Il freddo non esiste!

Perché c’è il Male nel mondo? Questa domanda può sembrare più grande di noi, certamente, ma è praticamente impossibile vivere senza darvi, in qualche modo, una risposta.

Anche la scelta di non pensarvi è già una risposta, pur se inconsapevole…

 

Voglio allora condividere con voi questo video meraviglioso e una mia breve riflessione tratta dal libro “Non è vero che tutto va peggio“.

 

 

“Se Dio non esistesse ci farebbe una figura migliore”, mi ha detto una volta il mio amico Daris, esprimendo in maniera essenziale il rifiuto, condiviso da molti giovani, dell’immagine di un Dio onnipotente che tollera tante ingiustizie e sofferenze.

“Dio, se c’è, deve essere buono! Come può ignorare tanti problemi?” E’ questa l’idea che porta molti ragazzi all’ateismo oggi.

E’ curioso notare come l’ateismo, nato molto recentemente nella storia umana, solo con l’illuminismo, coinvolga ancora oggi meno del 5% della popolazione mondiale, tutto concentrato nel mondo occidentale. Qualcuno potrebbe interpretare questo dato come frutto di una moderna consapevolezza che sta portando alla liberazione da quella religione che Marx definiva “l’oppio dei popoli”.

Ma forse per i Cristiani c’è anche dell’altro.

 

Padre Zanotelli ha detto che “forse Dio non è un padre onnipotente come ce lo siamo sempre immaginato per rispondere ai nostri bisogni, forse è come una madre impotente che assiste il suo figlio ammalato senza potervi fare niente. Cristo in croce rappresenta proprio questo, un Dio che si è fatto uomo per entrare nella storia….”

Madre Teresa di Calcutta diceva che “Dio non ha mani per aiutare chi soffre, siamo noi le sue mani.”

Penso che forse siamo in una fase nuova della fede cristiana, in cui ci si sta finalmente liberando da molte proiezioni false che ci siamo trascinati per secoli. Come diceva giustamente il pazzo del villaggio nel film “Train de vie”: “Dio forse ha creato l’uomo, ma l’uomo di sicuro ha creato Dio”.

 

Ci stiamo avvicinando all’essenza del messaggio di Cristo, ben riassunto dal detto di S.Agostino “ama e fa ciò che vuoi”. Dopo secoli in cui la religione (o farei meglio a dire le religioni) si è prestata a legittimare il potere, divenendone di fatto uno strumento, oggi le cose sembrano cambiare molto rapidamente.

Non attecchisce più la visione medioevale che suggeriva: “porta pazienza, sopporta le bastonate e poi andrai in paradiso…”; come ha detto molto chiaramente padre Raniero Cantalamessa “Noi non siamo qui per andare in paradiso, ma per crearlo!” e questa è una vera rivoluzione copernicana.

 

La fede cristiana si libera così dalla distorsione intimistica funzionale al potere, e recupera la sua originaria forza di cambiamento sociale e di protagonismo storico, che aveva contraddistinto l’azione rivoluzionaria delle prime comunità cristiane, realmente capaci di condividere, rifiutare la violenza delegittimando così il potere di Roma, superare i pregiudizi e le discriminazioni consolidate nella tradizione…

 

Molti atei sono oggi nei fatti, paradossalmente, più cristiani della maggioranza dei fedeli lungo il corso della storia!

Peccato soltanto che non possano vivere il loro impegno con la serenità di sentirsi figli fra le braccia di un padre buono.

Il bicchiere mezzo pieno!

“You may say i’m a dreamer, but i’m not the only one.”

(John Lennon)

 

 

Scrivo questo post con grande gioia e soddisfazione!!!

 

Quando due anni fa, insieme a Jacopo Fo, decidemmo di scrivere il libro Non è vero che tutto va peggio molti ci presero per matti (forse non avevano tutti i torti…) anche perché nessuno -o quasi- riusciva in quel momento ad osservare la realtà secondo una prospettiva che permettesse di cogliere anche i numerosi segnali dei cambiamenti positivi in corso.

