Con il male alle gambe, ma il cuore leggero!

4623-1.jpgDavvero non ho più il fisico (quasi io l’avessi mai avuto!): i 24 km della Marcia per la pace Perugia-Assisi mi hanno ridotto ad uno straccio. Dopo diversi giorni ho ancora male alle gambe per la camminata.

Però il mio cuore è leggero e ritorna spesso con grande gioia all’immagine di quell’interminabile e meraviglioso fiume colorato -simbolo della diversità ma anche di un sogno di pace condiviso- dentro al quale ho avuto il privilegio di “nuotare” domenica scorsa.

Abbiamo camminato tutti insieme, con gli amici del Coordinamento operativo di “Ecologisti e Civici“, quasi a voler tradurre in realtà la metafora del “cammino comune” che da diversi mesi ci accompagna. Ed è stato davvero bello!

Dico spesso che non importa da dove veniamo, ma dove insieme vogliamo andare! E voglio aggiungere che è decisivo anche “come” vogliamo arrivarci.

marcia per la pace,perugia,assisi,ecologisti e civiciNon credo infatti nelle scorciatoie, credo nel dialogo, nella coerenza, nella trasparenza, in un paziente impegno per unire e insieme costruire il cambiamento. E ho imparato che tutto questo può anche essere un grande divertimento!

Chi ha inventato il detto odioso “prima il dovere e poi il piacere” ?!?
Perché dobbiamo scindere le due cose? Perché il dovere non può essere anche un profondo piacere?

La storia della cicala e della formica è una balla cosmica.

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Se non riusciamo a vivere ogni momento della nostra vita come se fosse l’ultimo, se non riusciamo a divertirci anche per le piccole cose, se non trasformiamo ogni gesto e ogni parola in una meraviglia allora ditemi voi: cosa siamo vivi a fare?

Voglio concludere dedicando il mio male alle gambe (e il mio cuore leggero) ad una donna straordinaria che ci ha lasciato pochi giorni fa, Wangari Maathai, che attraverso il suo esempio vissuto ci ha invitati tutti a metterci in cammino con speranza!

Grazie di cuore, mamma Wangari.

“La donna che piantava gli alberi…”

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Due miliardi di alberi piantati nel mondo in soli 18 mesi, cioè più del doppio dell’obiettivo iniziale.

La Campagna internazionale di riforestazione lanciata nel 2006 dall’ Unep (il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) ha raccolto un successo incredibile, ben oltre ogni inaspettativa.

Questo incredibile successo ha spinto i responsabili dell’organizzazione ad alzare il proprio traguardo a sette miliardi di alberi da piantare entro la fine del 2009.

L’idea vincente del progetto, di promuovere la partecipazione a tutti i livelli, coinvolgendo amministrazioni pubbliche, comunita’, associazioni, scuole… fino ai singoli individui per piantare alberi in tutto il mondo e’ stata ispirata dal “Kenya green belt movement” e ha fatto vincere alla sua fondatrice, l’ecologista kenyana Wangari Maathai, il premio Nobel per la pace!

E’ stata lei, infatti, la promotrice di questa campagna delle Nazioni Unite.

Tra le nazioni che hanno aderito al programma la piu’ attiva e’ stata senza dubbio l’Etiopia dove sono stati piantati 700 milioni di alberi, seguita dalla Turchia con 400 milioni, dal Messico con 250 milioni e dal Kenya con 100 milioni.

 

Anche noi, nelle nostre città, potremmo dare il nostro piccolo contributo a questa causa anzi, per essere precisi, almeno in teoria, “dovremmo”

 

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In Italia, infatti, esiste una legge (la n°113 del 29 gennaio 1992) che stabilisce l’ Obbligo per il Comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica”.

 

Non è meraviglioso? Voi lo sapevate?

Io l’ho imparato solo oggi.

Facciamolo presente ai sindaci e agli assessori all’ambiente delle nostre città.

 

Si potrebbe promuovere l’idea direttamente nelle maternità, coinvolgendo attivamente i genitori del neonato, al quale poi verrebbe intestato l’albero piantato!