Si riparte, con un gran movimento dentro

oursì,dune,deserto,sahel,burkina,sabbia,paesaggioSono appena tornato dal Burkina Faso, dopo 24 giorni intensi che mi hanno portato -insieme ad un gruppo di amici e alla mia famiglia- a toccare con mano tante realtà diverse, lungo gli oltre 3.000 km che abbiamo percorso, in buona parte su piste di terra rossa e non di rado alluvionate per le pioggie.

Era la mia ventesima volta in Africa ed è stata per me l’occasione di reincontrare tanti vecchi amici, ma anche per conoscerne di nuovi e scoprire alcune situazioni che davvero non riesco a togliermi dagli occhi.

miniere,oro,burkina,lavoro minorile,diritti,infanziaPenso ai bambini lavoratori nelle miniere d’oro di Tiebelé, nel sud del paese, che ci hanno stretto il cuore e lasciato dentro un misto di indignazione e voglia di cambiare quest’assurdità; un’assurdità che viene in qualche modo legalizzata quando l’oro viene acquistato regolarmente dagli acquirenti autorizzati a farlo, chiudendo non uno ma due occhi rispetto ai diritti violati nell’estrazione.

E’ quello stesso oro che noi troviamo luccicante nelle nostre gioiellerie, senza renderci minimamente conto di quale storia possa avere dietro di sé.

 

profughi,mali,tuareg,rifugiati,gandafabou,frontieraPenso alle decine di migliaia di profughi maliani, quasi tutti tuareg, rifugiati a Gandafabou e nei villaggi circostanti, che abbiamo incontrato all’estremità nord del Burkina, vicinissimi al confine con il Mali dal quale sono fuggiti spesso senza avere la possibilità di portare nulla con sé.

E’ stato un incontro davvero toccante, su cui mi riserbo di scrivere qualcosa più approfonditamente nei prossimi giorni, anche perché nessuno parla di questa situazione in Italia.

 

Penso ancora alla difficile situazione di molti contadini burkinabé, per le pioggie che sono arrivate con quasi un mese di ritardo e hanno rovinato tanti raccolti. E questo mi conferma nella consapevolezza di quanto siano importanti i progetti che abbiamo realizzato in questi anni, con Mani Tese e con altre associazioni amiche, che hanno liberato centinaia di migliaia di persone da questa vulnerabilità, portando autonomia alimentare ed economica ad intere comunità!

colori,mercato,africa,burkina,spezie,cucinaE poi ho ancora negli occhi i volti, i colori, gli orizzonti sconfinati del Sahel…

e tanto altro ancora, per cui ora non trovo le parole.

Porterò tutto questo con me, nei prossimi mesi, in giro per l’Italia.

 

Lo porterò nei laboratori con i ragazzi, nei corsi di formazione con insegnanti, educatori e mediatori culturali, nelle tante serate pubbliche per i libri o legate al mio impegno sociale e politico, così come nella mia vita quotidiana, quando vado a fare la spesa, gioco con i miei figli o incontro un amico o una qualunque persona per strada.

bimbo,africa,sguardo,volto,burkina,mammaA volte penso che il mio grande movimento fuori rispecchi questo grande movimento che sento dentro.

E devo dire che non mi dispiace affatto e spero con tutto il cuore di riuscire ad invecchiare senza mai adattarmi alle tante ingiustizie che affliggono il mondo.

I Buoni Frutti: viaggio nell’Italia della nuova agricoltura civica, etica e responsabile

E’ appena uscito il libro “I Buoni Frutti: viaggio nell’Italia della nuova agricoltura civica, etica e responsabile” al quale io ho dato con grande piacere un mio contributo di riflessione.

copertina.jpgIl libro, edito da Agra editrice, è il frutto di un viaggio iniziato il 28 agosto e terminato il 25 settembre, dal Trentino alla Sicilia, e riporta circa quaranta storie di chi ha scelto di investire in agricoltura senza trascurare il “valore di legame” con le proprie comunità di appartenenza.

Gli autori Angela Galasso, Francesca Durastanti, Giuseppe Orefice, Margherita Rizzuto e Silvia Paolini, sono cinque tecnici che da anni si occupano di agricoltura civica e di didattica in ambito rurale su tutto il territorio nazionale.

