Ma chi se ne frega della pace!

di Flavio Lotti
coordinatore nazionale della Tavola della pace

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Domani 21 settembre le Nazioni Unite celebreranno la Giornata Internazionale per la Pace. Uno dei giorni più importanti del calendario dell’Onu.

 

La pace -il principale obiettivo delle Nazioni Unite- è un bene prezioso.

Ne sanno qualcosa le donne e gli uomini che a centinaia di milioni sono ancora intrappolati nella morsa della guerra, della miseria, dell’oppressione, dell’intolleranza e dello sfruttamento.

La pace, com’è noto, è uno dei beni più importanti da cercare, costruire e difendere. Un lavoro per tutti, da fare tutti i giorni.

Ma in Italia non interessa molto.

 

Per noi la pace non è una cosa seria. Ce ne occupiamo solo quando va di moda o non possiamo più farne a meno. Ed è sempre troppo tardi. Non importa se il mondo sta diventando un posto sempre più ingiusto e insicuro. Non importa se veniamo meno alle nostre responsabilità internazionali e manchiamo di curare persino i nostri stessi “interessi nazionali”.

Da noi, la pace non è più in agenda. L’ha cancellata il governo che continua a combattere le sue guerre in Afghanistan e nel Mediterraneo, che ha azzerato l’impegno contro la povertà e per la difesa dei diritti umani. L’ha cancellata la politica che riesce a strumentalizzare anche le più disperate tragedie umane. E l’ha cancellata il mondo dell’informazione, sempre meno attento alla vita delle persone e dei popoli, sempre più dominio esclusivo della politica, della cronaca nera e del gossip.

E se la pace non è un problema, figuriamoci la Giornata Internazionale dell’Onu per la Pace. Domani niente celebrazioni ufficiali, niente programmi speciali. Niente di niente. Come tutti gli altri giorni.

A fare la differenza, domani 21 settembre, ci saranno ancora una volta centinaia di persone, gruppi, associazioni, scuole ed enti locali che si riuniranno in numerose città italiane per ridiscutere e riorganizzare il proprio impegno di pace. Non parole vuote ma idee, piani e progetti da realizzare a scuola e in città, laddove la gente cerca una vita migliore.

 

La pace ricomincia da qui nonostante la censura mediatica e la miopia della politica. La pace ricomincia da qui, dalla passione e dalla creatività di quella gente che alla pace ci crede e dedica il suo impegno quotidiano.