Ritorna il ghiaccio al polo nord: gli orsi in festa, ma povero giornalismo…

Ac

Accendo la tv e mi ritrovo al Tg Leonardo un servizio sui ghiacci del polo nord che si sono riformati, grazie ad una crescita straordinaria e imprevista da settembre 2008 ad oggi.

 

Secondo le rilevazioni satellitari rilevate dal Centro per lo studio del clima artico dell’Università dell’Illinois, infatti, l’estensione della banchisa artica, che si era fortemente ridotta negli ultimi tempi, è ritornata in pochi mesi allo stesso livello di 30 anni fa.

 

Un’ottima notizia! Davvero.

 

Ma il modo con cui la notizia viene trattata dai mass-media, ancora un volta, mi fa mettere le mani nei capelli.

(Che sia per questo che stanno scomparendo?!? E più rapidamente dei ghiacci…)

 

E’ penoso vedere come hanno affrontato questo cambio di fronte le grandi testate giornalistiche; quelle stesse che avevano diffuso e alimentato la favola dei 9 orsi alla deriva, a 600 km dalla costa per lo scioglimento dei ghiacci.

 

Per chi volesse togliersi una curiosità, in questo sito è possibile ripercorrere la cronistoria di quella notizia, di come fosse nata e di come si fosse gonfiata strada facendo, come una valanga, rimpallando da un cronista all’altro.

 

Ma vediamo come se la sono cavata in questo passaggio…

La Repubblica scieglie di sposare ciecamente, e improvvisamente, una fra le tante teorie che tentano di spiegare il fenomeno, ma lo fa con saggezza, scegliendone una, quella delle alghe che assorbirebbero la CO2, che non mette in discussione il dogma della CO2 come principale responsabile dell’effetto serra.

 

Il Corriere della sera e La Stampa, a titolo di esempio, si limitano invece, ancora più semplicemente, ad un sano vecchio “taglia e incolla” da articoli stranieri (date un’occhiata a questo, a titolo di esempio; non vi pare che assomigli un pochino?) per poi tradurli dall’inglese, magari con un traduttore automatico.

 

Ah, che difficile mestiere quello del giornalista…

 

Ma poveri i miei capelli che sicuramente scompariranno molto prima dei ghiacci polari.

 

Ritorna il ghiaccio al polo nord: gli orsi in festa, ma povero giornalismo…ultima modifica: 2009-01-08T02:19:00+01:00da micheledotti
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9 pensieri su “Ritorna il ghiaccio al polo nord: gli orsi in festa, ma povero giornalismo…

  1. Scusa, sono in contatto con un altro sito ecologista sul quale si afferma che la notizia dell’incremento dei ghiacci al polo è una bufala e si riportano i dati dell’ente americano per il monitoraggio della neve e dei ghiacci. I dati sono rapportati alla medie fatta sui dati satellitari tra il 1979 ed il 2000. Ho obiettato che il periodo di osservazione mi appare troppo limitato per dire alcunchè!
    Avresti informazioni alternative a queste?

    Francesco

  2. le idiozie ecoòogiste non hanno limite. l’ uomo non interviene affatto nelle modifiche del clima . rimane i solòe la fonte primaria del clima,
    La corrente del golfo ,in un anno porta tanto calore quanto
    quello generato dalla combustione di tutto il carbome estratto nella terra in 20 anni
    Nel 700 i veneziani metttevano una campanella al collo agli appestati perchè bisognava stare alla lòarga dagli infettati
    ora la metterei al collo degli ecologisti, falsamente e per scopi economici guidati ,affinchè non infettino con le loro idiozie il sapere scientifico.
    Sono ormai 700 gli scienziati ,veri, non fasulli che hanno affermato che
    il riscaldamento globale generato dall’ uomo tramite l’emissione di co2 è una bufala.

  3. Caro Antonio,

    il fatto che l’attività umana, forse, non incida più di tanto sul clima -come anch’io penso- non significa che essa non incida sugli ecosistemi, sulla biodiversità e sulla salute degli animali… a iniziare proprio dall’uomo.

    Per questo io credo che l’attività di informazione e sensibilizzazione che migliaia, forse milioni, di ecologisti nel mondo -spesso a titolo volontario- portano avanti con pazienza e cura sia preziosa e assolutamente indispensabile.

    Ecco perché anch’io considero gravi le falsità e le scorrettezze su questi temi: perché rischiano di gettare discredito sull’insieme delle persone che se ne occupano, le quali sono invece -nella stragrande maggioranza- oneste e indipendenti dai poteri economici.

