Cicli… e ricicli

Il tempo è lineare o ciclico? Quale spazio c’è per il cambiamento e il progresso storico? E come fare in modo che le nostre scelte siano sostenibili per l’ambiente? Alcune riflessioni semiserie in prospettiva interculturale…

 

Con il male alle gambe, ma il cuore leggero!

4623-1.jpgDavvero non ho più il fisico (quasi io l’avessi mai avuto!): i 24 km della Marcia per la pace Perugia-Assisi mi hanno ridotto ad uno straccio. Dopo diversi giorni ho ancora male alle gambe per la camminata.

Però il mio cuore è leggero e ritorna spesso con grande gioia all’immagine di quell’interminabile e meraviglioso fiume colorato -simbolo della diversità ma anche di un sogno di pace condiviso- dentro al quale ho avuto il privilegio di “nuotare” domenica scorsa.

Abbiamo camminato tutti insieme, con gli amici del Coordinamento operativo di “Ecologisti e Civici“, quasi a voler tradurre in realtà la metafora del “cammino comune” che da diversi mesi ci accompagna. Ed è stato davvero bello!

Dico spesso che non importa da dove veniamo, ma dove insieme vogliamo andare! E voglio aggiungere che è decisivo anche “come” vogliamo arrivarci.

marcia per la pace,perugia,assisi,ecologisti e civiciNon credo infatti nelle scorciatoie, credo nel dialogo, nella coerenza, nella trasparenza, in un paziente impegno per unire e insieme costruire il cambiamento. E ho imparato che tutto questo può anche essere un grande divertimento!

Chi ha inventato il detto odioso “prima il dovere e poi il piacere” ?!?
Perché dobbiamo scindere le due cose? Perché il dovere non può essere anche un profondo piacere?

La storia della cicala e della formica è una balla cosmica.

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Se non riusciamo a vivere ogni momento della nostra vita come se fosse l’ultimo, se non riusciamo a divertirci anche per le piccole cose, se non trasformiamo ogni gesto e ogni parola in una meraviglia allora ditemi voi: cosa siamo vivi a fare?

Voglio concludere dedicando il mio male alle gambe (e il mio cuore leggero) ad una donna straordinaria che ci ha lasciato pochi giorni fa, Wangari Maathai, che attraverso il suo esempio vissuto ci ha invitati tutti a metterci in cammino con speranza!

Grazie di cuore, mamma Wangari.

Non importa da dove veniamo, importa dove stiamo andando!

 

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Dopo gli ultimi incontri a Massa Marittima, ospite della Lista Civica “Massa Comune” e a Colle Val d’Elsa con l’Associazione “il Telaio“, venerdì sono stato a Treviso, su invito del Meet-Up locale “Fare Treviso” sempre per presentare “L’anticasta”.

 

E’ stata per me l’occasione per scoprire, ancora una volta, tante esperienze straordinarie, fra cui il più grande Gruppo di Acquisto di fotovoltaico d’Italia, che è arrivato a raccogliere, un poco per volta, oltre 700 famiglie!!!

 

Questo sabato, 26 giugno, mi preparo a partire per Empoli, dove  condurrò un Laboratorio sulla comunicazione ecologica ed efficace all’interno del mitico Lentofestival.

 

gomez-travaglio.gifMercoledì 7 luglio alle 20,30 sarò a Fusignano, per presentare “L’anticasta” in apertura del secondo Meeting dell’informazione libera “Il grido della farfalla; dopo di me, sullo stesso palco, Antonio Padellaro, Marco Travaglio e Peter Gomez parleranno de Il Fatto Quotidiano in un incontro dal titolo Buona editoria o giornale farabutto?”

 

Venerdì 9 luglio sarò a Castagneto Carducci, ospite di “La Sinistra per Castagneto”, che sta cercando di promuovere sul proprio territorio percorsi partecipativi virtuosi. Negli stessi giorni andranno a Castagneto anche gli amici Domenico Finiguerra e Alessio Ciacci.