Il libro raccoglie, inoltre, i contributi di alcune personalità che in modi diversi hanno sostenuto il progetto: Francesco Di Iacovo, Saverio Senni, Carlo Hausmann, Andrea Segrè, Roberto Burdese, Michele Dotti, Marco Boschini, Francesco Mele, Gregorio Arena e Jacopo Fo.

Tante storie anche di giovani agricoltori come “Contadini per Passione”, agrumicoltori di Ribera (AG) che hanno realizzato il sogno di poter rimanere in Sicilia e attraverso il web riuscire a veicolare le loro arance, o “Madrenatura”, azienda campana, che ha fatto della vendita diretta “responsabile” la propria bandiera e la chiave del proprio successo.

O le tante storie di chi, senza cessare di essere agricoltore, offre servizi alla persona, come l’agrinido “Piccoli frutti” di Cremona inaugurato a settembre, o la giovane cooperativa piemontese “AgriCooPecetto” che promuove progetti formativi e inserimenti lavorativi di persone disabili, o ancora l’associazione “Il Giardino di Filippo” che realizza attività didattiche e riabilitative in un’azienda agricola utilizzando il contesto agricolo ed il cavallo.

Tante storie che gli autori raccontano riportando non solo motivazioni e valori, ma anche numeri ed elementi di successo affinché si possano generare effetti moltiplicatori e possa essere favorita la replicabilità di realtà virtuose.

Ecco un estratto dal contributo di Andrea Segrè (Preside Facoltà di Agraria Università di Bologna – Presidente Last Minute Market):

“Il viaggio che ha portato a questo libro – che è stato un po’ anche il mio idealmente – credo abbia dimostrato che le nostre azioni, anche se piccole, possono portare a un mondo nuovo.

Dobbiamo solo credere nel nostro ruolo di individui attivi nella società, fuggendo dalla passività e dal vuoto che ci circonda. Basta poco. Sarebbe sufficiente rinnegare la pervasiva cultura del consumo e del rifiuto che genera lo spreco di cui siamo circondati: di cibo e altri beni, ma soprattutto di relazioni.

Attraverso queste esperienze di agricoltura civica è possibile far vedere e riconoscere nuovamente il valore di legame, gli si ridà – appunto – valore, senza negare gli altri due – lo scambio e l’uso – in modo da rivoluzionare, veramente, il nostro sistema.

La speranza è che altri copino da queste esperienze: esse ci fanno vedere che la relazione civile esiste ancora e dimostrano che è possibile rendere l’economia più efficiente e anche più civile, proprio a partire dall’agricoltura e dai suoi buoni frutti. Ne ero sicuro, ne ho la conferma. Questo libro lo fa sapere a tutti.”

per informazioni:
Francesca Durastanti 320.2119686 / Margherita Rizzuto 393.9824709
e-mail: info@ibuonifrutti.it

Ho ancora negli occhi…

Sono rientrato tre giorni fa dal Burkina Faso e -come sempre mi accade- mi ritrovo ancora abbastanza spaesato e mi chiedo cosa ci faccio qui.

Sarà per i 30 gradi di differenza, o forse per il brusco cambio di colori che dal rosso della terra e dall’azzurro dei cieli africani hanno lasciato posto ad un grigio che fonde all’orizzonte l’asfalto con la nebbia.

4129166280_b4613f148e.jpgQuello che è certo è che ho ancora negli occhi gli sguardi persi dei minatori vicino ad Essakane, in pieno Sahel, che cercano l’oro in buche scavate a mano fino a 50 metri di profondità, in un’angosciante roulette russa fra la ricchezza e la morte, dentro a gallerie che in ogni momento potrebbero aprirsi a vene del prezioso metallo come chiudersi seppellendo tutto e tutti.

Ho ancora negli occhi la gioia delle donne nel villaggio di Andega, che esplode danzando per il pozzo che abbiamo appena realizzato.

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Un pozzo che dà vita e alleggerisce il loro carico di lavoro quotidiano, liberando tempo prezioso per prendersi cura dei figli, avviare piccole attività di artigianato o anche solo per un po’ di raro quanto sacrosanto riposo.

