Liberiamoci!

Davvero vi divertite a buttare i soldi? Non vi interesserebbe scoprire come risparmiare e al contempo contribuire alla pace e alla sostenibilità?

Energitismo: il rinascimento dell’ecologia

In questo momento di profondo pessimismo per l’industria e per l’energia solare, un gruppo di piccole e medie imprese decide di cambiare radicalmente strategia e porta avanti una iniziativa che va assolutamente controcorrente. 

eolic,energy,art,modern,energitismoSi tratta di imprese che hanno deciso di scommettere sul binomio “arte-energia” rileggendo la tecnologia con la lente della bellezza per ornare ville, palazzi e alberghi di prestigio di tutto il mondo.

L’idea è nata attorno ad un manifesto culturale lanciato da “Energitismo” lo scorso anno, in cui si esortavano le imprese a non piegarsi alla logica della speculazione finanziaria che nel campo dell’energia solare ha prodotto grandi distese di orribili pannelli fotovoltaici, a vantaggio quasi esclusivo dell’industria cinese. 

fotovoltaico,arte,moderna,bello,energitismoIl manifesto sostiene che le tecnologie possono diventare gioielli per le nostre case e che dobbiamo essere orgogliosi di esporle.

E’ un messaggio positivo lanciato a tutte le PMI italiane, il motore del nostro paese, soffocato dalla mancanza di liquidità, dallo strapotere delle grandi imprese e da una burocrazia che soffoca ogni iniziativa.

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Non importa da dove veniamo, importa dove stiamo andando!

 

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Dopo gli ultimi incontri a Massa Marittima, ospite della Lista Civica “Massa Comune” e a Colle Val d’Elsa con l’Associazione “il Telaio“, venerdì sono stato a Treviso, su invito del Meet-Up locale “Fare Treviso” sempre per presentare “L’anticasta”.

 

E’ stata per me l’occasione per scoprire, ancora una volta, tante esperienze straordinarie, fra cui il più grande Gruppo di Acquisto di fotovoltaico d’Italia, che è arrivato a raccogliere, un poco per volta, oltre 700 famiglie!!!

 

Questo sabato, 26 giugno, mi preparo a partire per Empoli, dove  condurrò un Laboratorio sulla comunicazione ecologica ed efficace all’interno del mitico Lentofestival.

 

gomez-travaglio.gifMercoledì 7 luglio alle 20,30 sarò a Fusignano, per presentare “L’anticasta” in apertura del secondo Meeting dell’informazione libera “Il grido della farfalla; dopo di me, sullo stesso palco, Antonio Padellaro, Marco Travaglio e Peter Gomez parleranno de Il Fatto Quotidiano in un incontro dal titolo Buona editoria o giornale farabutto?”

 

Venerdì 9 luglio sarò a Castagneto Carducci, ospite di “La Sinistra per Castagneto”, che sta cercando di promuovere sul proprio territorio percorsi partecipativi virtuosi. Negli stessi giorni andranno a Castagneto anche gli amici Domenico Finiguerra e Alessio Ciacci.

 

Lunedì 26, insieme a Marco Boschini, saremo alla Festa de l’Unità di S.Lucia di Faenza per riflettere insieme sulle prospettive future dei Comuni virtuosi.

 

Lunedì 9 agosto sarò a Viserba per l’incontro Ponti della speranza: un mondo diverso“, presso il Teatro della Parrocchia “Santa Maria”.

 

L’estrema varietà degli ambiti nei quali sono invitato per portare un contributo di idee mi rallegra e mi fa pensare che al di la dei percorsi diversi che ciascuno ha alle proprie spalle si stia definendo poco per volta un orizzonte ampiamente condiviso, un medesimo sogno di società che vorremmo.

 

Avere una stessa meta permette di immaginare un cammino comune, perché -come cantano i Modena City Ramblers riprendendo le parole del grande poeta Luis Sepulveda– “i sentieri giusti vanno percorsi insieme”.

 

E soprattutto “alla meta arriviamo cantando, o non arriva nessuno…”


Insomma, non importa da dove veniamo, importa dove stiamo andando.

Questo è fondamentale perché il sogno possa diventare realtà!

 

 

Autarchia energetica

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di Miriam Giudici dal sito Terranauta.it


Quest’anno i Colloqui di Dobbiaco del 2 e 3 ottobre, storico convegno sui temi dell’ambiente e della sostenibilità, si sono aperti con lo slogan “Osare più autarchia”: una riflessione sulla necessità impellente di eliminare i combustibili fossili a favore delle energie rinnovabili, anche nell’ottica di abbandonare certe strutture economiche a favore di altre che privilegiano il decentramento e le autonomie locali.

 

Il concetto è: l’energia deve essere prodotta là dove viene consumata. Molto semplice. Ma è fattibile? Evidentemente sì, se l’intera Provincia Autonoma di Bolzano ha deciso di crederci. Proprio ai Colloqui di Dobbiaco, infatti, è arrivata la dichiarazione ufficiale dell’Alto Adige che ha deciso di eliminare la sua dipendenza dai combustibili fossili entro il 2020.