 

Lunedì 26, insieme a Marco Boschini, saremo alla Festa de l’Unità di S.Lucia di Faenza per riflettere insieme sulle prospettive future dei Comuni virtuosi.

 

Lunedì 9 agosto sarò a Viserba per l’incontro Ponti della speranza: un mondo diverso“, presso il Teatro della Parrocchia “Santa Maria”.

 

L’estrema varietà degli ambiti nei quali sono invitato per portare un contributo di idee mi rallegra e mi fa pensare che al di la dei percorsi diversi che ciascuno ha alle proprie spalle si stia definendo poco per volta un orizzonte ampiamente condiviso, un medesimo sogno di società che vorremmo.

 

Avere una stessa meta permette di immaginare un cammino comune, perché -come cantano i Modena City Ramblers riprendendo le parole del grande poeta Luis Sepulveda– “i sentieri giusti vanno percorsi insieme”.

 

E soprattutto “alla meta arriviamo cantando, o non arriva nessuno…”


Insomma, non importa da dove veniamo, importa dove stiamo andando.

Questo è fondamentale perché il sogno possa diventare realtà!

 

 

Per alzare lo sguardo e tenerci in cammino…

Vorrei condividere con voi oggi un breve brano che mi ha fatto molto riflettere, oltre che sorridere. E’ tratto dal libro “decrescere per il futuro”, a cura del gruppo spiritualità CNCA, edito da Comunità Edizioni, che può essere acquistato o anche scaricato gratuitamente in pdf da questa pagina.

 

Si tratta di un vecchio aneddoto a proposito di un incidente riportato, durante le manovre militari in Svizzera, dal premio Nobel ungherese Albert Szent-Györgyi:

 

mappa_alpi?.jpg“Il giovane tenente di un piccolo distaccamento ungherese nelle Alpi inviò
un’unità di ricognizione nella
desolata terra di ghiaccio.


Immediatamente prese a nevicare e continuò per due giorni; l’unità non tornava.

Il tenente soffriva, temendo di aver spedito
i suoi uomini incontro alla morte.

Ma al terzo giorno l’unità rientrò.
Dove erano stati? Come avevano ritrovato
la strada?


“Sì – dissero – ci consideravamo persi e attendevamo la fine.
Ma poi uno di noi trovò in tasca una mappa. Questo ci tranquillizzò.

Ci accampammo, lasciando passare la tempesta di neve, e poi con l’aiuto della mappa riuscimmo ad orientarci.
Ed eccoci qui”.


Il tenente chiese in prestito questa straordinaria mappa e la esaminò attentamente. Scoprì con grande stupore che non si trattava di una
mappa delle Alpi, ma dei Pirenei.”

Dunque, darsi delle mappe non è perché esse siano quelle giuste; anzi, in fondo, non sono e non saranno mai abbastanza adeguate e accurate nel
descrivere la realtà.

 

Però, per quanto sgangherate o errate siano le mappe di cui disponiamo, il loro compito è tenerci in cammino, non far perdere la voglia di alzare lo
sguardo e rimetterci in viaggio.

Evitano cioè che gruppi e persone avvolti nel disorientamento si paralizzino nella disperazione o si sfiniscano nell’essere senza tregua – e senza
meta – indaffarati.

Una carta geografica porta a guardarsi intorno e a riprendere strada.

È profondo il legame tra alzare lo sguardo e camminare: guardare il volto dell’altro e scrutare l’orizzonte verso cui muoversi è diventata una coppia
di gesti umani decisivi da quando, milioni di anni fa, la specie umana ha conquistato la posizione eretta e perfezionato l’andatura bipede, sviluppando di conseguenza il cervello: la specie umana ha “inizio con i piedi”, dice l’antropologo Leroi-Gouran.

 

I due gesti, uniti, danno spessore all’umano in un tempo in cui troppi volti guardano in basso e poco si è disposti a muoversi verso altri orizzonti.
Solo alzando gli sguardi e ampliando la visuale dei possibili percorsi possiamo vedere l’altro e la novità di liberazione verso cui siamo chiamati a dirigere i passi.