Caro Pallante, il popolo del buon senso esiste, diamogli voce!

_

_

y1p0B2TURcSfwB4R0qPNfKqhg2r735UgxeiKrMiyxQs_jt8mXYS6v4DZOdzeFufKJCI34F_tuMQeq8

_

L’articolo pubblicato ieri nel suo blog sul sito de “Il Fatto Quotidiano” da Maurizio Pallante è in realtà una lettera personale che lui mi ha scritto in data 16 agosto e alla quale io ho risposto il giorno successivo d’impulso, risentito e in qualche modo -credo legittimamente- offeso.

 

Il fatto che lui ora abbia scelto di renderla pubblica mi chiama in causa personalmente e mi impone una replica, che però voglio sia più costruttiva della mia risposta personale scritta a caldo a Pallante.

 

 

Caro Maurizio,

 

innanzi tutto vorrei ringraziarti per il credito che hai dato alla mia proposta per cercare di offrire agli italiani un’opportunità diversa nel campo della politica.

Già il fatto che si inizi a discuterne è per me un grande successo.

Le critiche che muovi alla nostra proposta sono certamente pertinenti e coerenti.

 

Credo che ci sia però un problema di linguaggio e che tu abbia interpretato quel che ho scritto troppo alla lettera. Quel che volevo dire, parlando di “Partito del buon senso e dell’onestà” è quel che sentono, che vorrebbero molti italiani: un po’ di etica e di efficienza in Parlamento.

 

La mia era una lettera che tentava di saggiare l’interesse, con un tono volutamente evocativo.

E se hai dedicato tempo ed energie a rispondermi è perché ovviamente anche tu hai a cuore il bisogno di voltare pagina in questo disastrato panorama politico che ha tolto rappresentanza alla gente lasciandola delusa e confusa, divisa.

 

Allora accolgo il tuo invito alla concretezza e a proposte circostanziate girando la richiesta in altro modo.

E’ piuttosto probabile che fra qualche mese andremo ad elezioni.

Pensi che ci sia il modo di unire quella parte del popolo italiano che ne ha le tasche piene di questo andazzo, della Casta, di Berlusconi e di tutto il resto?

Come si fa?

 

Io conosco un’Italia diversa, che incontro nel mio impegno di solidarietà per il Burkina Faso, nelle tante associazioni che si battono per la difesa del territorio, per un’economia etica, per l’efficienza energetica, per la dignità dei disabili, la formazione a una cultura del rispetto e dell’accoglienza.

 

E vedo un’Italia diversa da quella che raccontano i telegiornali, fatta di impegno, di dedizione, di professionalità nel cercare di creare nei fatti pezzi di un mondo migliore.

 

Questo è il popolo del buon senso e dell’onestà. Se non ti piace la definizione buttiamola via, troviamo parole migliori. Non ha importanza.

 

Ma siamo d’accordo sul fatto che questa Italia -della quale il Movimento della Decrescita Felice fa parte a pieno titolo- non ha oggi una rappresentanza politica, non riesce a rappresentare le proprie aspirazioni in Parlamento?

Continua a leggere l’articolo sul mio blog de “Il Fatto Quotidiano”…

Caro Pallante, il popolo del buon senso esiste, diamogli voce!ultima modifica: 2010-09-11T17:55:00+02:00da micheledotti
Reposta per primo quest’articolo

5 pensieri su “Caro Pallante, il popolo del buon senso esiste, diamogli voce!

  1. ho letto il post di Pallante e lo trovo fuori luogo…toni che si potevano evitare.. ma fa nulla .. il tuo sogno è il sogno di molti.. a prescindere dai tecnicismi… le difficoltà sono tante.. ma per raggiungere un sogno si devono affrontare con il tuo spirito ottimista i vari ostacoli e non bisogna mai demordere!! o lasciarsi sopraffare..

    continuiamo a sognare.. altrimenti sono guai! per la fase soluzioni come hai detto tu, siamo circondati da Soluzioni ai problemi del paese, basta la volontà di applicarle di renderle realtà! e poi con una vera partecipazione della cittadinanza si trovano piu facilmente le soluzioni giuste!

  2. Grazie mille per il tuo sostegno Laura!!!

    Hai ragione, le difficoltà sono tante… ma noi siamo nitidamente
    consapevoli che il nostro sogno è il sogno di molti e stai tranquilla che non molliamo!!! 😉

    Andiamo avanti fino in fondo e continuiamo a cucire con pazienza e determinazione, nell’interesse del Paese e delle generazioni future.

    (Sia chiaro, non sto usando un plurale maestatis, è che ci stiamo lavorando in tanti…)

    Come tu dici giustamente con una vera partecipazione della cittadinanza sarà più facile trovare le soluzioni che ancora noi non vediamo.