    Buona giornata,

    Michele

  4. Caro Michele sono sicuro che Antonio sia d’accordo con te , ma chi non sarebbe d’accordo con un esame corretto delle situazioni e un invito alla cura dell’ambiente e delle persone. Scandaloso è invece la manipolazione delle informazioni a scopi propagandistici o di potere. I movimenti verdi, (prendendo spunto da una giusta attenzione alla cura delle cose e da una giusta denunzia degli abusi o dello sfruttamento esagerato dell’ambiente, che incide però sulla convivenza comune dell’uomo non certo sulla sopravvivenza del pianeta, che dell’inquinamento umano se ne fa un baffo, visto che ha superato ben più gravi cataclismi nelle ere passate), hanno manipolato le informazioni in questi anni facendo del terrorismo ecologico al fine di assumere potere e capacità di veto. Tale manipolazione ha avuto effetti gravi facendo lievitare i costi dello sviluppo, e penso che molti soldi in più sono rimasti nelle tasche di molti manager verdi. Effetti gravi perchè in molti casi si è fermato lo sviluppo, vedi caso Italia. Effetti gravi perchè ha impaurito la gente modificandone lo stile di vita, facendo perdere fiducia nel futuro, grave la sensazione di molte giovani coppie che limitano le nascite prorpio per mancanza di fiducia nel futuro. Quest’ultima nota potrebbe sembrare esagerata ma assicuro che da analisi fatte risulta vera in percentuali comunque significative anche se non elevate. Maniplare le informazioni per guidare il mercato è grave reato e va denunziato ad alta voce. grazie salvatore scargiali

  5. I fisici USA si ravvedono: il riscaldamento globale non è antropogenico,
    di Roberto Vacca, 28/01/2010
    Recentemente i rovinografi che vaticinano un forte ed esiziale riscaldamento globale causato dall’uomo, sono stati presi con le mani nel sacco. A novembre 2009 uno hacker ha pubblicato una lunga serie di e-mail che P. Jones (Climatic Research Unit britannico) e M.E. Mann (Penn State University). si scambiavano negli ultimi anni in cui discutevano trucchi statistici per negare l’esistenza del periodo caldo medioevale e della piccola era glaciale (dal XV al XVIII secolo) e nascondere misure recenti di temperature calanti che contraddicevano i drammatici aumenti menzionati nei loro articoli. Si accordavano anche su come evitare che note riviste scientifiche pubblicassero lavori di scienziati che non condividevano la loro fede nell’esistenza di un surriscaldamento antropogenico dell’atmosfera.
    L’Istituto russo di Analisi Economiche ai primi di dicembre 2009 (v. “Rionovosta” su Google) ha denunciato che il Centro Hadley sui Cambiamenti Climatici, facente parte dell’Ufficio Meteo Britannico a Exeter, ha eliminato dalle sue basi dati fra il 60% e il 75% dei rilevamenti ricevuti dalle stazioni meteo russe. Secondo l’Istituto russo, il Centro Hadley avrebbe eliminato i dati che non indicavano aumenti di temperatura, riportando solo quelli provenienti da grandi zone cittadine influenzate da riscaldamento urbano.
    Il 20 dicembre 2009 il Daily Telegraph di Londra ha pubblicato un servizio sulla fortuna accumulata da Rajendra Pachauri, presidente dell’IPCC, mediante i suoi traffici con le aziende attive nel carbon trading, il commercio di crediti e permessi per l’emissione di anidride carbonica. Ironia della sorte: i catastrofisti climatici hanno accusato (senza mai addurre prove) scienziati critici delle loro posizioni di essere pagati dai petrolieri; invece proprio Pachauri, il loro capo, è stato direttore di India Oil, la più grossa azienda indiana, e della National Thermal Power Generating Company. Pachauri è stato descritto come un guru del clima – invece è ingegnere ferroviario e ha una laurea in economia. Dal 2001 dirige il Tata Energy Research Institute (TERI) creato dal Gruppo Tata che produce acciaio, auto, energia, telecomunicazioni e ha comprato fra l’altro Jaguar e Land Rover. TERI ha una filiale a Washington che conduce attività di lobbying su questioni di energia e ambiente, ha ottenuto contratti per rimettere a posto i disastri lasciati da Saddam durante l’invasione del Kuweit. TERI Europe gestisce un progetto sulle bio-energie, finanziato dall’Unione Europea. La TERI non pubblica bilanci – le entrate di Pachauri sono segrete.
    La Tata è attiva nel carbon trading. Pachauri ha incarichi anche da altri enti e aziende che possono trarre benefici dalle misure invocate dall’IPCC. Fra questi: ONU, Siderian (finanziaria californiana specializzata in tecnologie sostenibili), Credit Suisse, Rockefeller Foundation, Pegasus (fondi di investimento), Nordic Glitnir Bank, Indochina Sustainable Infrastructure Fund, Climate and Energy Institute dell’Università di Yale, Comitato di Consulenza Economica per il Presidente del Consiglio dei ministri indiano, Deutsche Bank, Istituto Giapponese per le Strategie Ambientali Globali, SNCF (Ferrovie dello Stato francesi). Chi è interessato, potrebbe andare a lezione di Conflitto di Interessi.
    La American Physical Society (APS) nel novembre 2007 aveva affermato: “L’emissione di gas serra dovuti ad attività umane modificano l’atmosfera e il clima terrestre. Le prove sono incontrovertibili. Il riscaldamento globale è in corso. La APS sollecita governi, università, laboratori ad appoggiare misure per ridurre l’emissione di gas serra.” Ora membri autorevoli dell’APS hanno proposto di rivedere quella dichiarazione riconoscendo che “… misure e ricostruzioni di temperature terrestri indicano che quelle del XX e XXI secolo non sono eccezionali né persistenti, che i dati storici e geologici mostrano che in periodi passati le temperature erano maggiori delle attuali. Inoltre la letteratura scientifica dimostra gli effetti benefici di un aumento dell’anidride carbonica sia per le piante, sia per gli animali.”
    Questo ravvedimento dei fisici americani è tardivo. Erano disponibili da tempo grafici della temperatura atmosferica degli ultimi 11 millenni elaborati dalla NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration). Il grafico mostra gli aumenti della temperatura ogni 1000 anni rilevati dai carotaggi di ghiaccio profondo nella Groenlandia centrale. La tabella riporta i valori più alti della velocità di crescita della temperatura: simili e in 2 casi doppi di quello di circa mezzo grado per secolo verificatosi negli ultimi due secoli.

