MICHELE DOTTI

“Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla”.

2012

Siamo davvero alla fine del mondo? O forse è soltanto l’inizio di uno nuovo?

 

Il 21 dicembre 2012 la terrà invertirà davvero il suo corso intorno al proprio asse, causando una catastrofe ecologica senza precedenti nell’intera storia umana?

Forse non lo sapremo mai perché secondo alcuni è più probabile che già prima di quella data il nostro pianeta venga colpito da un enorme meteorite simile a quello che portò all’estinzione dei dinosauri e questa volta, ahimé, toccherà a noi.

 

Ma anche questo è difficile da verificare perché prima ancora è probabile che saremo tutti sommersi –come già accadde ai coetanei di Noé- dalle acque, innalzatesi per lo scioglimento dei ghiacci polari e quanti non si saranno organizzati con tanto di arca non potranno raccontare la storia ai propri nipotini.

 

Sempre che, già quest’anno, non ci pensino gli scienziati del CERN di Ginevra con il loro esperimento a farci implodere, come alcuni hanno previsto, trasformandoci in un buco nero

Ma se anche qualcuno dovesse sopravvivere a tutti questi cataclismi le profezie parlano chiaro: occorrrerà ancora fare lo slalom fra epidemie globali senza precedenti, carestie terribili e guerre condotte con nuove armi elettromagnetiche…
Insomma, il mio consiglio è di contrarre subito il maggior numero di mutui possibili e godersi al massimo questo tempo che ci resta, scialacquando a destra e a manca!
A meno che non crediate nella reincarnazione, in tal caso allora potreste sperare di ritrovarvi nei panni di uno scarafaggio, l’unico animale che è immaginabile sopravviverà a tutte queste catastrofi e che sarà nel futuro il “re” indiscusso del “nostro” pianeta.

Se questo scenario non vi convince fino in fondo, proviamo allora a ipotizzare che tutti questi allarmi non siano lanciati -e divulgati con tanta perizia- in maniera assolutamente disinteressata.
Proviamo a pensare che forse alcuni di essi, se non addirittura tutti, potrebbero avere la funzione di “distrarci” o peggio ancora di “controllarci” attraverso la paura, da sempre un importante freccia nella faretra del potere.

Propongo quindi di volgere lo sguardo altrove e continuare a prestare la nostra attenzione non tanto all’apocalisse prossima ventura (a ricordarcela penseranno senza dubbio i mass media), quanto piuttosto a quei segnali nuovi –talvolta invisibili– che lasciano intravedere delle reali possibilità di una rivoluzione positiva, che forse è già incominciata attorno a noi senza che neppure ce ne siamo accorti.

“Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla”.ultima modifica: 2009-01-03T15:46:00+01:00da
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