    Proprio in questo riponiamo la nostra fiducia, non tanto in noi stessi!
    Crediamo che la società civile nel suo complesso abbia le idee, le proposte e le persone che occorrono per creare una proposta alternativa concreta e credibile. Ecco perché siamo così ottimisti.

    Come scriveva Nelson Mandela: “Un vincitore è solo un sognatore che non si è mai arreso”.

    Avanti tutta allora, continuando a tessere relazioni…

    Un abbraccio grande,

    Michele

  3. Anche a me l’articolo di Pallante è parso perentorio, come se non sapesse, proprio lui, a quali realtà ti riferissi tu parlando di buon senso e onestà. E’ vero che il buon senso può fare appello a coscienze comuni molto differenti fra loro, ma non è di categorie che si sta parlando, semmai del carattere che accomuna gli italiani che tu hai conosciuto. Sperimentare se e come si possa collaborare su vasta scala è un tentativo che vale la pena di fare. Mi spiace vedere come le difficoltà sorgano sempre dall’incapacità di riflettere dal punto di vista degli altri. Ma la tua replica, Michele, è l’esempio opposto. Grazie!

  4. Caro Michele,

    credo che parte della reazione di Maurizio sia dovuta al fatto che da sempre MDF ha dichiarato di non voler mai diventare un partito.

    Idea che condivido appieno poichè ritengo che quella di MDF sia una proposta di vita “applicabile” a tutti i partiti.

    Ciò non di meno ritengo che quanto tu auspichi si stia già realizzando a livello locale attraverso le cosidette Liste Civiche.

    Vedi, il sistema politico italiano è molto articolato e complesso ma prevede sempre e comunque la suddivisione in partiti. Ciò non accade in altre -e forse migliori- democrazie dove, fino a livello comunale e provinciale almeno, le compagini che si presentano alle elezioni sono più trasversali ed apportatrici di programmi e visioni di sviluppo locale diverse ma non “partiticamente schierate”. Da noi invece spesso i programmi dei candidati sindaci (di destra e di sinistra) sono sostanzialmente uguali e i voti si raccolgono con gli stessi meccanismi partitocratici dei livelli elettivi superiori.

    Ebbene io credo che le nostre idee pian piano si faranno strada a livello locale attraverso le liste civiche che, sempre più spesso, sostituiranno al governo cittadino le maggioranze partitocratiche, Successivamente avverrà la presa di coscienza a livello regionale e nazionale, da parte di tutti i partiti.

    Processo troppo lento per quanto il pianeta, l’economia e la nostra società possono sostenere? Non credo in mezzo lustro ce la possiamo fare.

    Un fraterno abbraccio. Nello

  5. Ciao a tutti,

    ci sono molti modi di partecipare al cambiamento, per semplificare dirò che gli interventi possono essere di natura analitica (o soggettiva) o sintetica (o collettiva).

    Per esempio sono interventi di natura analitica quelli fatti dalle associazioni di volontariato, che si occupano di agire con e per l’individuo. Quindi si agisce sul singolo individuo, per una crescita sociale più duratura.
    Cambiare la società cambiando gli individui è un compito a lunghissimo termine, ma che da risultati più permanenti nel tempo.

    Gli interventi di natura sintetica sono invece quelli che mirano a cambiare la società come organismo unico di sintesi, mettendo quindi in secondo piano l’individuo, che viene considerato solo in quanto cellula di un organismo più vasto.

    L’azione in campo politico può, in questa definizione, essere considerata di sintesi, in quanto tende ad agire sui parametri collettivi, sociali ed economici.
    I suoi risultati possono essere più immediati, ma meno duraturi nel tempo.
    A questo punto si pone il dilemma, agire subito ma senza cambiare, se non marginalmente, la natura stessa della società, oppure impiegare i decenni o le centinaia di anni per un cambiamento radicale e duraturo?

    La mia risposta è: ognuno, secondo la sua natura e preparazione deve agire sull’individuo o sulla società, per cambiare subito le cose urgenti e cambiare durevolmente la struttura.

    E’ un po’ insolito e alquanto difficile che le persone che naturalmente si occupano dell’individuo, siano le stesse che si occupano della politica. Questo per la natura stessa dei due tipi di attività, quella collettiva contrapposta a quella individuale.

    Incontriamoci se volete, ma senza illusioni e senza volere entrare in politica prima del tempo.

    Per quanto riguarda M5S, ne ho fatto parte a Treviso e ne sono stato molto deluso, quindi vorrei evitare di perdere tempo con un tipo di impostazione dirigistica che non fa parte della mia natura ed esperienza.

I commenti sono chiusi.