Ho ancora negli occhi la disperazione, avvolta da un nugolo di mosche, e nelle narici l’odore nauseabondo che emanava la gamba in cancrena di un ragazzo di appena 28 anni che ha bussato alla nostra porta a Ouagadougou, per chiederci disperato il costo del trasporto per poter rientrare a morire al suo villaggio, accanto alla sua famiglia e ai suoi due figli ancora piccoli.

E ho nitida negli occhi la luce della speranza che si è riaccesa in lui quando gli abbiamo detto che avremmo fatto di tutto per curarlo e da subito abbiamo iniziato ad occuparcene concretamente!

4129173694_979ba6d471.jpgHo ancora negli occhi la soddisfazione e la determinazione degli orticoltori di Tangzougou in mezzo alla distesa immensa dei loro orti, dove ancora pochi anni fa non c’erano che erba secca e terra arida, mentre ora crescono frutti.

E mille altre immagini fortissime che si sono impresse nel mio animo come su una pellicola e che certamente non si cancelleranno in pochi giorni…

4129175458_2339b98789.jpgTutto questo mi riecheggia dentro e mi parla del diritto ad un lavoro degno e alla salute, di acqua come diritto universale, di solidarietà, cooperazione e politiche volte all’autosufficienza… della necessità di liberarsi da logiche di sfruttamento e dipendenza dall’estero in un cammino di giustizia internazionale e di fraternità universale.

E così mi ricordo perché mi appassiona tanto il mio impegno nei campi della formazione, dell’informazione e della politica intese come servizi alla comunità e partecipazione alla creazione di un futuro migliore per tutti.

Mi ci vorrà ancora qualche giorno, certo, ma ora mi sento un po’ meno spaesato di prima.

Dove mi porta il vento…

Come i palloncini del nostro “sogno” sono ormai continuamente in volo.

Domani sarò a Roma per il grande evento The green way, promosso dalla Costituente Ecologista, insieme a molti ospiti illustri dell’ecologismo europeo.

Lunedì 22 sarò a Foligno, per un incontro pubblico dal titolo Istruzioni per l’uso“: le buone pratiche per una politica più giusta, più equa, più sostenibile” e per un altro incontro nelle scuole superiori, sul senso civico e la responsabilità, entrambi promossi dalla NIdiL CGIL di Perugia.

Giovedì 25 a Bagnacavallo per un incontro dal titolo “Sogno e son desto” sui nuovi stili di vita per un futuro migliore.

Il 26 e 27 volerò a Palermo, invitato a partecipare all’Assemblea costituente dei Movimenti civici della Sicilia, che stanno promuovendo un percorso molto vicino nello spirito e negli intenti a quello del nostro sogno.

Domenica 28 sarò a Firenze per il primo incontro di coordinamento del nostro “sogno”, a cui sono invitate tutte le realtà che hanno aderito al nostro progetto e altre ancora… sarà un giorno da ricordare!!!

Mercoledì 1 dicembre a Venezia per presentare “L’anticasta” insieme a Paolo Cacciari e Gianfranco Bettin, su invito di Gianandrea Mencini dei VAS.

Giovedì 2 sarò a Bologna per un incontro sui nuovi stili di vita nell’epoca della globalizzazione presso la Chiesa Universitaria di S.Sigismondo, in via Zamboni.

Venerdì 3 sarò a Porto Mantovano per una grande serata spettacolo, presso Villa Schiarino Lena, promosso dall’Associazione “Vivere Porto” insieme a molte altre associazioni locali.

Lunedì 6 presenterò a Cervia il mio ultimo libro “Dudal Jam, a scuola di pace”, in occasione dell’inaugurazione della mostra fotografica “L’Africa di ogni giorno” che già è stata esposta lo scorso anno e che ritorna ora presso la Biblioteca Comunale.

Venerdì 10 sarò a Crema di mattino, per un incontro a scuola all’interno di un progetto di educazione alla pace promosso da IPSIA Cremona Onlus, e a Brescia nel pomeriggio, per una presentazione speciale del libro “Dudal Jam, a scuola di pace” insieme a tutti i coautori e agli amici del CEM mondialità.

