La barbarie fa riemergere la civiltà!

Non possiamo tacere di fronte alla follia di certe scelte politiche, pericolose almeno quanto assurde.

 

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Non tardano infatti ad arrivare i primi “frutti” dell’emendamento della Lega approvato il 5 febbraio dal Senato, che introduce la possibilita’ per i medici di denunciare gli immigrati clandestini che vanno a farsi curare.

 

“Gia’ registriamo nel mese di gennaio un calo di pazienti stranieri presso gli ambulatori Amsi che supera il 50% da quando l’informazione su questo emendamento e’ stata ampiamente trattata su giornali e tv” – ha dichiarato il Prof. Foad Aodi, Docente in Fisiatria presso l’Universita’ La Sapienza e presidente dell’Amsi (l’associazione medici di origine straniera) esprimendo la sua preoccupazione, fondata non solo sulle proprie riflessioni, ma anche sui primi effetti del provvedimento.

 

E la sua, grazie a Dio, non è certo una voce isolata.

 

Già quando la proposta venne depositata in Senato, c’era stata una reazione unanime di sconcerto e preoccupazione di tutto il mondo degli operatori della salute e della migrazione, dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri ai Collegi Infermieristici, dalle Società Scientifiche – a iniziare dalla Società Italiana di Medicina delle Migrazioni – all´Associazione Studi Giuridici sull´Immigrazione, del terzo settore, da Medici senza Frontiere alla Caritas, fino al senatore Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare sul Servizio Sanitario Nazionale, che ha definito il provvedimento “una barbarie normativa, deontologica e sociale” – solo per citare alcune delle voci più autorevoli.

E altre si sono aggiunte ancora in questi giorni, giustamente piene di sdegno per l’assurdità di questo decreto che rischia di creare una sanità clandestina in mano alla criminalità, se non addirittura di vedere gli ammalati rinunciare proprio alle cure mediche per timore di essere denunciati.

 

E così, dopo la coraggiosa scelta di Nichi Vendola che ha prontamente vietato ai medici pugliesi di denunciare i clandestini, minacciando di revocare loro la convenzione con la Regione, molte altre Regioni si stanno schierando apertamente contro questo decreto.

 

“E’ una misura non umana e oltre tutto sbagliata dal punto di vista sanitario – ha detto la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso -se il provvedimento passasse chiederò ufficialmente ai medici di agire in modo da mantenere la sicurezza sanitaria sul territorio”.

 

Il governatore del Lazio,  Piero Marrazzo, trova di “estrema gravità la  norma che prevede la delazione da parte dei medici degli stranieri che dovessero ricorrere alle loro cure: espressione di un atteggiamento  supino a una minoranza xenofoba e illiberale che non deve avere  quartiere nel nostro Paese”.    ”La Regione Lazio fara’ quindi quanto possibile   per garantire libertà e rispetto dei diritti nel proprio territorio.

 

L’assessore alla salute della Toscana, Enrico Rossi, ha invitato i medici “a  non utilizzare la possibilità  della denuncia”, e ha parlato di ”un  provvedimento disumano, che va contro i principi di base della sanità pubblica e il senso di umanità”.  “Da parte nostra – ha spiegato Rossi –  valuteremo la possibilità di intervenire con indirizzi specifici  rivolti ai Pronto Soccorso e alle Asl e di studiare iniziative legislative in materia”.

 

In un comunicato congiunto, la  presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti e gli assessori all’immigrazione e alla Salute,  Damiano Stufara e Maurizio Rosi, dicono che “una regione come l’Umbria non può accettare norme razziste che ledono un diritto inviolabile come quello della tutela della salute”.  “La Regione considera tutti i cittadini uguali e ci adopereremo affinchè i nostri medici, in particolare quelli che operano nelle strutture pubbliche, continueranno a prestare attenzione e cure a tutte le persone come hanno fatto sinora”.

 

“Si viene a ledere profondamente il diritto all’assistenza sanitaria” commenta infine l’assessore regionale alla Salute delle Marche, Almerino Mezzolani. “La nostra Regione da anni, ha intrapreso  iniziative che prevedono la tutela della salute e la garanzie della  cure a tutti i cittadini presenti nel territorio regionale,  indipendentemente da sesso, razza e religione, nel pieno rispetto  della Costituzione italiana e dei diritti umani,  intende fermamente continuare a perseguire  questa strada”.

 

E pare che anche Vasco Errani stia meditando una scelta simile per l’Emilia Romagna.

Secondo Errani, che è anche presidente della Conferenza delle Regioni, “le norme approvate in Senato rischiano di determinare una situazione moralmente insostenibile e pericolosa”. Gravissimo, inaudito, “se questa norma entrasse nell’ordinamento italiano”.

 

Razzismo. Non c’è altra definizione secondo la maggior parte dei medici. Gino Strada, fondatore di Emergency, annuncia: “Continuerò a lavorare e fornire assistenza gratuita in Italia come ha sempre fatto”. Come i Medici senza frontiere: “Si mina il diritto alla salute. Siamo sconcertati per la scelta del Senato di avere consapevolmente ignorato il grido lanciato dagli ordini professionali di medici, infermieri e ostetriche, e dalla società civile”, dichiara Kostas Moschochoritis, direttore generale di Msf Italia. C’è in gioco la vita.

La barbarie fa riemergere la civiltà!ultima modifica: 2009-02-09T09:40:00+01:00da micheledotti
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