Come risollevarsi?

Spesso ci sentiamo schiacciati e ci sembra impossibile risollevarci dalle difficoltà.

Ma in realtà non importa quanto lungo sia il cammino, l’importante è avere chiara la direzione!

Ecologisti e reti civiche, verso l’Assemblea Costituente

Le nostre “primarie del simbolo” sono state uno straordinario momento di partecipazione e democrazia diretta!!!

315084_2321397126514_1597143853_2213985_835273998_n.jpgOltre 600 volontari impegnati in 200 banchetti in tutta Italia, per un’affluenza oltre i 15 mila votanti: una vera festa per l’ecologismo e per la società civile tutta.

E il tutto con una spesa di circa 500 euro complessive a livello nazionale. Altro che i 107 mila euro della stazione Leopolda…
San Francesco sarebbe orgoglioso di noi!

Ha vinto nettamente il simbolo proposto dalla Federazione dei Verdi con 9.339 voti a fronte di 2.922 per il simbolo che noi avevamo proposto come appello “Abbiamo un sogno”; seguono il simbolo presentato dalla Costituente Ecologista con 2.078 voti e quello dei Sindaci della Buona Amministrazione con 1.163 voti.

primarie del simbolo,ecologisti,civici,FaenzaIl nostro simbolo è stato comunque il più votato in cinque Regioni: Emilia Romagna, Sardegna, Marche, Veneto e Sudtirolo e ha inoltre prevalso nel voto online con il 42% delle preferenze.
Abbiamo avuto grande visibilità sui mass media con servizi su TG1, TG3, LA7, RaiNews e articoli su Repubblica, Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano e altri ancora…

Questo importante risultato dà a tutti noi nuovi stimoli per proseguire nella costruzione del nuovo movimento ecologista e civico che ci vede tutti impegnati, per ridare voce e speranza alla parte sana del paese, alla società civile, al mondo della cultura, a quanti sognano un domani diverso e si battono soncretamente per realizzarlo!

La prossima scadenza che ci siamo dati è quella del 26 e 27 novembre per l’Assemblea Costituente che si terrà a Roma, presso il Teatro Vittoria, e che ci darà le ali e gli strumenti concreti per l’organizzazione del nuovo soggetto.

Voglio ringraziare pubblicamente tutti i volontari che si sono impegnati in questa occasione e invitarli a seguirci anche nei prossimi importanti passaggi del nostro percorso.

In questi giorni sono stato impegnatissimo, non mi sono fermato un attimo, ho girato molto e ascoltato tante voci, idee e opinioni diverse…

Da tutti c’è qualcosa da imparare!!! E mi convinco sempre più che solo insieme, unendo tutte le nostre migliori energie, potremo costruire una proposta forte e credibile che sappia raccogliere la forza necessaria per ricostruire quel tessuto sociale e culturale profondamente lacerato in questi decenni da Berlusconi e ancor più dal “berlusconismo”, penetrato purtroppo in molti ambiti della nostra società e anche della nostra politica tutta.

Occorre ripartire dalle fondamenta, dall’educazione ai valori, cosa che peraltro io non ho mai smesso di fare negli ultimi 20 anni della mia vita a livello educativo e formativo.

In questi giorni drammatici, in cui sembra che tutto dipenda dai mercati finanziari e dai poteri forti dell’economia, mi ritornano forti alla mente le parole di Francesco De Gregori: “La storia siamo noi”.

Dimostriamolo con i fatti!

Moltitudine inarrestabile

Ho scoperto con grande gioia questo emozionante video, in cui Paul Hawken presenta il suo libro “Moltitudine inarrestabile”.

 

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Mi ricorda molto quanto ho scritto, proprio un anno fa, in un post del mio blog e quanto andiamo sostenendo da tempo insieme a Jacopo Fo con il libro “Non è vero che tutto va peggio”, riguardo alla forza inarrestabile ma spesso invisibile del movimento dei movimenti.

 

Nel sito www.moltitudineinarrestabile.it si possono leggere gratuitamente 50 pagine estratte dal libro di Pawl Hawken, che la casa editrice ha permesso di pubblicare sul web per diffondere il grande messaggio di speranza che esso ci fornisce.

 

Buona visione e… buona lettura!


“un mondo diverso è possibile”

Provate a riflettere un attimo.

Da quanto tempo non sentiamo più pronunciare queste parole?
Cos’è accaduto di questo messaggio di speranza, essenza del credo del “movimento dei movimenti”, che intendeva farsi invito all’impegno per cambiare davvero le cose?

Da quanto tempo non leggiamo più queste parole in un giornale?
Da quanto tempo non le sentiamo più alla radio, in tv o nel testo di una canzone?

818772837.jpg Sembra passato un secolo da quando, solo pochi anni fa, la CNN annunciava che in tutto il mondo, il 15 febbraio 2003, contro la guerra in Irak erano scese in piazza 110 milioni di persone, il 2% dell’intera popolazione mondiale.

Il giorno dopo, il New York Times definiva la società civile globale “la seconda super-potenza mondiale”.

Cos’è accaduto? Dov’è finito quello slancio della società civile mondiale, che da Seattle a Porto Alegre aveva fatto tremare i palazzi del potere denunciandone con forza il sistema di sfruttamento e devastazione e annunciando al contempo la concretezza di possibili alternative in tutti i campi?

Non ci sono stati, in realtà, eventi che abbiano smentito le analisi, né confutato la concretezza delle proposte. Anzi, al contrario, i limiti del sistema fondato sul petrolio sono sempre più evidenti, mentre le esperienze alternative hanno continuato a proliferare con successo nel mondo.

Solo lo hanno fatto in silenzio, isolate, senza più quella consapevolezza di essere parte di un tutto, di un movimento globale che pone il rispetto dell’uomo e dell’ambiente al centro di ogni azione economica e di ogni scelta politica.

Questo clima, a mio avviso, è il frutto della reazione dei potenti della terra -che controllano la quasi totalità dell’informazione attraverso le grandi agenzie stampa mondiali- a quell’affronto che avevamo lanciato; un affronto che stava iniziando a raccogliere sempre maggiori consensi in ampi strati della popolazione di ogni paese.

La controffensiva è stata abile e ben pianificata, coordinando tutti i mezzi disponibili per creare, attraverso una comunicazione tragica e disfattista, quel senso di impotenza che oggi ci circonda, quell’impressione che “ormai tutto sia inutile” che conosciamo molto bene.
La delegittimazione del movimento, iniziata a Genova, è continuata con perizia e costanza, spezzando quel dialogo e quella fiducia che si stava creando fra gli attivisti e la maggioranza della popolazione.

E’ sul piano dell’informazione che i potenti della terra stanno vincendo. Perché riescono (ma sempre più a fatica!) a nascondere i limiti delle loro proposte e a screditare il valore di quelle alternative, che nascono dalla partecipazione e dal desiderio di un domani migliore.

Ed è quindi dall’informazione che dobbiamo ripartire, dal basso ovviamente, con sempre maggiore determinazione e con altrettanta costanza di quanta ne profondano loro!

Mostriamo le esperienze positive, facciamo vedere a tutti che sono possibili e vantaggiose; la domanda sulla bocca di tutti dovrebbe essere:

“ma allora, perché no?”

Ricominciamo ad annunciarlo con forza, gridiamolo affacciati alle nostre finestre, scriviamolo sui muri… “un mondo diverso è possibile”!

Ed è già iniziato…