppo di ricerca sui vaccini contro le più temibili malattie infettive, dalla malaria alla tubercolosi, all’AIDS.

 

Si tratta di una notizia straordinaria, che meriterebbe di rimanere sulle prime pagine dei giornali per un mese!

 

La malaria è infatti ancora oggi, fra le malattie, la seconda causa di morte nel pianeta (dopo la tubercolosi), con 500 milioni di malati -di cui il 90% in Africa tropicale- e 1 milione di morti ogni anno, per lo più bambini sotto i cinque anni. Più di quanti ne muoiano ogni anno in tutte le guerre del mondo.

 

Alcuni hanno fatto notare quanto sia paradossale che tale risultato, di importanza storica, arrivi proprio dai laboratori della contestatissima casa farmaceutica Glaxo, quella che si schierò contro Mandela per i farmaci anti-AIDS liberi da brevetto e pertanto a minor costo…

E ancora più che esso sia il frutto di ricerche avviate trent’anni fa su commissione delle forze armate statunitensi per salvaguardare i militari americani impegnati nelle zone tropicali, dove la malaria rappresentava un pericolo superiore alla stessa guerriglia.

 

Ma secondo me hanno dimenticato una cosa ancora più importante: un ringraziamento particolare a tutti gli impavidi utenti Microsoft, principali “contribuenti” della “Fondazione Bill & Melinda Gate”, grazie ai quali i fondi stanziati annualmente per combattere questo morbo sono passati dalle poche decine di milioni di dollari degli anni Novanta agli attuali 2 miliardi di dollari.

 

La vostra pazienza, per tanti anni, di fronte alle mille falle di Windows è stata premiata! Con il vostro sacrificio avete scritto una pagina di storia.

Se fosse stato per me, e per tutti gli altri utenti Apple o Linux, non saremmo mai arrivati a questo risultato.

 

Forse ora si capisce perché le migliaia di maledizioni scagliate contro Bill ogni volta che i computer si bloccavano non hanno mai prodotto frutti… c’era un disegno superiore, che nessuno poteva nemmeno lontanamente immaginare: dai virus informatici al vaccino contro la malaria.

 

A voi dedico anche un mio personale ringraziamento. Io so infatti di cosa si tratti per esperienza personale: ho preso la malaria 4 volte in Africa e l’ultima volta me la sono vista davvero brutta; i book-makers inglesi mi davano 1 a 100.

 

Per fortuna hanno perso la scommessa…