 

Ottimismocompresso.JPGQuasi nessuno, come ho detto, perché il grande Simone Canova (un vero pioniere!) da 10 anni porta avanti con passione e continuità il mitico Cacao delle buone notizie, Sergio Tripi ha fatto lo stesso con Good News Agency e dal 2001 anche Silvio Malvolti ha lanciato Buone Notizie prima come rivista, e poi con un ricchissimo sito internet. Di recente si è aggiunto anche il sito Good News.

 

Ma si trattava soltanto di esperienze isolate, come delle oasi nel deserto.

Ora invece la cosa si sta diffondendo molto rapidamente…

 

workshop1.jpgMi piace pensare che i tanti incontri di presentazione in giro per l’Italia, seguiti al successo del nostro libro, e il Seminario “Cambiare prospettiva” sulle buone notizie, che organizzammo ad Alcatraz il 18-19 aprile 2009, abbiano giocato un ruolo nella promozione di questa prospettiva più costruttiva e fedele alla realtà.

 

Riscontro infatti con grande soddisfazione che essa si è diffusa in maniera capillare nella nostra società, penetrando in mondi assai diversi fra loro e portando a tanti la possibilità di una visione di speranza, alternativa rispetto a quella cupa rassegnazione, alla paura o alla disperazione, che le tv vogliono intenzionalmente produrre ogni giorno con secondi fini poco nobili.

 

In quest’ultimo anno infatti si sono moltiplicati i blog, i siti e le riviste che ospitano una rubrica fissa di buone notizie.

Si va dalle testate generaliste come Zip news a siti specializzati come “Io amo internet“, per un uso responsabile e libero della rete, a blog come questi:

http://www.cuntrastamu.org/wordpress/?cat=12 (contro le mafie)

http://buone-notizie.myblog.it/

http://www.fabiobe.com/p/category/buone-notizie/

http://www.solobuonenotizie.it/

 

…fino alle rubriche in testate di cronaca locale come la Gazzetta di Parma, Buone Notizie Bologna o Sanremo Buone Notizie.

 

Vi sono inoltre diversi siti con una rubrica di buone notizie, su temi specifici come questi:

 

LaNuovaEcologia_dicembre.jpgPace: Peacereporter


Diritti umani: Diritti globali e Amnesty International che ospita una sezione Buone notizie e ha scritto anche un servizio sulle migliori buone notizie del 2009.


Ambiente: La nuova ecologia, dopo lo speciale che io scrissi per il numero di dicembre 2008 sulle 10 migliori notizie per l’ambiente del 2008 continua in questa sua attenzione alle buone notizie come dimostrano vari articoli fra cui vi segnalo questo.

Altri siti ambientalisti con una rubrica fissa di buone nuove sono Ecoalfabeta e Bioest.

 

C’è addirittura chi ha avuto il coraggio di raccogliere in un libro tutte le “Buone notizie da Napoli“: è questo infatti il titolo di un volume scritto da Giovanni Lucianelli, da cui sono nati anche dei forum tematici sulle sei sezioni in cui è diviso il libro (sanità, ambiente, solidarietà, tecnologia, cultura&lavoro ed economia).


premio_buone_notizie.jpgE’ nato anche un Premio“Buone Notizie – Civitas Casertana” vinto alla sua prima edizione da Giovanni Minoli e con una menzione speciale al vescovo di Caserta, monsignor Raffaele Nogaro, da sempre attento al rapporto del mondo dei media con la società.


Pare persino che stia per nascere un tg web e satellitare esclusivamente di buone notizie; di sicuro ci sono già rubriche di buone notizie in diverse radio, come quella di Radio Bue.

 

E naturalmente, ma forse questo non c’è neppure bisogno di scriverlo, le mitiche “Good news” alla fine di Report!

 

Per chi parla inglese poi c’è l’imbarazzo della scelta: Happy NewsGlobal Good NewsGood News Network.