Sabato 11 a Padova per un’incontro dal titolo “Luci e ombre del nostro tempo” all’interno del Corso S.A.M. (Scuola di Animazione Missionaria).

E dal 18 dicembre il volo sarà ancora più lungo perché mi porterà fino in Burkina Faso per accompagnare un viaggio di turismo responsabile promosso dall’Associazione “T-ERRE”.

Vado dove mi porta il Vento, serenamente.

E posso assicurarvi che da qui si vede un paesaggio bellissimo!!!

Un orizzonte fatto di tante realtà stupende in cammino verso un domani migliore.

Ricomincia il viaggio!

L’estate volge al termine, ripartono la mia attività educativa nelle scuole con la Coopertiva Kaleidos, la formazione con insegnanti e mediatori culturali e anche i miei incontri pubblici in giro per l’Italia.

 

michele_foto_incontro.jpgE’ una grande fortuna per me poter scoprire tante realtà splendide, e così diverse fra loro, che si muovono sul proprio territorio per costruire un domani migliore!

 

Sono davvero su un osservatorio privilegiato che mi permette di scorgere un universo associativo meraviglioso e variopinto, spesso invisibile nei mass media.

 

Quello che cerco di portare come contributo con i miei interventi e tesimonianze è sempre meno di quanto io riceva dalle persone che incontro, che non finirò mai di ringraziare.

 

Questo pomeriggio, sabato 4 settembre, sarò a Cesena presso la Libreria Coop per presentare “L’anticasta”, mentre alla sera andrò a Meldola, alla Festa del PD, sempre insieme all’amico Marco Boschini.

 

Mercoledì 8 sarò a Padova per coordinare il primo incontro di un percorso partecipativo aperto a tutte le Associazioni per l’elaborazione condivisa della prossima edizione del Festival della Cittadinanza.

 

Martedì 14 interverrò in diretta web dal Liceo Ariosto di Ferrara per l’inaugurazione dell’Anno Accademico, in un collegamento con 10 Istituti della Provincia.

 

Giovedì 23 sarò a Cervia per un incontro di formazione per i mediatori culturali del Progetto “Testimoni privilegiati”.

 

Venerdì 24 tornerò nuovamente al Liceo Ariosto di Ferrara per la proiezione del video “Una scuola diversa è possibile” in una serata-dibattito a cui parteciperanno anche il Sindaco di Ferrara, la Presidente della Provincia e l’ex rettore dell’Università di Ferrara.

 

Martedì 5 ottobre sarò a Cervia per il primo incontro del Consiglio Comunale dei bambini e dei ragazzi di questo nuovo anno scolastico.

Non vedo l’ora, è un’esperienza bellissima!!!

 

Giovedì 7 andrò a Pesaro per l’incontro “Le diversità in dialogo e in cammino veso la pace” all’interno della Settimana Africana Regionale; sarà anche l’occasione per presentare il mio nuovo libro “Dudal Jam, a scuola di pace”.

 

Venerdì 15 a Sant’Ignazio (Padova) per un incontro sul tema “L’economia solidale come risposta alla crisi economica”, promosso dal Coordinamento missionario di S.Giuseppe.

 

Venerdì 22 e Sabato 23 sarò a Roma insieme a Marco Boschini per presentare “L’anticasta” in un tour de force intorno alla capitale, ad Albano, Labico, Ostia, Aprilia, Genzano…

 

Domenica 24 sarò a Teano, per presentare il “sogno” davanti all’assemblea, in plenaria.

 

Da Teano andrò direttamente a Procida, lunedì 25 e martedì 26 per un incontro pubblico e uno nelle scuole.


Mercoledì 27, all’interno della Nona giornata ecumenica del Diaologo Cristiano Islamico, presenterò il mio ultimo libro “Dudal Jam, a scuola di pace” presso il Centro di Cultura Islamica di Faenza, in via Boaria 84/4

 

Venerdì 29 a San Giovanni Valdarno a presentare “L’anticasta” e riflettere sui “beni comuni”, a partire dall’acqua.

 

Sabato 30 a Empoli per tenere due Laboratori sulla creatività presso la Biblioteca Comunale, in occasione della “notte bianca.”

