Autarchia energetica

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di Miriam Giudici dal sito Terranauta.it


Quest’anno i Colloqui di Dobbiaco del 2 e 3 ottobre, storico convegno sui temi dell’ambiente e della sostenibilità, si sono aperti con lo slogan “Osare più autarchia”: una riflessione sulla necessità impellente di eliminare i combustibili fossili a favore delle energie rinnovabili, anche nell’ottica di abbandonare certe strutture economiche a favore di altre che privilegiano il decentramento e le autonomie locali.

 

Il concetto è: l’energia deve essere prodotta là dove viene consumata. Molto semplice. Ma è fattibile? Evidentemente sì, se l’intera Provincia Autonoma di Bolzano ha deciso di crederci. Proprio ai Colloqui di Dobbiaco, infatti, è arrivata la dichiarazione ufficiale dell’Alto Adige che ha deciso di eliminare la sua dipendenza dai combustibili fossili entro il 2020.

L’Assessore all’Ambiente e all’Energia, Michl Laimer, ha dichiarato che “le fonti energetiche rinnovabili sono disponibili in loco, la capacità di sfruttamento è in fase di sviluppo, garantiscono la continuità dell’approvvigionamento, consentono di creare nuovi posti di lavoro, hanno prezzi stabili, sono eco-sostenibili, non danneggiano l’ambiente ed hanno emissioni molto basse o pari a zero”. E gli amministratori locali sono convinti che già entro il 2013 l’Alto Adige potrà dipendere al 75% da fonti rinnovabili, e completare il processo in altri sette anni.

 

La centrale di biomasse a Dobbiaco è gestita da una cooperativa di cui fanno parte 700 famiglie e il Comune. Questo in un territorio che in termini ambientali è già un’isola felice: ad oggi il ricorso a fonti energetiche rinnovabili è al 56%.

Un dato strabiliante se si confronta con quello italiano (5,2% la quota delle rinnovabili nel 2005) ed eccellente anche nel raffronto con la performance nazionale migliore d’Europa, quella della Svezia (39,8% nel 2005). L’elettricità altoatesina è attualmente prodotta integralmente da centrali idroelettriche che forniscono un’energia che eccede del 50% i bisogni locali. È la domanda termica ad essere coperta, per ora, al 44% con combustibili fossili, e sono appunto questi che gli amministratori locali intendono rimpiazzare nel 2020.

 

Con quali fonti? Si punta sull’eolico, ma soprattutto sulle centrali solari (sia per l’energia elettrica che per quella termica) e a biomasse. Sul fronte del fotovoltaico, in Alto Adige si concentra già il 50% degli impianti presenti in Italia, e si è scelto con decisione di proseguire su questa strada con l’intenzione di arrivare ad installare un impianto sul tetto di ogni casa.

Sul fronte delle centrali a biomasse e biogas, invece, – che si avvalgono del patrimonio boschivo, degli scarti della lavorazione del legno, delle deiezioni animali e dei rifiuti organici – la Provincia ha predisposto nuovi piani di taglio delle piante vecchie e di riforestazione, anche in un’ottica di cura continua e meticolosa del territorio e delle foreste.

 

In tutto questo è molto forte l’intenzione di insegnare ai cittadini ad amministrare meglio, e direttamente, l’energia che producono e utilizzano. L’esempio trainante è quello della centrale a biomasse di Dobbiaco-San Candido, grazie alla quale Dobbiaco ha vinto per il secondo anno consecutivo il premio “Comuni rinnovabili” di Legambiente. Questa centrale non è nelle mani dei privati, ma è gestita da una cooperativa di cui fanno parte 700 famiglie e il Comune, e beneficiano di 600mila euro di utili l’anno. Come li useranno? La loro idea è di comprare la vicina centrale idroelettrica, di proprietà privata.

Infine, in Alto Adige non si tralasceranno il geotermico e l’idrogeno: i 291 piccoli impianti geotermici attuali aumenteranno di numero, mentre stazioni di servizio che distribuiranno l’idrogeno come carburante per l’autotrazione saranno installate sul tratto dell’Autobrennero che va da Verona a Monaco di Baviera. Questo nuovo combustibile sarà prodotto da impianti eolici al valico di frontiera (con la partecipazione di Austria e Baviera), idroelettrici a Bolzano e fotovoltaici a Rovereto.

 

Tutto questo è considerato dall’assessore Laimer come un obiettivo “assolutamente realistico”: battere la strada delle rinnovabili e presentarsi alla prossima Conferenza sul clima di Copenaghen con un progetto realizzabile si può. L’Alto Adige dimostra così che l’autarchia energetica non è un risultato alla portata solo di comunità isolane o piccoli centri abitati.

 

Un esempio che ha molto da dire in un Paese come il nostro dove soffiano sempre più forti i venti del nucleare.

Le 10 migliori notizie per l’ambiente del 2008

LaNuovaEcologia_dicembre.jpgNel numero di dicembre de La Nuova Ecologia, il mensile di Legambiente, potete trovare un ampio servizio al quale ho lavorato diverse settimane, che presenta le 10 migliori notizie per l’ambiente del 2008.

 

Il servizio è anche in copertina della rivista ed è il frutto di una grande ricerca che ho svolto, in stretta collaborazione anche con la Redazione, dapprima per trovare, poi per scegliere e infine per scrivere queste notizie, che sono anche affiancate da un inquadramento generale del tema trattato e dall’opinione di un esperto sulla materia.

 

La prima notizia, e la copertina, non potevano che andare alla storica elezione di Obama, che sul piano ambientale annuncia una vera e propria rivoluzione verde, con scelte coraggiose e seri investimenti sulle rinnovabili anche in direzione di un rilancio dell’occupazione negli States.

Le altre notizie sono queste:

– Il vento spazza via l’atomo; L’avanzata delle bici in Italia; Diminuiti gli incendi boschivi; L’Australia segue l’esempio cinese: al bando i sacchetti di plastica; Inaugurata in Norvegia la più grande banca fitogenetica del mondo; Il Brasile annuncia nuove aree protette in Amazzonia; Aumentano le persone che bevono acqua del rubinetto; Fotovoltaico, inventate celle solari 500 volte più efficienti; Ritorna in Europa la “Beluga SkySails”, la nave trainata da un aquilone.

 

Se non trovate la rivista in edicola potete richiederla attraverso il sito, oppure  ordinarla on-line.

 

BUONA LETTURA!