L’Assessore all’Ambiente e all’Energia, Michl Laimer, ha dichiarato che “le fonti energetiche rinnovabili sono disponibili in loco, la capacità di sfruttamento è in fase di sviluppo, garantiscono la continuità dell’approvvigionamento, consentono di creare nuovi posti di lavoro, hanno prezzi stabili, sono eco-sostenibili, non danneggiano l’ambiente ed hanno emissioni molto basse o pari a zero”. E gli amministratori locali sono convinti che già entro il 2013 l’Alto Adige potrà dipendere al 75% da fonti rinnovabili, e completare il processo in altri sette anni.

 

La centrale di biomasse a Dobbiaco è gestita da una cooperativa di cui fanno parte 700 famiglie e il Comune. Questo in un territorio che in termini ambientali è già un’isola felice: ad oggi il ricorso a fonti energetiche rinnovabili è al 56%.

Un dato strabiliante se si confronta con quello italiano (5,2% la quota delle rinnovabili nel 2005) ed eccellente anche nel raffronto con la performance nazionale migliore d’Europa, quella della Svezia (39,8% nel 2005). L’elettricità altoatesina è attualmente prodotta integralmente da centrali idroelettriche che forniscono un’energia che eccede del 50% i bisogni locali. È la domanda termica ad essere coperta, per ora, al 44% con combustibili fossili, e sono appunto questi che gli amministratori locali intendono rimpiazzare nel 2020.

 

Con quali fonti? Si punta sull’eolico, ma soprattutto sulle centrali solari (sia per l’energia elettrica che per quella termica) e a biomasse. Sul fronte del fotovoltaico, in Alto Adige si concentra già il 50% degli impianti presenti in Italia, e si è scelto con decisione di proseguire su questa strada con l’intenzione di arrivare ad installare un impianto sul tetto di ogni casa.

Sul fronte delle centrali a biomasse e biogas, invece, – che si avvalgono del patrimonio boschivo, degli scarti della lavorazione del legno, delle deiezioni animali e dei rifiuti organici – la Provincia ha predisposto nuovi piani di taglio delle piante vecchie e di riforestazione, anche in un’ottica di cura continua e meticolosa del territorio e delle foreste.

 

In tutto questo è molto forte l’intenzione di insegnare ai cittadini ad amministrare meglio, e direttamente, l’energia che producono e utilizzano. L’esempio trainante è quello della centrale a biomasse di Dobbiaco-San Candido, grazie alla quale Dobbiaco ha vinto per il secondo anno consecutivo il premio “Comuni rinnovabili” di Legambiente. Questa centrale non è nelle mani dei privati, ma è gestita da una cooperativa di cui fanno parte 700 famiglie e il Comune, e beneficiano di 600mila euro di utili l’anno. Come li useranno? La loro idea è di comprare la vicina centrale idroelettrica, di proprietà privata.

Infine, in Alto Adige non si tralasceranno il geotermico e l’idrogeno: i 291 piccoli impianti geotermici attuali aumenteranno di numero, mentre stazioni di servizio che distribuiranno l’idrogeno come carburante per l’autotrazione saranno installate sul tratto dell’Autobrennero che va da Verona a Monaco di Baviera. Questo nuovo combustibile sarà prodotto da impianti eolici al valico di frontiera (con la partecipazione di Austria e Baviera), idroelettrici a Bolzano e fotovoltaici a Rovereto.

 

Tutto questo è considerato dall’assessore Laimer come un obiettivo “assolutamente realistico”: battere la strada delle rinnovabili e presentarsi alla prossima Conferenza sul clima di Copenaghen con un progetto realizzabile si può. L’Alto Adige dimostra così che l’autarchia energetica non è un risultato alla portata solo di comunità isolane o piccoli centri abitati.

 

Un esempio che ha molto da dire in un Paese come il nostro dove soffiano sempre più forti i venti del nucleare.

Fotovoltaico: un dodicenne inventa nuove celle solari, 500 volte più efficenti!

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1962625536.jpgGuardate con attenzione la foto di questo ragazzino; un giorno potreste ritrovarvela sui libri di storia!

 

Il suo nome è William Yuan, ha solo 12 anni e vive in Oregon ed è l’inventore delle super celle solari 3D, che gli sono valse una borsa di studio di 25.000 dollari istituita dal Davidson Fellow award.

 

Si tratta di pannelli solari fatti di nanotubi di carbonio per superare le barriere di elettroni, che assorbiranno 500 volte più luce (compresa la UV) di quelli attualmente in commercio e nove volte in più degli attuali pannelli con celle a 3D.

 

William Yuan ha già studiato la fusione nucleare e le nanotecnologie e vuole risovere la crisi energetica.

 

I suoi modelli di celle sono nati dai Lego a cui ha aggiunto l’ispirazione dell’energia nata dal sole.

 

Intanto in Oregon hanno già realizzato con le celle 3D di William, un prototipo di auto ad energia solare e alcuni pannelli per alimentare le luci sulle autostrade.

 

Io a 12 anni ero ancora fermo ai Lego…