 

A questo punto, visto che le possibilità di trovare ogni giorno buone notizie non mancano davvero, vorrei concludere con le parole di Mons. Giuseppe Zenti, già vescovo di Verona e oggi sulla cattedra di San Zeno:

 

“Oserei lanciare una proposta: concertare uno sciopero in grande nei confronti dei media che non si decidono a dare pubblicità a tutti i fatti significativi di bene. A dare voce e volto alle belle notizie. Almeno al 50%.

Il bene torni ad essere il vero protagonista dei media!

Fatti di bene ve ne sono tutti i giorni. Molto più numerosi di quelli segnati dalla cattiveria o dalla sventura”.

 

Mi pare un’ottima proposta, affinché la nostra denuncia, doverosa, di ogni forma di ingiustizia sia sempre affiancata dall’annuncio delle alternative concrete possibili, attraverso tanti esempi concreti.

E’ questo il bicchiere mezzo pieno!

Cosa è davvero in crisi?

La parola “crisi”, già a partire dalla sua etimologia, porta con sé una doppia valenza, positiva e negativa.

“Crisi” deriva dal greco “krisis”, che vuol dire separare ma anche scegliere. Rappresenta quindi una rottura col passato, un momento di cambiamento, un momento in cui si devono prendere importanti decisioni.

crisisideogram.jpgE’ interessante notare come anche per i cinesi l’ideogramma che sta per “crisi” (in mandarino si pronuncia “wei ji”) ha anche un altro significato: “opportunità”.
L’ideogramma infatti è composto da due termini: la parte superiore significa “Pericolo (Wei), quella inferiore “Opportunità” (Ji).
Ecco che i cinesi ci insegnano da millenni a scovare le opportunità fin dentro le crisi più nere.

 

Questo concetto è espresso magnificamente nella celebre la frase di Lao Tze: “Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla”.

 

Jacopo Fo ha riflettuto su questo concetto nelle ultime pagine del nostro libro “Non è vero che tutto va peggio”:

“Siamo in un momento nel quale prevale ancora la distruzione di tutti gli antichi valori che facevano da contorno a un’organizzazione sociale sostanzialmente repressiva, violenta e asfissiante. Ora ci troviamo con i vecchi valori a pezzi e i nuovi che ancora non si sono affermati. Ma io sono convinto che proprio per questo le cose stanno per cambiare ancor più radicalmente, in meglio.
Non c’è più molto che leghi gli umani ai vecchi modi di pensare. È ormai matura la consapevolezza che il sistema sociale basato sul petrolio e lo sfruttamento non funziona più. Non abbiamo bisogno di maggiori quantità di merci, abbiamo bisogno di scoprire il piacere, la passione e l’amore.

tasche_vuote.jpgInsomma, è un diverso modo di intendere l’esperienza di vivere. Sono convinto che già da qualche anno stiamo vedendo i segni di una nuova rivoluzione delle coscienze e degli stili di vita di portata planetaria. Una rivoluzione senza leader e senza partiti.

Una rivoluzione degli stili del quotidiano, dei consumi, dei desideri.”

Tuttavia, non possiamo non ricordare che per milioni di persone nel sud del mondo, che già si trovavano al limite, la crisi è stata semplicemente devastante.

Alla fine del 2008, i prezzi dei prodotti agricoli erano più alti del 24% in termini reali rispetto al 2006.

La crisi inoltre si ripercuote doppiamente sui più poveri poiché, come ha osservato la Fao nel suo ultimo rapporto sulla fame nel mondo, “I trasferimenti monetari (le rimesse) degli emigrati nei loro Paesi d’origine sono diminuiti sostanzialmente nel corso di quest’anno, causando una notevole riduzione dei redditi familiari. La diminuzione delle rimesse ridurrà ulteriormente la capacità dei Paesi di avere accesso al capitale necessario a sostenere la produzione e a creare reti di sicurezza e schemi di protezione sociale per i poveri.”

Va ricordato inoltre che buona parte dei Paesi africani dipendono dagli aiuti esterni. In alcuni Stati, gli aiuti economici costituiscono addirittura il 40% del bilancio. Soldi che rischiano di diminuire sensibilmente, perché nei momenti di crisi ogni Stato tende a preoccuparsi della propria situazione interna.