    Il 22/12/2009 il mensile SPECTRUM dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers ha pubblicato sulla conferenza di Copenhagen una corrispondenza allineata sulle posizioni convenzionali dei catastrofisti. Dopo poche ore pubblicava on line duri commenti critici mio e di altri.
    Ora John Beddington, professore di scienze ambientali e capo dei consulenti scientifici del Governo inglese, ha condannato gli scienziati che, per non essere criticati, rifiutano di rendere noti i dati su cui basano le loro analisi. Ha ricordato che la critica è vitale per la scienza (va meditata, non soffocata) che previsioni e modelli matematici del clima sono affetti da grosse incertezze e quindi, le previsioni vanno diffuse come ipotesi e non come certezze.
    Sono emersi, infatti, vari passi falsi dell’IPCC. Nel 2007 annunciò che i ghiacciai Imalaiani si scioglieranno nel 2035, citando un articolo divulgativo del 1999 su New Scientist che indicava la data del 2350. Ha stimato che i ghiacci artici spariranno nel 2020, ma la loro area è variabile e negli ultimi 2 anni è cresciuta. Ha dichiarato che il riscaldamento globale causa un aumento di uragani e inondazioni, citando un lavoro di R. Muir-Wood, il quale rettifica: “Mi hanno male interpretato e l’idea che le catastrofi causino danni maggiori a causa del cambiamento climatico è del tutto fuorviante.” Diedero credito a queste visioni distorte anche Miliband, ministro inglese di energia e ambiente, e il Primo Ministro Brown. Molti, come loro, sono ora in imbarazzo: la bolla del riscaldamento globale si sta finalmente sgonfiando.

  6. Sono il colonnello Paolo Ernani da molti anni contesto il riscaldamento globale e a ragione di ciò nell’agosto del 2006 ho dato alle stampe il libro “effetto serra e macchie solari” edito da Sovera. Nel saggio in questione faccio tre ipotesi( che per me sono quasi certezze) Ma ne sintetizzo brevementela più importante.
    Il minimo dele macchie solari ci porterà tra non molti anni verso una piccola era glasciale e visto che c’è una correlazione stretta della temperatura della Terra con questa variabile il nostro pianeta andrà come detto prima verso un periodo freddo .Comunque sarebbe opportuno, per meglio chiarirsi le idee, riuscire a leggere questo libro.

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