Il 75% degli italiani è contro il nucleare!

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Tre italiani su quattro non vogliono nemmeno prendere in considerazione l’idea di una centrale nucleare nella propria provincia. E il 72 per cento non crede che le attuali tecnologie nucleari garantiscano elevati standard di sicurezza.

 

E’ il verdetto che esce dall’indagine sulla democrazia energetica condotta dall’Istituto Format per conto di Somedia su un campione statisticamente rappresentativo della popolazione italiana di età superiore ai 18 anni (sono state effettuate 1.000 interviste con il sistema Cati dal 14 al 17 settembre 2009).

 

L’atomo esce bocciato in modo netto, nonostante il lungo pressing del governo che ha aperto all’industria francese del settore, in forte difficoltà di bilancio e alle prese con l’aspro contenzioso giudiziario per l’impianto di nuova generazione che sta subendo un rinvio dopo l’altro in Finlandia.

 

Che il nucleare non piaccia agli italiani del resto sembra essere una conclusione alla quale è arrivato anche Palazzo Chigi: il governo ha deciso di rinviare la definizione dei siti per le quattro centrali che intende costruire a un periodo successivo alle elezioni regionali di primavera.

 

Ricordate quando -oltre un anno fa- io mettevo in discussione un sondaggio di SWG per Confesercenti che pareva dimostrare il contrario, sostenendo che il loro modo di porre le domande avesse orientato le risposte?

 

Ha proprio ragione Francesco De Gregori quando canta:

“La storia da torto o da ragione.”

 

“venite bambini, per merenda la mamma vi ha preparato nucleare e nutella…”

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906964229.jpgQuesta è l’immagine del nucleare che stanno cercando di trasmetterci: sicuro, pulito, efficiente e soprattutto economico!!!

 

La propaganda è ormai quotidiana, con l’obiettivo evidente di creare il consenso e legittimare la decisione assurda di installare nuove centrali nucleari in Italia, facendosi beffa del referendum del 1987.

 

 

E uno degli strumenti più efficaci in questo senso è creare e diffondere la sensazione che ormai la maggioranza della popolazione sia già favorevole…

 

Anche il recente sondaggio realizzato da SWG per Confesercenti va in questa direzione, mostrando che il 54% degli Italiani sarebbe favorevole al nucleare.

 

Un risultato “leggermente differente” da quello ottenuto da un sondaggio analogo realizzato da IlSole24Ore, secondo il quale sarebbe invece favorevole al nucleare solo l’8% degli italiani, mentre il 57% risulterebbe favorevole alle fonti di energia rinnovabili!

Il risultato del sondaggio SWG è il frutto prevedibile della domanda, che è stata posta in modo tale da orientare già la risposta:

 

“Negli ultimi mesi si è riaperto il dibattito sulla realizzazione di centrali nucleari all’interno del territorio italiano, per permettere la produzione di energia a costi ridotti. Lei cosa ne pensa?”

La prospettiva dei “costi ridotti” è ovviamente allettante, e indirizza già la risposta; ma per chi si occupa di questioni energetiche è chiara ormai la consapevolezza che il nucleare non ridurrebbe affatto i costi dell’energia in Italia.

L’uranio 235 diventa sempre più raro e difficile da estrarre; il suo costo è cresciuto di 6 volte negli ultimi 5 anni (cioè il triplo di quanto è cresciuta la benzina!) e le prospettive per il futuro sono ancora peggiori; questo rende gli investimenti in questo settore poco allettanti per gli stessi investitori.

Secondo un recente studio Usa condiviso dall’industria atomica (il Nuclear Power Joint Fact-Finding) l’elettricità di una nuova centrale nucleare è destinata a costare il doppio (8-11 centesimi di dollaro per kWh) rispetto alla media.

68768770.jpg Non a caso la gara per la costruzione di nuove centrali indetta da Bush è andata deserta fino a quando l’amministrazione non ha introdotto un incentivo di 1,8 centesimi di dollaro al KWh, la stessa cifra prevista per l’eolico.
Sostenere che il ritorno al nucleare riduce la bolletta è falso, ormai questo lo ammettono anche i più seri sostenitori dell’atomo.

 Inoltre i recenti incidenti verificatisi nel giro di poche settimane, in Spagna nella centrale di Cofrentes, in Slovenia nella centrale di Krsko e ancor più in Francia a Tricastin, con fughe radioattive che hanno contaminato 97 operai e fuoriuscita di acque contenenti uranio riversatesi in due fiumi della zona, hanno riaperto il dibattito sulla sicurezza delle centrali, mentre resta sempre attuale il problema delle scorie radioattive, che impiegano milioni di anni per decadere.
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Inoltre, se ancora non bastasse, in termini di occupazione il nucleare crea 5 volte meno posti di lavoro rispetto all’eolico -tanto per fare un esempio fra le rinnovabili- a parità di energia prodotta, con 100 posti per GWh generato, contro i 542 dell’eolico.

 

 

 

 

 

Per concludere, sentite cosa ha detto al proposito del nucleare il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia:

  

Se avessimo posto la domanda con queste premesse forse avremmo ottenuto un risultato leggermente differente…

Ve la immaginate? Sarebbe stata più o meno così:

“Negli ultimi mesi si è riaperto il dibattito sulla realizzazione di centrali nucleari all’interno del territorio italiano, pur sapendo che queste non ridurrebbero affatto i costi dell’energia, ma aumenterebbero i rischi di incidenti, e che dopo pochi anni di attività sarebbero già da smantellare a spese dei contribuenti.”

Vogliamo provare a rifare il sondaggio con queste premesse?!?