 

 

Ricomincia il viaggio! Prepariamoci per l’avventura.

Si riparte!!! Last minute Burkina Faso… a dicembre e gennaio nel “paese degli uomini onesti”

 

Beh, forse non si può proprio definire un viaggio “last minute”, lanciandolo sei mesi prima della partenza. Ma in un certo senso lo è davvero perché diversi posti (dei 10 disponibili) sono già occupati ancor prima di annunciarlo!!!

 

E’ questo il frutto di 18 anni di viaggi responsabili in questo meraviglioso paese, condivisi con quasi 200 persone, le quali sono divenute in qualche modo testimoni delle realtà visitate e con il passaparola ogni anno mi presentano altri amici desiderosi di vivere questa esperienza.

 

Ufficialmente, comunque, iniziamo solo in questi giorni a raccogliere le adesioni per il prossimo viaggio di turismo responsabile in Burkina Faso organizzato come Cooperativa Kaleidos in collaborazione con Mani Tese e promosso dall’associazione di turismo responsabile “T-ERRE”.

 

Questo viaggio è concepito come esperienza di conoscenza e condivisione con la popolazione del paese, in particolare con quella dei villaggi, alla scoperta della ricchezza umana e culturale che il Burkina Faso – letteralmente “il paese degli uomini onesti”- può regalarci se ci accostiamo ad esso con occhio sincero.

 

L’attenzione viene posta dunque non solo sulle difficoltà reali che il paese deve superare, ma anche sulle potenzialità che esso racchiude, sia nelle proprie radici -andando a scoprire la storia e la cultura di diverse popolazioni che lo abitano- sia nelle prospettive di sviluppo che la società civile sta elaborando dall’interno e in collaborazione con partner internazionali.

Non manca anche la scoperta delle bellezze naturalistiche del paese e l’incontro con il suo meraviglioso artigianato: scopriremo il Sahel burkinabé, con le sue dune di sabbia e gli scavi archeologici a Oursì, i mercati coloratissimi a Kaya e Gorom Gorom; ma anche le cascate di Karfiguela, gli immensi campi di canna da zucchero a Banfora; il lago di Tengrela con le sue ninfee e gli ippopotami, le moschee di Ouahabou e Bobò Dioulassò, gli elefanti del Parco di Boromò…

CARATTERISTICHE GENERALI DEL VIAGGIO

Il viaggio è costruito insieme a Mani Tese e ad altri partner locali che operano da anni nel campo della cooperazione allo sviluppo.


Gli accompagnatori hanno una lunga esperienza in questo paese, che permette loro di porsi come mediatori culturali fra il gruppo e la popolazione con cui si entra in rapporto.

 

1548476862.jpgI trasporti sono effettuati con mezzi proprio, l’alloggio è in strutture gestite da diverse realtà associative e da campement nei villaggi.

 

L’iscrizione comprende una quota solidarietà per un progetto di sviluppo.

 

Il viaggio si propone di dar vita ad una costruzione comune dell’esperienza attraverso una fase di conoscenza preliminare del percorso, del gruppo dei partenti, di scambio sugli obiettivi e modalità del viaggio e di verifica sulle intenzioni e possibilità di continuare la conoscenza intrapresa.

 

Sono previsti quindi tre incontri di preparazione prima della partenza.
La presenza a questi momenti è indispensabile per la partecipazione al viaggio.


CALENDARIO DI VIAGGIO

27 dicembre 2010 – 14 gennaio 2011

Lunedì 27 – volo aereo dall’Aeroporto Marconi di Bologna alle 12,15; arrivo a Parigi Aeroporto  Charles de Gaulle alle 14,00; partenza alle ore 16,10 e arrivo a Ouagadougou (capitale del Burkina Faso) alle 20,45 locali; sistemazione, cena e  pernottamento.

