24 ore senza di “noi”…

immigrati.jpgQuarta elementare. Uscita scolastica.

Alcune bambine chiedono all’insegnante di andare in un bagno per bere.

Ad un certo punto, fra le altre, beve anche una bambina marocchina. Carina, pulita, educata.

Dopo di lei tre compagne di classe preferiscono, davanti ai suoi occhi, bere dal bidet piuttosto che prendere l’acqua dallo stesso rubinetto dove lei ha appena bevuto.

Mi viene la pelle d’oca solo ad immaginare quella scena agghiacciante!

E c’è ancora qualcuno che pensa che il razzismo sia un problema ormai risolto…

duomo-mi_590-490.jpgIeri avevo pensato di scioperare, unendomi alle manifestazioni del cosiddetto “popolo giallo”, gli immigrati regolari che in tutta Europa non vogliono più essere invisibili e chiedono integrazione e rispetto, contro ogni forma di razzismo.

Avevo pensato di non andare a scuola.

In fin dei conti avrei saltato “solo” due incontri sulla pace e sull’intercultura, in programma con altrettante classi. Ne faccio comunque centinaia ogni anno.

Ma ripensando a quella scena, alle bambine in gita, a come avrà mai potuto sentirsi quella bambina marocchina davanti a quel gesto delle sue compagne, ho preferito non perdere neppure un’occasione di incontrare dei ragazzi, per cercare di offrire loro una prospettiva diversa rispetto a quella che quotidianamente la tv ci presenta, alimentando paure, pregiudizi, divisioni.

E’ mai possibile che sia così difficile capire che potremmo vivere tutti insieme, in pace, nella diversità?

Io non mi stancherò mai di mostrare questa possibilità attraverso tanti esempi concreti, presentando modelli positivi, educando al rispetto, cercando sempre di promuovere nei ragazzi una coscienza critica e risvegliare in loro la meraviglia dello stupore, la bellezza della diversità, la gioia della scoperta.

Educare, secondo me, è il mestiere più bello del mondo!!!

E non credo che si semini mai invano. Certo, ogni frutto germoglia a suo tempo, è inutile fargli fretta. Ma è necessario prendersi cura delle piante, non dimenticare mai di annaffiarle e talvolta anche potare i rami secchi (leggi “pregiudizi”), se vogliamo che crescano rigogliose e sane.

Sono certo che i nostri nipoti ricorderanno tutte le assurdità di oggi con quella stessa sensazione con cui noi ora ricordiamo il muro di Berlino, i campi di concentramento nazisti o l’apartheid in Sud Africa…

24 ore senza di “noi”…ultima modifica: 2010-03-02T00:18:00+01:00da micheledotti
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