Quale futuro per il Giornalismo ambientale?

Il mio intervento, in qualità di Direttore del bimestrale “L’Ecofuturo Magazine“, all’interno dell’incontro svoltosi il 7 marzo 2020 organizzato dall’ENEA, con il Ministero dell’Ambiente, ISPRA e FIMA, per mettere l’Ambiente al centro dell’Informazione.

Si è avviato così un percorso che vedrà il primo giro di boa durante il Festival del Giornalismo Ambientale quando, a giugno, ci ritroveremo insieme al Ministro Sergio Costa, agli editori e ai direttori delle principali testate giornalistiche, per sottoscrivere un vero e proprio “patto green per l’informazione”!

QUI è possibile vedere il video dell’intera mattina.

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Buone Notizie in rete, nel workshop ad Alcatraz

workshop1.jpgSi è tenuto questo week-end ad Alcatraz, fra le splendide colline di Gubbio, il workshop “Buone notizie: cambiare prospettiva – Il ruolo delle notizie positive nel panorama editoriale italiano”, organizzato da Buone Notizie.it, che io e Jacopo Fo avevamo fortemente voluto e condiviso, anche come continuazione della riflessione avviata con il nostro libro “Non è vero che tutto va peggio”.

Nelle due giornate di lavori, ai quali hanno partecipato numerosi giornalisti di varie testate italiane, abbiamo analizzato il ruolo dei mass-media italiani e il modello di informazione fondato sulla spettacolarizzazione e sulla drammatizzazione della cronaca; ma abbiamo anche presentato un possibile modello di comunicazione alternativo, più equilibrato ed aperto anche ai progressi in atto nella società, attraverso le testimonianze di 8 relatori tutti in qualche modo impegnati in questo senso.

Il moderatore Davide Pietroni ha introdotto gli argomenti trattati nel corso dell’incontro, dando la parola all’organizzatore Silvio Malvolti, che ha raccontato l’esperienza pluriennale dell’Associazione Buone Notizie ed il suo impegno come editore nella realizzazione e promozione del sito BuoneNotizie.it, che da anni offre ai lettori un’alternativa all’informazione dei mass media tradizionali.

 

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“A otto anni di distanza dall’inizio di questo percorso ho fortemente voluto questo incontro per verificare con altre realtà la possibilità di stringere delle sinergie confrontando i punti di vista di altri editori, operatori e studiosi della comunicazione”.

Ogni relatore ha offerto spunti di riflessione personali, frutto delle proprie esperienze tra loro differenti:

Jacopo Fo
ha posto l’accento sul valore terapeutico della buona notizia, evidenziando l’urgenza di rompere il meccanismo delle cattive notizie attraverso un vero e proprio bombardamento di buone notizie.

Sergio Ferraris, nel duplice ruolo di responsabile di un ufficio stampa e di giornalista, ha posto il problema dell’interpretazione della notizia e della sua manipolazione, evidenziando come sempre più frequentemente il risultato sia un’informazione distorta.

Io ho portato una riflessione sulla possibilità di creare un mondo migliore attraverso la scelta di un linguaggio diverso, sia nell’eduacazione che nell’informazione: per quanto raccolgo nella mia esperienza educativa in centinaia di incontri ogni anno, posso dire che i nostri ragazzi sognano nel profondo del loro animo un mondo giusto, pacifico e solidale, ma il catastrofismo dei media, sta distruggendo i loro sogni e generando un diffuso senso di impotenza e rassegnazione. Educare alla speranza è il primo compito della formazione e dell’informazione oggi!

Marco Fratoddi -direttore de La Nuova Ecologia– ha rilevato come, nel giornalismo ambientalista, vi sia ormai da tempo la tendenza all’allarmismo e all’esasperazione del rischio che hanno portato ad una crisi di rigetto rispetto a questa sovraesposizione del problema ambientale. “E’ importante – ha affermato Fratoddi – affiancare alla denuncia un atteggiamento più propositivo” e “costruire il desiderio di buone notizie nella gente”.

Partendo dall’assunto che la verità risiede nella complessità, Pietro Raitano -direttore di Altreconomia– ha definito la buona notizia come “quella notizia che riesce a restituire al lettore la complessità degli eventi” mettendolo nella condizione di compiere una scelta consapevole e responsabile.

Sebastiano Todero, psicologo ed esperto di PNL, ha spostato l’attenzione dai mass media ai personal media illustrando gli aspetti psicologici della comunicazione positiva.

workshop3.jpgSimone Canova ha concluso raccontando l’esperienza di Cacao il quotidiano delle buone notizie comiche, di cui è direttore, che ha fatto della comicità un importante veicolo per divulgare le notizie.

I lavori si sono chiusi domenica mattina dopo un intenso lavoro in gruppi, da cui sono scaturite molte idee interessanti e fra le quali la più importante mi pare quella di realizzare, a breve, un portale “aggregatore” che raccolga le migliori “buone notizie” proposte da tutti i siti che già ora si occupano di questo.

 

La buona notizia, dunque, è che tra poco le “buone notizie” uniranno le loro forze!

Ritorna il ghiaccio al polo nord: gli orsi in festa, ma povero giornalismo…

Ac

Accendo la tv e mi ritrovo al Tg Leonardo un servizio sui ghiacci del polo nord che si sono riformati, grazie ad una crescita straordinaria e imprevista da settembre 2008 ad oggi.

 

Secondo le rilevazioni satellitari rilevate dal Centro per lo studio del clima artico dell’Università dell’Illinois, infatti, l’estensione della banchisa artica, che si era fortemente ridotta negli ultimi tempi, è ritornata in pochi mesi allo stesso livello di 30 anni fa.

 

Un’ottima notizia! Davvero.

 

Ma il modo con cui la notizia viene trattata dai mass-media, ancora un volta, mi fa mettere le mani nei capelli.

(Che sia per questo che stanno scomparendo?!? E più rapidamente dei ghiacci…)

 

E’ penoso vedere come hanno affrontato questo cambio di fronte le grandi testate giornalistiche; quelle stesse che avevano diffuso e alimentato la favola dei 9 orsi alla deriva, a 600 km dalla costa per lo scioglimento dei ghiacci.

 

Per chi volesse togliersi una curiosità, in questo sito è possibile ripercorrere la cronistoria di quella notizia, di come fosse nata e di come si fosse gonfiata strada facendo, come una valanga, rimpallando da un cronista all’altro.

 

Ma vediamo come se la sono cavata in questo passaggio…

La Repubblica scieglie di sposare ciecamente, e improvvisamente, una fra le tante teorie che tentano di spiegare il fenomeno, ma lo fa con saggezza, scegliendone una, quella delle alghe che assorbirebbero la CO2, che non mette in discussione il dogma della CO2 come principale responsabile dell’effetto serra.

 

Il Corriere della sera e La Stampa, a titolo di esempio, si limitano invece, ancora più semplicemente, ad un sano vecchio “taglia e incolla” da articoli stranieri (date un’occhiata a questo, a titolo di esempio; non vi pare che assomigli un pochino?) per poi tradurli dall’inglese, magari con un traduttore automatico.

 

Ah, che difficile mestiere quello del giornalista…

 

Ma poveri i miei capelli che sicuramente scompariranno molto prima dei ghiacci polari.