141373707.jpgMartedì 28 – domenica 2 gennaio – al mattino preparativi, acquisti necessari in capitale, poi partenza verso l’est, per il villaggio di Tangaye e alloggio presso il Campement “Sougrì noma” (“il perdono è buono”): è il momento della condivisione della vita con la gente del villaggio, l’occasione per incontrare i responsabili dei Gruppi di Villaggio, fare visita agli anziani e  scoprire i luoghi sacri tradizionali, visitare il mercato serale del villaggio ai piedi del grande baobab e i progetti finanziati da Mani Tese (barrage, fuochi migliorati, etc…); l’occasione inoltre per incontrare la gente del villaggio di Djoassin, dove sono stati finanziati un pozzo e una scuola e partecipare alla coloratissima Messa al villaggio.

 

1028395376_7f9b9aceda.jpgRientro in capitale passando da Laongò, con le sue roccie scolpite; cena e pernottamento.

 

Lunedì 3 – rotta verso il Sahel, nel nord del paese; sosta al mercato di Kaya, celebre per la lavorazione del cuoio e delle pelli; visita delle 7 moschee sulla collina di Banì; arrivo in serata a Koyre-Zena; pernottamento presso il Campement del villaggio.

Martedì 4 – partenza al mattino verso Gorom Gorom, poi verso Oursì; passeggiata sulle dune di sabbia di fronte al grande stagno -dove si possono ammirare molte specie di uccelli- fino agli scavi archeologici del sito Hu-Beerò, considerati fra i più importanti dell’Africa intera; nel pomeriggio partenza per il piccolo villaggio di Gandafabou, dove alloggeremo nel meraviglioso Campement “Edjef”, dentro alle capanne tuareg sulla grande duna di sabbia rosa.

Mercoledì 5 – “ballade” a dorso di dromedario, per scoprire il villaggio e le sue strutture: la scuola, il dispensario, la maternità; ritorno al Campement “Edjef”, cena con gli amici tuareg e pernottamento.

gorom-marche.JPGGiovedì 6 – lasciamo Gandafabou per ritornare a Gorom Gorom (“sedetevi, sediamoci” in lingua songhai), la capitale del Sahel,  dove si svolge il grande mercato del giovedì, celebre per l’incontro di mille popoli, provenienti anche dal Mali e dal Niger: dai Peulh, ai Bellà, dai Tuareg, agli Haussà; nel pomeriggio rientro al Campement di Koyre-Zena.

Venerdì 7 – lasciamo il Sahel per rientrare il capitale; lungo la strada soste a Dorì, Banì e Kaya; arrivo a Ouagadougou in serata, cena e pernottamento.

6d6b17ca3bb2d5324d407db5355caf29.jpgSabato 8 – partenza insieme a Theophile Kaboré, responsabile dei progetti di Mani Tese, per visitare alcuni villaggi in cui sono stati finanziati progetti; è l’occasione per incontrare la gente che ne beneficia per meglio capire la filosofia di intervento e come la popolazione gestisca questi progetti; rientro in capitale in serata.

 

Domenica 9 –  partenza per Bobò-Dioulasso, la capitale economica dell’ovest; sulla strada breve sosta a Ouahabou, per ammirare la sua splendida moschea in bancò (argilla); arrivo a Bobò nel pomeriggio, visita dei suoi antichi quartieri e della grande moschea; cena e pernottamento;

 

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Lunedì 10 –  ancora più a ovest, fino a Banfora, poi attraverso i campi di canna da zucchero fino ai “duomi di Fabedougoù”, particolari conformazioni rocciose della zona, per poi tuffarsi nelle meravigliose cascate di Karfiguelà; rientro a Banfora, cena e pernottamento.

Martedì 11 – partenza al mattino presto per il lago di Tengrelà; giro in piroga fra le ninfee, per osservare gli ippopotami; rientro a Banforà, incontro con i produttori di anacardi equo-solidali dell’Associazione WOUOL, quindi sulla strada verso est breve sosta a Boni, per ammirare la splendida chiesa con un’enorme maschera bobò come facciata; arrivo in serata a Boromò dove alloggeremo presso il Campement “Kaicedras”, costruito sul fiume nel punto in cui spesso gli elefanti lo attraversano e gestito da un’associazione che si occupa di salvaguardia della biodiversità.

Mercoledì 12
– partenza per Ouagadougou, passando da Kokologò per visitare il palazzo dell’antico imperatore; arrivo in capitale in serata, sistemazione, cena e  pernottamento.


