L’invasione dei primitivi

Io non sono razzista, però… come rivelano le loro lingue, a questi popoli manca totalmente l’inclinazione al progresso e alla modernità! 

Calzini e alieni

Le LOBBY della DISINFORMAZIONE vogliono distrarci per poter entrare indisturbate nelle nostre case!
Ma io mostrerò come fermare il loro terribile GOMBLOTTO che coinvolge anche la CIA, i Bilderberg e i Templari!!!! 🙂
Diffondiamo questo video PRIMA CHE LO CANCELLINO… o che si autodistrugga.
P.S. Aveva ragione Tesla… l’ho sempre detto.

Aiutati che il Ciel ti aiuta…

formica_biscotti.jpgPare davvero che gli abitanti dei Paesi poveri, alla fine, se ne siano accorti.

E abbiano pensato di fare da sé.

 

La storia, del resto, ha insegnato loro che non aveva senso attardarsi ulteriormente nell’attesa, finora sempre tradita, dell’aiuto promesso da parte dei paesi ricchi.

E così hanno iniziato a fare come si è sempre fatto nel corso dei millenni: se qualcosa ti serve, te la vai a prendere dov’è.

 

Non siamo abituati a leggere la storia delle migrazioni moderne in questi termini. Si parla sempre di “fuga dalla miseria, o dalle guerre”… tutte cose vere, per carità.

 

Ma avete mai provato a pensare, più semplicemente, che non vi fosse altro sistema per riprendersi, almeno in parte, ciò che i paesi del cosiddetto “nord del mondo” (ci sarebbe da discutere su questa definizione) hanno letteralmente “rubato” loro (su questo invece non c’è molto da discutere) in secoli di colonizzazione, imperialismo… globalizzazione?

Cambiano i nomi ma la sostanza resta sempre la stessa, potremmo definirla -più sinceramente- “dominazione”.

E pare proprio che la loro consapevolezza di questo -a dispetto di tante nostre elaborazioni filosofiche, analisi statistiche, strategie politiche- si sia fatta via via più forte, nel corso degli ultimi decenni, fino a divenire inarrestabile!

 

E così, mentre noi stiamo qui a piangerci addosso per la crisi economica -che è anzitutto una crisi finanziaria, ampiamente annunciata e prevedibile- sta accadendo sotto i nostri occhi qualcosa di straordinario. Quello che forse non avremmo mai neppure immaginato in queste proporzioni.

 

I poveri, attraverso le migrazioni e le rimesse che spediscono nei propri paesi d’origine, stanno dando un contributo allo sviluppo di questi paesi che è quasi il doppio degli aiuti pubblici allo sviluppo destinati loro dai paesi ricchi.

 

Le rendite degli immigrati sono arrivate a toccare infatti, nel 2008, la stratosferica cifra di 280 miliardi di dollari!

Ancora nel 2003 erano “solo” 135 miliardi di dollari, quindi si tratta di una cifra più che raddoppiata nel giro di appena 5 anni.

 

E non si tratta soltanto di aiuti alle proprie “famiglie”, ma molto spesso anche alle proprie “comunità” di origine, attraverso la realizzazione di progetti per l’istruzione, la sanità, l’agricoltura, le risorse idriche…

 

Questo non significa certo che i paesi ricchi possano quindi sentirsi sollevati dagli impegni assunti in sede internazionale con gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, anzi è esattamente il contrario!

Se gli immigrati -che rappresentano spesso degli elementi deboli nelle società che li “ospitano”- riescono a fare tanto, che scuse ci sono per non fare di meglio da parte degli Stati delle nazioni più ricche del pianeta?

 

Mentre noi ne discutiamo cercando una soluzione, i nostri fratelli africani, asiatici e latino-americani (gli australiani non se li fila mai nessuno, poverini…) hanno pensato bene di arrangiarsi da soli.

 

O in partnership con chi -come Mani Tese o altre ONG- ha fiducia nella loro capacità di prendere il proprio avvenire in mano.

DIVERSA-MENTE: il valore della diversità!

L’esclusione sociale (degli immigrati, degli anziani, degli handicappati…) parte sempre da un rifiuto, spesso fondato sulla paura del diverso o sul disconoscimento del valore dell’altro, nella sua diversità. 

 

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La diversità è sempre sinonimo di vita, in tutti i campi: in campo biologico è la biodiversità che permette alle diverse specie di vivere sulla terra; è il pluralismo, come riconoscimento del diritto di esprimere e sostenere idee diverse, che sta alla base della democrazia, come anticorpo contro ogni possibile dispotismo; ed è l’intercultura intesa come dialogo fra le culture che ci ha portato quello scambio di idee, scoperte, invenzioni che abbiamo ricevuto come feconda eredità culturale nel corso della storia.

Da questa riflessione è nata -in collaborazione con la Casa delle culture di Ravenna- l’idea di un percorso partecipativo, promosso da Mani Tese e Comitato di Amicizia in collaborazione con la Cooperativa Riciclaggio e Solidarietà di Faenza, legato alla precisa intenzionalità di trasmettere questo messaggio, che parte dall’interrogativo sulle ragioni profonde che sottendono tutte le scelte di rifiuto ed esclusione, per poi andare alla scoperta del valore imprescindibile della diversità, in tutte le sue forme ed espressioni, all’interno del quadro dei diritti.

Crediamo che questo processo possa avvenire solo attraverso la “partecipazione attiva” dei soggetti coinvolti, ben oltre una semplice trasmissione di saperi, andando a creare consapevolezza, e che questo percorso debba cercare di entrare nel territorio e dentro al tessuto sociale, a partire dalle famiglie italiane e straniere.

Per questo abbiamo immaginato questo progetto, che punta innanzitutto a “creare relazioni”, gettando ponti fra i vari soggetti coinvolti, con l’obiettivo di accrescere la conoscenza reciproca e la coesione sociale.

La prima tappa del nostro viaggio educativo alla scoperta della diversità sarà dunque un ciclo di incontri con i rappresentanti della Consulta degli immigrati di Ravenna, immaginati come momento di “formazione partecipativa”. Insieme si rifletterà sui contenuti ma anche sulle modalità di coinvolgimento di tutti gli immigrati presenti sul territorio, al fine di accrescerne la partecipazione e la consapevolezza anche in rapporto alle Istituzioni e ai servizi già disponibili.

In parallelo a questi partirà un’attività con gli insegnanti, attraverso un “work-shop” sul tema della diverstità culturale e dei diritti umani, cui seguirà una rielaborazione interdisciplinare insieme agli alunni degli stimoli ricevuti, sulla base di materiale didattico appositamente predisposto.

Il passo successivo è quello di una coinvolgimento delle famiglie, italiane e straniere, attraverso un Concorso i cui elaborati dovranno essere prodotti dagli alunni insieme ai propri genitori.

Il tema del concorso sarà lo stesso dell’intero progetto: “DIVERSA-MENTE, il valore della diversità contro ogni esclusione”, su cui gli alunni saranno chiamati ad esprimersi, insieme ai familiari, nella modalità che preferiscono: disegno, scultura, poesia, musica…

Gli elaborati potranno essere quindi esposti per un periodo stabilito presso la Casa delle culture, per poi dividersi fra gli istituti coinvolti.