La crisi non sfiora l’energia verde: in un anno quasi raddoppiati i Comuni rinnovabili

 

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Sono 5.991 i Comuni delle rinnovabili in Italia, ossia quelli che hanno installato almeno un impianto per l’energia pulita nel proprio territorio, 2.801 in più rispetto allo scorso anno.

 

Una crescita che riguarda tutte le fonti: solare fotovoltaico, solare termico, mini idro-elettrico, geotermia, impianti da biomasse magari collegati a reti di teleriscaldamento, che complessivamente sono diffusi ormai nel 79% dei Comuni.

 

E stanno dando forma a un nuovo modello di “generazione distribuita che cambia profondamente il modo di guarda­re all’energia e al rapporto con il territorio. Da Monrupino (Ts) a Minervino Murgie (Ba), da Pinerolo (To) a Florinas (Ss), l’Italia pullula di buone pratiche, esperienze positive e replicabili che mostrano qual è la vera ricetta – subito realizzabile – per un futuro più pulito, sostenibile, capace di far risparmiare soldi alle famiglie e alle amministrazioni che sappiano investire in innovazione, aumentando significativamente i livelli di comfort abitativi e qualità della vita.

 

A descrivere con puntualità il panorama delle fonti pulite è il Rapporto Comuni Rinnovabili di Le­gambiente, giunto quest’anno alla quarta edizione, che evidenzia una significativa crescita della diffusio­ne per tutte le fonti e i parametri presi in considerazione, mostrando come le energie pulite possano rappresentare la migliore soluzione anche per rispondere alla crisi economica e per guar­dare con un po’ di ottimismo al futuro.

Queste realtà sono oggi la migliore dimostrazione del fatto che per l’Italia puntare su un modello di generazione distribuita incentrato su impianti efficienti da fonti rinnovabili è una prospettiva ben più credi­bile, moderna e desiderabile di quella che vorrebbero muovere i paladini del nucle­are.

“Il rischio però è che senza una radicale accelerazione degli interventi non sarà possibile realizza­re gli obiettivi, diventati vincolanti, fissati dall’Unione Europea al 2020 – ha continuato Zanchini. E che non siano colte appieno le potenzialità esistenti, con la conseguenza di continuare a guardare con invidia ai 240mila occupati in Germania nelle fonti rinnovabili, a sognare i 65mila occupati nell’eolico possibili in Italia (secondo le stime dell’Anev al 2020) e magari altrettan­ti nel solare termico, nel fotovoltaico, nelle biomasse”.

 

I Comuni premiati


Le esperienze premiate sono: Dobbiaco e Prato allo Stelvio per la categoria Comuni 100% rinnovabili, Lecce perchè in grado di soddisfare il 100% del fabbisogno elettrico delle famiglie attraverso le rinnovabili, Carano per il progetto più innovativo.

A Dobbiaco è grazie a 255 kW di impianti fotovoltaici (75 kW in più rispetto allo scor­so anno) e a 1.279 kW di mini-idroelettrico che si supera ampiamente il fabbisogno elettrico delle famiglie (+269%). Sono inol­tre installati pannelli solari termici (1.270 mq) e grazie alla rete di teleriscaldamento allacciata a due impianti – uno da biomas­sa da 25 MW e uno da biogas da 132 kW – si arriva a coprire ben oltre il fabbisogno termico dei cittadini residenti. L’impianto di teleriscaldamento a biomassa inaugurato nel 1995 è in grado di soddisfare anche il fabbisogno termico del limitrofo Comune di San Candido. A Dobbiaco la biomassa utilizzata è il cippato di origine locale, pro­veniente da residui delle potature boschive, cortecce, scarti di legno dalle segherie e dalle industrie.

Nel Comune di Prato allo Stelvio invece il mix energetico è composto da ben 6 tec­nologie rinnovabili diverse. Sono installate due centrali di teleriscaldamento da biomassa per una potenza totale di 1,4 MW, 4 impianti idroelettrici per complessivi 2.050 kW, impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 1,1 MW, un impianto eolico da 1,2 MW. Grazie a queste fonti rinnovabili il Comune è in grado di risparmiare più di 5 mila tep di combustibili fossili e 14 mila tonnellate di anidride carbonica. I soli impianti di teleriscaldamento permetto­no ai cittadini allacciati alla rete di poter risparmiare in bolletta il 30% sui consu­mi di energia termica.

Il Comune italiano con più di 50 mila abitanti, che evidenzia i migliori risultati è Lecce, che ha installato impianti solari termici (4.500 mq) e fotovoltaici (6 MW), ma anche 36 MW di eolico. Complessiva­mente questi impianti sono in grado di soddisfare il 100% del fabbisogno elettrico delle famiglie. Gli impianti fotovoltaici sono stati realizzati grazie ad incentivi regionali e al Conto Energia, ma anche alla velocità ed alla snellezza delle procedure autorizza­tive e burocratiche. I siti su cui si collocano i pannelli fotovoltaici sono i più diversi, tra capannoni industriali, centri commerciali, distributori di carburante, edi­fici scolastici ed ecclesiastici e ovviamente piccoli impianti su abitazioni private. Il Comune ha imposto alle società interes­sate alla creazione di parchi fotovoltaici a terra di realizzare aree omogenee (evitando che le aree coltivabili diventi­no estremamente frazionate) ed ha escluso alcune aree paesaggisticamente tutelate come zone di possibile intervento.

A Carano (TN) invece sono stati installati circa 3.000 pannelli fotovoltaici per una potenza di 500 kW sopra una vecchia cava di porfido, capaci di generare energia elettrica pari al consumo dei tre quarti degli abitanti del piccolo comune trentino.

 

E c’è ancora chi crede che sia necessario costruire centrali nucleari…

La crisi non sfiora l’energia verde: in un anno quasi raddoppiati i Comuni rinnovabiliultima modifica: 2009-03-07T00:16:00+01:00da micheledotti
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