Giovedì 13 – mattina insieme agli artigiani del commercio equo e solidale, per meglio capire la filosofia di questo tipo di commercio, conoscere come lavorano (batik, legno, bronzo, tessuti bogolan…) e avvicinarsi all’arte africana; nel pomeriggio preparativi e partenza alle ore 21,20 per Parigi.

 

Venerdì 14 – arrivo a Parigi Aeroporto Charles de Gaulle alle 6,00 di mattina; partenza alle 7,20 e arrivo all’Aeroporto Marconi di Bologna alle ore 9,00.


per qualunque informazione: mikuel@fastwebnet.it

Grande fratello: come mai 51 milioni di italiani non lo guardano?

grandefratello2.jpgMolti si chiedono come facciano 6 milioni di italiani a guardare il “Grande Fratello”.

Io vorrei proporre di ribaltare la domanda e chiedersi invece: “Come mai gli altri 51 milioni non lo guardano?”

La mia non vuole essere una battuta, ma una riflessione seria sui valori, spesso invisibili, che animano la nostra società.

La comunicazione infatti non è mai neutra; in qualunque sua forma trasmette sempre -oltre ai contenuti- anche dei valori e una certa visione della società.

Ma la società di oggi è complessa e non riconducibile ad un unico sistema di valori e ad un’unica visione della vita.
I principali reality show diffusi oggi in Italia, invece, sono tutti espressione di una stessa visione della società, fondata su un insieme di valori che viene presentato come se fosse universale.

La competizione, l’isolamento, l’esclusione… che caratterizzano i reality show più diffusi oggi, non sono i valori in cui si riconosce tutta la popolazione italiana.

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L’Italia è un paese con una grandissima sensibilità e attenzione alla solidarietà sociale.

 

Basti pensare che, secondo una recente indagine dell’IREF:

 

“il 70% degli italiani aiuta persone in difficoltà, dai vicini di casa, agli anziani, ai bambini; circa il 60% ha versato denaro ad associazioni di volontariato; oltre il 50% ha acquistato prodotti dopo aver verificato che non inquinino e che per la loro produzione non siano stati impiegati né minori, né siano stati violati i diritti dei lavoratori; il 26% svolge o ha svolto attività di volontariato: pressoché il 21% partecipa a progetti di adozione a distanza”.

 

Ecco perché a noi è sembrata assolutamente normale l’idea di realizzare un reality show diverso, fondato sui valori della cooperazione, dell’apertura, dell’inclusione!!!

 

sambiiga-10.jpgLa “condivisione”, il valore su cui è stato incentrato tutto il viaggio, ci è parsa l’unica chiave che ci permettesse di entrare in contatto con realtà così lontane culturalmente e -mettendosi al loro fianco- di poterle capire in profondità, comprenderne i sogni, le paure, le speranze.

 

Per questo in “Sambiiga, L’altro fratello” non vi sono delle “prove” strutturate come nei tradizionali reality: perché per milioni di persone nel mondo le prove non c’è davvero bisogno di inventarle, arrivano da sole!

Ma d’altra parte noi non ci sono mai tirati indietro quando si è trattato di affrontare quelle prove quotidiane, imprevedibili, che un viaggio nel terzo paese più povero al mondo ci ha posto davanti, avendo scelto di condividere la vita delle persone locali: andare a cercare la legna a diversi km dal “campement” insieme alle donne del villaggio, partecipare ai lavori comunitari o alla battitura del miglio, andare ad attingere l’acqua al pozzo…

dotti_riprese.jpg“L’altro fratello” ha scelto quindi di usare un linguaggio pop, leggero e accessibile a tutti, per avvicinarsi a temi importanti quali la cooperazione internazionale, il commercio equo e solidale, l’intercultura, i diritti umani, la sostenibilità ambientale…

Un reality che non vuole solo raccontare il nostro viaggio, ma attraverso di esso dare voce a molte realtà straordinarie ma normalmente invisibili del “Burkina Faso” che in lingua moorè significa letteralmente “il paese degli uomini onesti”.

Ecco perché non si è trattato soltanto di un viaggio fisico, ma anche di un viaggio interiore, alla scoperta di sé attraverso l’incontro con l’altro.