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Ma per fortuna ci sono anche importanti segnali positivi per quanto riguarda le alternative possibili al sistema che ha prodotto questa crisi: crescono i consumi responsabili in controtendenza con la generale contrazione dei consumi, si diffondono le certificazioni ambientali e sociali, le rinnovabili crescono più rapidamente delle fonti energetiche fossili e creano più posti di lavoro…

 

Di questi segnali, e dei loro frutti, vorrei trattare diffusamente in questo blog nei prossimi giorni.

Intervista a “Spazio Aperto”

Qualche tempo fa sono stato ospite a Canale 11 della trasmissione “Spazio Aperto”, invitato per presentare il libro “Non è vero che tutto va peggio” e le attività educative e di solidarietà che da anni promuovo con Mani Tese.

 

 

E’ stata un’occasione per sviluppare alcune riflessioni che molto raramente entrano in tv e presentare prospettive assolutamente alternative a quelle tragiche che i mass media diffondono senza ritegno ogni giorno.


Ecco il video dell’intervista, spezzato in 4 parti…

 

Prima parte


Seconda parte

 

Terza parte

 

Quarta parte

 

Buona visione!

L’altro lato: un punto di vista diverso!

1637524947.jpgDomenica mattina dalle 9,30 alle 10,30 potrete sentirmi sulle frequenze di RadioRai2, ospite in studio di Federico Taddia all’interno della trasmissione L’altro lato per presentare la seconda edizione, appena uscita, del libro “Non è vero che tutto va peggio”.

 

Un esperienza straordinaria grazie alla simpatia e alla disponibilità di Federico!

fa un certo effetto…

Ho appena terminato le correzioni delle bozze per la seconda edizione del libro “Non è vero che tutto va peggio”, poiché la prima tiratura si è già esaurita dopo appena tre mesi dall’uscita!

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2044400696.jpgAbbiamo così deciso insieme alla EMI di aggiornare i dati, correggere alcuni errori presenti nella prima edizione e ampliare il testo con alcuni nuovi paragrafi.

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Fa un certo effetto, aggiornando i dati dopo pochi mesi soltanto, scoprire che in tanti ambiti si continua a migliorare!

 

Scoprire ad esempio che le foreste certificate sono cresciute ancora, o che le esecuzioni capitali sono diminuite, mentre calano ancora i paesi che mantengono la pena di morte.

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Questo mi pare un segno chiaro del fatto che i processi descritti nel libro sono reali e possono continuare, e anche rinforzarsi in futuro, se ci sarà la volontà.

Nella seconda edizione, il capitolo sulle scelte consapevoli si arricchisce con un nuovo paragrafo sulle esperienze dei Comuni virtuosi come possibili scelte responsabili anche da parte delle pubbliche amministrazioni.

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In un momento in cui nessuno crede più nella politica e si tende a fare di tutta l’erba un fascio, le scelte di queste Amministrazioni illuminate dimostrano che è possibile un governo saggio della cosa pubblica a vantaggio di tutti i suoi membri, dell’ambiente e anche delle generazioni future.

 

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Il capitolo sull’ambiente è arricchito da un nuovo paragrafo sull’energia, che mostra le incredibili possibilità che le fonti rinnovabili stanno aprendo per il futuro dell’umanità.

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In particolare vorrei sottolineare un esperimento di Solarserver secondo il concetto di “rete intelligente” (Smart grid), che ha dimostrato come sia possibile superare anche il vero problema delle fonti rinnovabili, che è quello della loro intermittenza, mettendole in rete !!!

Trentasei impianti a fonti rinnovabili sparsi sul territorio tedesco sono stati connessi in un network controllato da un computer centrale. 
Le tecnologie erano biogas, eolico, solare fotovoltaico e idroelettrico.
Tutti insieme, questi impianti hanno fornito il 100% di energia pulita per 12.000 famiglie tedesche in tutte le ore della giornata e con qualsiasi condizione meteorologica.

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Quindi, “non è vero che tutto va peggio”, ma soprattutto -se ne prendessimo coscienza- in futuro potrebbe andare ancora meglio!